sabato 31 dicembre 2011

Buon 2012!

Siamo quasi agli sgoccioli e questo 2011, brutto ma sopportabile, presto ci lascerà. Cosa salvo di questo 2011? Di sicuro il mio piccolo Raggio di Sole, ma va be' c'era anche nel 2010 ma lo guardavo con gli occhietti da amico sperando in cuor mio che si accorgesse di me, la mia laurea sgarrupata e per il resto faccio fatica ad aggiungere altri motivi. Giorni da dimenticare? Mmmm a bizeffe, in particolare quando ho avuto una brutta notizia che non auguro mai a nessuno di ricevere e che per fortuna è risultato solo un falso allarme, quel giorno credo di aver perso dieci anni di vita e cinque chili in un colpo solo (mortacci tua!). 
Ricordo che ho iniziato il 2011 col sorriso e con la speranza che sarebbe stato l'anno col botto, quest'anno credo che lo inzierò contrariato e da piccolo untore, anzi se avete qualcuno che vi sta particolarmente sulle scatole ditemelo che ve lo infetto dato che sono un piccolo skifidol ambulante ergo non sono proprio un bello spettacolo.
Contrariato perché avrei voluto passarlo in maniera differente, non intendendo per differente l'essere fortemente influenzato (a proposito: sempre sia lodato l'inventore del gelato! limone e fragola for ever and ever!). L'unica cosa di "positivo", oltre che salterò quasi completamente il cenone per problemi ad inghiottire (saranno tutti i bocconi amari inghiottiti quest'anno che chiedono il conto?), è che mi metto a riparo da follie last minute tipo imbucarmi ad una festa, prendere in prestito un'auto e fingere di perdermi arrivando da RdS che sta a mezz'ora dalla festa, così solo per il gusto di vederlo e spupazzarmelo un po'.
Dovrei fare la lista dei buoni propositi, ma siccome son quasi sempre gli stessi alla fine mi auguro solo che il 2012 sia un anno ricco di belle sorprese, di sicuro peggio di questo 2011, del 2010 e del 2009 non potrà mai essere. Quindi sfanculando i Maya cantando:

e sfanculando tutto ciò che mi ha fatto stare male, tutto ciò che è brutto, che mi ha reso infelice, tutta la sfiga che c'è in giro, vi lascio l'augurio migliore:

Auguro che tutti i vostri sogni più belli possano realizzarsi, in modo tale da poterne fare altri ancora più belli di quelli precedenti. 

Divertitevi in compagnia o da soli, ma sempre con la testa. Vi abbraccio tutti, ci vediamo l'anno prossimo, io per precauzione un bel dito medio alzato alla sfiga, alle cose brutte e alle persone malvagie sperando che schiattino lo metto lo stesso. ;-)


Felice 2012! =)

martedì 27 dicembre 2011

20+11: un compleanno in agrodolce

Oggi è il mio compleanno e per il rotto della cuffia anche quest'anno la magia si è ripetuta e per undici volte consecutive ho compiuto vent'anni. Avrei preferito far passare questa giornata in maniera meno pomposa, come se fosse una delle tante, ma la mia amica Genietta ha detto che è importante festeggiare il proprio compleanno, soprattutto quando si vive un periodaccio e non c'è nulla da festeggiare; e se lo dice una che fa la precaria a 400 € lordi al mese alla provincia, non sa nemmeno fin quando lavorerà visto che le province devono essere cancellate, che ha rifatto per la seconda volta lo scritto per l'esame di stato da commercialista, lei che ha finito in tre anni e mezzo l'università con la media del 30 e 110 e lode, che ha vinto un dottorato (in realtà due: uno senza borsa e uno con borsa, optando per quest'ulitmo), che ha insegnato all'università, che ha pubblicato delle Signore Pubblicazioni, una in gamba che conosce ogni meandro dell'economia aziendale, un'onesta seria professionale lavoratrice e che è stata bocciata "inspiegabilmente" in argomenti in cui lei si destreggia con la stessa facilità con cui si beve un bicchier d'acqua, avrà ragione, giusto?  
Ecco, ci sto provando. Sto sforzandomi di essere felice almeno oggi ma più del 51% di felicità il mio "felicitronomo" non sale. Eppure, ho una famiglia che nonostante l'enorme mole di difetti mi vuole bene, degli amici fedeli su cui posso sempre contare e su tanta gente che mi vuole bene e che ognuno di loro, a modo loro, mi rende felice e mi ha sorpreso piacevolmente. La sorpresa che ardentemente aspettavo è avvenuta solo in minima parte, lasciandomi un gusto agrodolce. So che è una cosa stupidina da principe sciocchino, ma io sono uno sciocchino e tra un gioiello di tiffany e un disegno sghembo di un bimbo fatto solo ed esclusivamente per me, opto senza ombra di dubbio per il secondo anche perché vale molto di più. Quindi da sciocchino, un pochettino ci son rimasto male e avrei voluto un po' più di coccole da una certa persona, non faccio nomi: RdS. Anche se per carità è sempre un Signore e a modo suo mi vuole un sacco di bene, precisiamolo prima che qualcuno incominci a linciarlo. Inoltre, mi sarebbe piaciuto passare del tempo solo noi due, ma non sempre i desideri si possono trasformare subito in realtà e anche se ho sperato che quel vecchio panzone di Babbo Natale lo rapisse per me, facendomelo trovare sotto l'albero, ciò non è accaduto.

Pro memoria per il prossimo anno: se il vecchiaccio panzone non lo rapisce per te, puoi sempre rapirlo tu e non devi poi neanche stare a ringraziare chicchessia. È un piano geniale, perché come uno scemo non c'ho pensato prima? Ovvio perché sono uno scemo!

Quindi in deficit  di coccole vi abbraccio tutti, uno per uno: a chi mi ha telefonato, ha chi mi ha scritto mail, messaggi, sms, in chat, su facebook, col piccione viaggiatore, di persona... ecco vi ringrazio di cuore, uno ad uno.

Ps: se passate da Palazzo questa sera ci sono panzerotti, cuddruriaddi (ciambelline salate) e vecchiarelle (una sorta di panzerotti più piccoli ripieni di sarde) per tutti, ovviamente ci sono anche ottimi liquori fatti in casa per digerire meglio e dolci tradizionali, oltre all'immancabile kinder delice. Se mi portate RdS vi cedo anche il Regno oltre alla coroncina, ça va sans dire. ;-)

sabato 24 dicembre 2011

Merry Christmas!


Avrei voluto scrivere un bel post, ma tra il blocco dello scrittore e tra il fatto che sono indaffaratissimo (mannaggia a me che non ho pensato a scriverlo tempo fa!), ripiego in un grosso augurio di buon Natale per chi crede, e per chi non crede vi auguro buone feste. Auguro a tutti tanta felicità e serenità, due cose di cui non ce n'è mai abbastanza. Divertitevi ma usate sempre la testa e il cuore. Vi abbraccio tutti e vi bacio uno per uno. Fate i bravi!

Ps: il post sul coraggio spero di scriverlo nei prossimi giorni, anche perché devo finire di scrivere un augurio speciale all'Amore Mio bellissimo. ;-)

mercoledì 21 dicembre 2011

To change or not to change


«Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma»
Antoine-Laurent de Lavoisier (1743-1794)

Riflettevo sul mio poco spirito natalizio, peggiore degli anni precedenti, e dell'inerzia che mi è piombata addosso, quando, cercando di partorire questo post, ho avuto la netta sensazione di averlo già scritto. Infatti il 14 dicembre 2010, sul mio vecchio blog scrissi:
 Non riesco ad amare il Natale come lo amavo da bambino, mi infastidisce e mi indispone. Non riesco ad amarlo perché manca qualcosa: amplifica un'assenza, forse è questo che fa più male.
Rileggendo il resto del post e purtroppo anche i commenti, mi rendo conto che avrei potuto tranquillamente copia-incollarlo epurandolo in alcune parti e mi sarebbe calzato di nuovo a pennello. Ecco, è proprio questo il punto! Passi rivivere di tanto in tanto alcuni stati d'animo, alcune sensazioni; ma quando succede di rivivere tutto, cambiando solo poche inezie, significa che c'è un grosso problema di fondo. Un anno è tanto tempo, com'è possibile che nel frattempo non sia cambiato proprio niente? Eppure è successo, anzi mi è successo: non è cambiato niente. Mi raffronto con gli altri e vedo che in un anno sono cambiati, io no: neanche un capello bianco, una ruga o un chilo in più. Tutto è tale e quale, o quasi, mi sembra di aver sprecato un anno. Poi, riflettendoci su, non tutto è uguale perché nove mesi fa mi sono laureato e poi non ho partorito proprio un bel niente, salvo che mi sono innamorato follemente e mi sto sforzando (a quanto pare senza successo) di poter passare ad un livello più alto del solo innamoramento che ancora non ho capito dopo quasi un anno s'è ricambiato o meno (ma penso di no, lanciare messaggi chiari e non contorti sembra brutto?).

Non era così che mi aspettavo di dover passare questo Natale, il mio compleanno e l'ultimo dell'anno. Nove mesi fa pensavo di riuscire per questa data a trasferirmi, a trovare un Lavoro, un piccolo buco/appartamento da chiamare Casa, un Amore tutto mio (col mio piccolo Raggio di Sole, ça va sans dire!), un rapporto meno conflittuale col mio corpo e con me stesso... insomma pensavo di riuscire a percorrere una grossa fetta di strada, di raggiungere un mio equilibrio, una mia serenità... in parole povere pensavo di cambiare e di trovare la felicità accanto alla mia quotidianità. A quanto pare non è così, è frustrante vedere la voragine che c'è tra il come vorrei che fosse, dal come sarà realmente e in nove dannatissimi mesi non sono riuscito ad avere nulla di quanto desideravo.
Per me non è normale, lo considero un grosso fallimento, soprattutto perché credo che ognuno di noi è artefice del proprio destino e a quanto pare i fatti dimostrano che sono totalmente incapace di costruirmelo e di gestirlo in maniera decente secondo i miei metri di giudizio che corrispondono pressappoco a quelli di ogni uomo e donna dotati di buon senso e di sale in zucca.

Non capisco perché cambiare sia così difficile per me, mentre altre persone lo fanno con semplicità come se bevessero un bicchier d'acqua. C'è qualcosa che non mi quadra. Prendiamo ad esempio M. (grazie facebook che me li servi su un piatto d'argento): non ha mai amato canzoni smielate men che meno quelle cantate dai ragazzi usciti dai vari talent; non amava Il piccolo principe, anzi mi prendeva pure in giro perché l'adoravo e l'adoro tutt'ora; non avrebbe mai lasciato la sua città, il suo mondo, per trasferirsi altrove; già faceva un'eccezione con me per i miei tre anni in più rispetto a lui, ma solo perché non li dimostravo; non avrebbe mai fatto l'insegnate-l'educatore; la sua famiglia è un tabù; convivenza? meglio ognuno a casa propria. Poi, puff! per magia o colpa dell'amore, ecco che ama alla follia Il piccolo principe; ecco che le canzoni smielate sono adatte ad essere ascoltate, cantate e dedicate; ecco che si è trasferito fuori regione per fare l'educatore e per convivere col suo ragazzo A. (incomincio a sospettare che questo nome mi porti sfiga) che è più grande di lui di ben otto anni e lo ha presentato ufficialmente alla sua famiglia. Per carità sono felicissimo per lui, ma tutti questi suoi cambiamenti radicali e consapevoli mi lasciano a bocca aperta. M. non è il solo nella mia cerchia di amicizie e conoscenti ad aver avviato con successo tutta una serie di cambiamenti nella propria vita, ce ne sono molti. Io perché non riesco a farlo, pur sforzandomi e mettendoci tutto l'impegno possibile e tutta la voglia per cambiare?

Mi resta l'amaro in bocca che non riesco a mandar via e un periodo natalizio che mi amplifica le assenze e mi rende più pesante e doloroso quest'arco dell'anno.


[...] io non lo so cosa non va,
che cosa c'è, cosa sarà.
Metro dopo metro spinse il cuore
e la notte attraversò,
i sogni sognati con tanta ingenuità
marciscono in fondo a una via
finché la paura non ci addormenterà,
e ancora la pioggia cadrà [...]

martedì 20 dicembre 2011

Moon River


Moon river, wider than a mile
I'm crossing you in style some day
Oh, dream maker, you heart breaker
Wherever you're goin', i'm goin' your way

Two drifters, off to see the world
There's such a lot of world to see
We're after the same rainbow's end, waitin' 'round the bend
My huckleberry friend, moon river, and me.

lunedì 19 dicembre 2011

Instabile indolenza


È un periodo in cui sono caduto nell'indolenza più totale, ridestandomi di tanto in tanto per avere un'inaspettata iperattività che dura al massimo per un paio d'ore consecutive, per poi ripiombare improvvisamente in un'apatia peggiore di prima. Se alcune cose non fossero automatiche non respirerei nemmeno, proprio perché non ne ho voglia. Forse è colpa della dicembrite, di quell'involontario modo di costringersi a fare dei bilanci di cui francamente si vorrebbe fare a meno. Nel mio caso i miei bilanci sono inevitabilmente deficitari, buttandomi in un circolo vizioso pessimistico da cui è difficile fuoriuscirne. Proprio per questo motivo ho diradato le attività del blog, per sfuggire a quel punto della situazione giornaliero in cui tirare le somme per niente lusinghiere. Già va tutto tendezialmente storto, metterlo nero su bianco non fa proprio bene alla mia autostima in caduta libera. A proposito di caduta libera, anche il mio umore non scherza e mi sento come se fossi su di un ottovolante: un attimo prima rido come un matto, un secondo dopo sto per scoppiare in lacrime, il secondo successivo do spazio libero alla mia acidità e così via in un saliscendi di emozioni incontrollate. Forse è la stanchezza di un anno non semplice e né particolarmente brillante, forse sarà colpa della voragine esistente tra come mi immaginavo che fosse questo dicembre e come invece purtroppo sarà, ad indurmi a questa sorta di indolente apatia. Niente, neanche la mia fidata acidità riesce ad attivarsi in maniera costante per sopravvivere, figuriamoci l'ironia. Già so che queste vacanze natalizie saranno un piccolo inferno. Avrei bisogno di piacevoli sorprese inaspettate per riuscire a prender quota e riprendere a volare, ma allo stato attuale vedo all'orizzionte solo grossi dispiaceri, delusioni, lacrime e sangue... vale la pena subire tutto ciò e aggrapparmi ad un sogno che a giorni alterni svanisce per poi fare capolino? 
È brutto da dire, ma credo di avere usato la mia indolenza a mo' di coperta di Linus per proteggermi dal fatto che mi sento particolarmente fragile in questo periodo. Proverò a buttarla via, sperando di riuscirci.

lunedì 12 dicembre 2011

Dream a little dream of me

Stars shining bright above you.
Night breezes seem to whisper, 'I love you,'
Birds singing in the sycamore tree.
Dream a little dream of me.

Say nighty-night and kiss me.
Just hold me tight and tell me you'll miss me.
While I'm alone and blue as can be,
Dream a little dream of me.

Stars fading, but I linger on, dear,
Still craving your kiss.
I'm longing to linger 'till dawn, dear,
Just saying this:

Sweet dreams 'till sunbeams find you,
Sweet dreams that leave all worries behind you.
But in your dreams, whatever they be.
Dream a little dream of me.

Mentre le voci sublimi di Ella Fitzgerald e di Louis Armstrong risuonano dalle casse del pc (l'ideale sarebbe da un bel giradischi gracchiante che riproduce un bel disco di vinile, ma non avendo né l'uno e né l'altro, ci si accontenta del web), la mia saudade ha lasciato il posto a quel mix di gioia e impazienza che si assapora sempre poco prima che l'attesa si concretizzi in realtà. 
La mia saudade questa volta è stata combattuta a colpi di smontamento camera, pulizia fin nei minimi dettagli e rimontatura della stessa, non contento tutta la domenica pomeriggio, sera e notte a compilare una marea di moduli, modelli, domande e domandine che alla fine il mio polso destro gridava vendetta; lo considero un'esercitazione per quando firmerò autografi (ma mi sa più probabilmente cambiali, visto come vanno le cose). Se penso che probabilmente la mia attività da amanuense servirà poco a niente mi vien da piangere, però almeno sono stato occupato tutto il tempo e questo è l'importante. Oggi, invece, l'ho passato a fare file e commissioni, sopravvivendo ai temibili pensionati in fila alla posta, altro che zombie e vampiri, quelli sì che fanno paura!
Ho la testa sempre più spesso altrove e mi ritrovo ad essere assente ovunque, anche mentre scrivo questo post. Spero solo che sia colpa del mese di dicembre e del peso di un anno pesante e incerto che sta per concludersi.
Comunque, tra un po' anche questo lunedì passerà e verrà martedì che aspettavo tanto. C'è poco da fare, RdS mi ha addomesticato ben bene e la cosa mi piace tantissimo, anche se mi spaventa un po' dover dipendere da qualcuno, perché non sono abituato. Sembrerà strano ma sono tendenzialmente "selvatico" ed ho bisogno di essere addomesticato, di lasciarmi andare, di abbracciare, baciare, cantare e sognare:

Le stelle splendono lucenti sopra di te
le brezze notturne sembrano sussurrare: "ti amo"
Gli uccelli cantano sull'albero di platano:
"Sogna un piccolo sogno di me"
dì "buonanotte" e baciami.
Stringimi forte e dimmi che ti mancherò;
mentre sono solo e triste più che mai,
sogna un piccolo sogno di me.

venerdì 9 dicembre 2011

Sodade



Quem mostra b’ess caminho longe?
Quem mostra b’ess caminho longe?
Ess caminho pa Sâo Tomé

Quem mostra b’ess caminho longe?
Quem mostra b’ess caminho longe?
Ess caminho pa Sâo Tomé

Sodade sodade sodade dess nha terra São Nicolau
Sodade sodade sodade dess nha terra São Nicolau

Quem mostra b’ess caminho longe?
Quem mostra b’ess caminho longe?
Ess caminho pa Sâo Tomé

Quem mostra b’ess caminho longe?
Quem mostra b’ess caminho longe?
Ess caminho pa Sâo Tomé

Sodade sodade sodade dess nha terra São Nicolau
Sodade sodade sodade dess nha terra São Nicolau

Si bô screvê me m’ ta screvê be
Si bô squecê me m’ ta squecê be
Até dia qui bô voltá

Si bô screvê me m’ ta screvê be
Si bô squecê me m’ ta squecê be
Até dia qui bô voltá


Sodade sodade sodade dess nha terra São Nicolau
Sodade sodade sodade dess nha terra São Nicolau

Sodade sodade sodade dess nha terra São Nicolau
Sodade sodade sodade dess nha terra São Nicolau


Cesária Évora (Sodade - Album: Miss Perfumado - Anno: 1992)

Prendo in prestito le parole di questa canzone nella splendida interpretazione di Cesária Évora, anche se facendo una veloce ricerca sul web l'autore, nonché primo interprete, è il capoverdiano Armando Zeferino Soares che la scrisse nel 1950 prendendo spunto dagli emigranti di Capo Verde che emigravano nell'arcipelago di São Tomé e Príncipe per lavorare (quasi come schiavi) nelle piantagioni di cacao e di caffè. Dopo questo brevissimo excursus, dicevo che prendo in prestito le parole di questa canzone perché in un certo qual modo esprime il mio attuale stato d'animo. Nella cultura portoghese, ma anche in quella brasiliana, esiste una parola chiamata saudade che racchiude in sé vari stati d'animo. Non esiste una traduzione di questa parola, in italiano più o meno indica una forma di malinconia mista alla nostalgia. Il termine deriva dal latino solitùdo, solitudinis, solitudine, isolamento e salutare, salutatione, saluto. «In alcune accezioni la saudade è una specie di ricordo nostalgico, affettivo di un bene speciale che è assente, accompagnato da un desiderio di riviverlo o di possederlo. In molti casi una dimensione quasi mistica, come accettazione del passato e fede nel futuro».
Questo stato d'animo è un po' alla base di quel grande capolavoro della musica mondiale che è il fado portoghese. Mi sa che sto facendo una digressione pazzesca e alquanto lacunosa, ma confido nella curiosità dei miei lettori che usufruiranno delle innumerevoli opportunità che offre il web per ampliare l'argomento. 
Conoscendo poco e niente il portoghese, ma volendo venire incontro ai miei lettori, riporto la traduzione in francese (quella in inglese era un po' lacunosa in alcuni punti e dunque l'ho lasciata perdere) e una mia traduzione approssimata, quindi prendetela col beneficio del dubbio, legata, appunto, al testo in francese:
 
 Qui t’a montré
Ce long chemin
Qui t’a montré
Ce long chemin
Ce chemin pour São Tomé?
Sodade Sodade Sodade

De ma terre de São Nicolau.
Si tu m’écris
Je t’écrirai
Si tu m’oublies
Je t’oublierai
Jusqu’au jour
De ton retour
Sodade Sodade Sodade
De ma terre de São Nicolau


Chi ti ha mostrato
questo lungo cammino.
Chi ti ha mostrato
questo lungo cammino
questo cammino per São Tomé?

Sodade Sodade Sodade

della mia terra di São Nicolau.

Se tu mi scrivi
io ti scriverò.
Se tu mi dimentichi
io ti dimenticherò,

fino al giorno del tuo ritorno.

Sodade Sodade Sodade
della mia terra di São Nicolau.



Mi sento incompleto, è come se mi mancasse un pezzo, mi mancasse l'aria, c'è un vuoto, un'assenza pesante e per questo sono in piena saudade.  
Saudade perché qualcuno che amo è lontano ancor più del solito e per quanto mi sforzi di non ammetterlo, l'ho già detto, anche ad alta voce, infinite volte che mi manca. Lo so che è una cosa da sciocchi, mica è partito per la guerra o peggio ancora è passato a miglior vita. In fin dei conti, salvo imprevisti, martedì si ritorna alla normalità, ma... mi manca parecchio e martedì mi sembra lontano anni luce. Mi limito a respirare più lentamente per non rimanere senza ossigeno mentre l'aspetto. 
Sono proprio uno sciocco irriducibile fino al midollo e senza speranze, anche perché lo scrivo pure nero su bianco, per sputtanarmi ulteriormente, come se non lo facessi già di mio, ma confido che la maggior parte dei miei lettori non arrivi alla fine di questo post.

sabato 3 dicembre 2011

Buonanotte a Te


Buona notte amore
che sei così lontano;
e questo canto voli sopra il mare e sopra tutte le città
così leggero sulle strade
come una brezza e sappia dove andare
è una carezza: lascia un po' socchiuso e arriverà.

Buona notte amore
che dormi così poco
e lo so bene, non è per il caldo, e che non sono lì con te
e avrai una luce nella stanza
e come me nel cuore la speranza
di rivederti quando fa mattino e "non partire più".

Buona notte amore mio lontano
ti arriva questo canto
o forsi dormi già?
e più che sei distante e più che ti amo
tra le montagne e il mare:
buona notte a te.

Buona notte amore
le vedi le mie stelle?
Se vuoi provare guarda verso Genova
io sono un po' più in su
e non mi riesce di contarle,
così vicine che potrei toccarle
ma la più bella, la più luminosa l'ho lasciata giù.

Buona notte amore mio lontano
ti arriva questo canto
o forse dormi già?
e più che sei distante e più che ti amo
tra le montagne e il mare:
buona notte a te.


Fabio Concato (Buona notte a Te - Album: Fabio Concato - Anno: 1999)

lunedì 28 novembre 2011

Scendere a compromessi


Questa mattina mentre mi facevo la barba riflettevo un po' sulla mia situazione di "stasi", poi zac un bel taglio sul labbro da cui ha incominciato a scorrere sangue mi ha ridestato. Dopo avere alla bella e meglio bloccato quel fiume rosso che contrastava col bianco candido del mio viso, mi sono cambiato e sono scappato in palestra con il lettore mp3 a palla per evitare di pensare perché quello che ho realizzato mentre mi sfregiavo non mi garbava. La possibilità a cui tanto anelavo esiste, dovrei esserne felice eppure la mia è una felicità col retrogusto amaro. Retrogusto dovuto al fatto che ho scoperchiato il mio vaso di Pandora. Mi sono sforzato per tutto il tempo che ero in palestra di tentare di annientare quel flusso inarrestabile di pensieri e poi puff! ho capito quello che forse mi ha spaventato. Ammetterlo ad alta voce dovrebbe essere il primo passo verso la "guarigione", ecco ciò che mi spaventa è: se accetto un compromesso che intacchi i miei valori, desideri, sogni, ecc. insomma che intacchi quello che sono, ho paura di innescare una reazione a catena inarrestabile. Ho paura che se accetto quello, poi ne accetterò anche degli altri fino a demolire i limiti della mia moralità. Insomma chi mi dice che se accetto quello poi un giorno non mi trovi a mettere una crocetta su questo branco di deficienti o peggio ancora a votare questa massa di mentecatti
Non amo scendere a compromessi, ma mio malgrado per sopravvivere nella vita quotidiana di tutti i giorni bisogna arrivarci, ma per quanto mi riguarda, in genere più che di compromessi si tratta di indoramenti di pillole o di mancate verità giusto per non ferire il prossimo e non risultare sgradevoli, insomma si tratta di "bugie" a fin di bene. Ho sempre avuto però dei paletti ben saldi al di là dei quali non si può oltrepassare la soglia e scendere a compromessi, ora mi ritrovo a scegliere se scavalcarli o meno. Se non lo faccio sarò infelice (certezza matematica) ma avrò mantenuto la mia integrità morale, ma se lo faccio potrei ritrovarmi con la mia integrità morale in frantumi e forse una felicità che potrebbe essere incompleta perché comporterà delle rinunce non indifferenti per me ma che per altri sono delle vere e proprie inezie. Alcune di queste rinunce cozzano con la mia ricostruzione per questo le trovo pesanti, perché vanno a limitare al ribasso i miei sogni ossia quello che sono e voglio essere. Mi aspettavo di fare delle rinunce, ma non pensavo di rinunciare anche a quelle (per chi non capisse a cosa dovrei rinunciare cancelli una o più voci a caso di questo mio vecchio post). 
C'ho pensato su un bel po', per me è dura ma accetterò anche quel compromesso anche se mi costa molto, spero di non pentirmene ma soprattutto mi auguro di non dovermi più ritrovare a scendere a compromessi con me stesso perché non voglio perdere ancora altri pezzi di me e non mi piace farlo.

Eppure a me piacerebbe che fosse semplice e che potessi avere tutto come in questo video:

domenica 27 novembre 2011

Mi sono perso


Credo di essermi perso sul serio. Non so come sia potuto accadere ma è successo. Sono più fuori del solito, più confuso, più umorale, più fragile, più... non saprei definirmi come, di sicuro: mi sento fuori posto. Forse il problema è che mi faccio troppe domande e le risposte che trovo non mi sembrano quelle giuste, ma a dirla tutta esistono risposte giuste alle mie domande? Non lo so, non ho idea e non so nemmeno come fare a saperlo con certezza. Una domanda che mi frulla spesso in testa ultimamente è: sto investendo in modo corretto su me stesso? Lo sto facendo in maniera giusta? E se così fosse dove sono i frutti? Dove sto sbagliando? Tutti i miei sforzi e tutti i miei sacrifici ne valgono la pena? Sto procendendo nella giusta direzione?
A me sembra di stare fermo mentre il mondo continua a girare, come se mi fossi perso, come se stessi perdendo qualcosa, ma non so definire cosa. Sento solo il rumore delle lancette che si muovono e per me vanno troppo veloci perché voglio fare tante cose e al momento non né ho fatte neanche un decimo di quello che voglio, ma non riesco a muovermi più velocemente. Sto cercando di fare un grosso lavoraccio su me stesso: su ciò che non mi piace della mia vita per cambiarlo, e su ciò che mi piacerebbe avere e quindi su come ottenerlo. Mi sento inadeguato, ci sono troppe variabili e io sono stanco di aspettare. Ho bisogno di concretezza per andare avanti e al momento mi manca. Le risposte che mi do non mi sembrano sufficienti. Cambiare è il modo giusto per risolvere in meglio la mia vita? Per esserne soddisfatto? Non lo so. So solo che allo stato attuale la mia vita non mi piace e non sono felice. Non so nemmeno se sia giusto continuare a ritoccare i miei sogni al ribasso. Mi ritrovo ad avere fatto delle affermazioni con risolutezza e poi a disattenderle. Va bene cambiare idea, ma non è che sto esagerando? Mi trovo in conflitto tra Ragione e Cuore. La Ragione mi dice di sfanculare tutto e accontentarmi del nulla che ho già, che ormai al peggio ci sto facendo i calli e a lungo andare diventerà la mia normalità, ma ciò significa morire dentro. Il Cuore mi dice di sfanculare la Ragione e di continuare ad insistere e pazienza se il mio concetto di felicità sarà usa&getta, almeno avrò tentato, ma se riuscissi sarà sempre una felicità incompleta. 
Sono pronto a lottare per avere un'opportunità che si leghi alla possibilità di essere felice in futuro con moltissime rinunce? Non ci capisco una mazza del mondo gay e delle sue dinamiche, vado con l'idea che sia la stessa cosa del mondo etero che ho conosciuto. Giusto? Sono confuso, direi proprio che mi sono perso. Ho passato trent'anni della mia vita a sentirmi sbagliato, inadeguato, a vergognarmi e a nascondermi per quello che sono e ora che sto lottando contro me stesso per superare queste mie paure perché diavolo dovrei passarne altri trenta a fare lo stesso con in più una consapevolezza maggiore di stare recitando una parte, un ruolo non mio. Mi domando: non è che forse sono votato all'infelicità eterna? Non riesco a capire in che sbaglio e cosa sbaglio. Questo perdermi in continuazione non mi aiuta, dovrei essere più deciso ma per quanto mi sforzi non ci riesco. Se mi dedico del tempo per riflettere non riesco lo stesso a venirne a capo. Un esempio è questo post: scriverlo mi costa fatica. Forse dovrei continuare a fare piccoli passi alla volta, smettere di pensare e agire, ma non lo sto già facendo, o sbaglio? Ma se continuo a chiedermelo forse non lo sto facendo nel modo giusto e se così fosse come si fa? Ma soprattutto perché è così complicata la vita? Perché è così dannatamente complicata la mia vita?

sabato 26 novembre 2011

Tanto per scrivere qualcosa


  1. Ho deciso di tingermi i capelli di turchese, tramortire la Fata Turchina e prendere il suo posto. Chi mi cercherebbe sotto le sue vesti? Nessuno! Perfetto, ora devo solo pensare a come disfarmi del corpo. Non mi capacito come in quest'era moderna non abbiano ancora inventato un marchingegno che blocchi le azioni di cui poi ci si potrebbe anche vergognare, come ad esempio inviare mail all'una meno venti della notte.
  2. Sono arrivato solo terzo al prestigiosissimo Premio Pantegana Awards 2011 con 12 voti, pensavo di riuscire ad arrivare almeno secondo visto che di solito sono sempre la seconda scelta ma a quanto pare questa volta non è andata così. Ora non capisco se è una cosa positiva o meno. Ringrazio comunque i miei lettori votanti, vi lovvo uno ad uno (ho sempre desiderato usare questa orrida espressione e oggi l'ho finalmente fatto). Per scappare dalla vasta campagna dispendiosa di marketing, dai creditori e dall'onta di essere stato battuto da un Lord e da un Cioè mi sa che mi conviene optare per il punto 1.
  3. Mi hanno citato in un post, dovrei esserne compiaciuto ma sinceramente avrei preferito che mi avesse chiesto tramite mail dei consigli seri/opinioni piuttosto che linkarmi (senza dirmi niente) per aver citato una pubblicità della birra argentina Isenbeck che ironizzava sul mondo del balletto. Fra le altre cose il post nasce con le buone intenzioni, ma poi fa cascar le braccia perché cade in stereotipi. Per chi ancora non lo sapesse i ballerini non vanno sulle punte, a meno che non ballino in ruoli en travesti come i Trockadero.
  4. In questo periodo tra che sono proprio fuori di testa, tra che dormo poco, tra che potrei definirmi mestruato non so come ho fatto a non essere sgradevole e pesante.
  5. Ho ricevuto un messaggio su facebook di una compagna delle elementari e ho avuto la sventura di accettarla come amica, ora se non ci frequentavamo più, tolto perché mi sono trasferito, che  diavolo ti fa pensare che voglia fare una rimpatriata con te e con tutti gli altri? Fra le altre cose, ma il tuo cervello è andato in pappa, visto che i tuoi ricordi si sono abbelliti improvvisamente tipo non puoi venirmi a dire che festeggiavamo sempre il nostro compleanno insieme per il semplice motivo che ricade nelle vacanze natalizie e poi non ho mai festeggiato un compleanno con gli amici, l'ho fatto solo ai miei 18 anni e grazie al cielo che si fanno una sola volta nella vita perché potrei quasi dire con certezza che è stato uno dei giorni più brutti della mia vita. Per l'onomastico, ok che andavamo dalle suore ma cadono in giorni parecchio distanti ergo ma 'zzo dici?
  6. Ironia della sorte questa ragazza si è sposata con un mio compagno di classe delle medie, ergo mi tocca sorbirmi pure loro. Fra le altre cose la Regina e il Re affermano con fermezza che la madre di lei me la volesse dare come fidanzata già allora (mizzica facevamo le elementari!); io personalmente ho rimosso tutto ciò. In realtà mi mette a disagio il fatto che in un certo qual senso siano invecchiati male e che si siano "sistemati" con figli e lavoro più o meno gratificante, mentre io boh? Sono solo un single col cuore impegnato e per giunta disoccupato: tutto ciò mi fa sentire sfigato. Per lo meno sto invecchiando bene, tiè!
  7. Ma è normale che la gente abbia tra i propri amici di facebook Gesù e la Madonna non intesa come Louise Ciccone?
  8. Questo post è stato partorito come se fosse un piccolo elefante ed è venuto pure una schifezza, abbiate pietà perché con la testa non ci sto.

domenica 20 novembre 2011

E ti vengo a cercare


E ti vengo a cercare
anche solo per vederti o parlare
perché ho bisogno della tua presenza
per capire meglio la mia essenza.

Questo sentimento popolare
nasce da meccaniche divine
un rapimento mistico e sensuale
mi imprigiona a te.
Dovrei cambiare l'oggetto dei miei desideri
non accontentarmi di piccole gioie quotidiane
fare come un eremita
che rinuncia a sé.
E ti vengo a cercare
con la scusa di doverti parlare
perché mi piace ciò che pensi e che dici
perché in te vedo le mie radici.
Questo secolo oramai alla fine
saturo di parassiti senza dignità
mi spinge solo ad essere migliore
con più volontà.
Emanciparmi dall'incubo delle passioni
cercare l'Uno al di sopra del Bene e del Male
essere un'immagine divina
di questa realtà.
E ti vengo a cercare
perché sto bene con te
perché ho bisogno della tua presenza.


Franco Battiato (E ti vengo a cercare - Album: Fisiognomica - Anno: 1988)

venerdì 18 novembre 2011

Vota il Principe! Vota il Principe! Vota il Principe!


Prendo in prestito il grande Totò nei panni di Antonio La Trippa per chiedere ai miei gentili lettori di votarmi nel premio più prestigioso di tutto la blogosfera ossia il Pantegana 2011 Award:




Ho deciso di partecipare a questo prestigioso premio con un mio post scritto il 5 dicembre del 2010, presente sul mio vecchio blog (lo leggete cliccando qui), perché è un post che mi rappresenta, a cui sono legato affettivamente e sentimentalmente, sia perché è un po' l'inizio prematuro di tutto quello che è successonegli ultimi 12 mesi e sia perché è scemo come me, quindi è più fedele della foto che ho sulla carta d'identità.

Perché votare il Principe Kamar:

  1. perché sono un Principe delle fiabe con la P maiuscola e già solo questo è sufficiente;
  2. perché la coroncina mi sta da dio;
  3. perché non ho mai vinto niente di così prestigioso;
  4. perché la mia vittoria la dedicherei a RdS e a tutti i miei lettori;
  5. perché poi posso dedicarmi alla pace nel mondo come ogni reginetto che si rispetti.
Il regolamento del concorso lo trovate sul bloggaccio verde (ossia qui), per votarmi basta andare sul blog di Guchi al seguente link

 e votarmi. È provato scientificamente che ogni persona che mi voterà riceverà una buona notizia nelle settimane successive, ma solo se riuscirò a battere la concorrenza agguerritissima ergo VOTATEMI!!! C'è tempo per votarmi fino a giovedì 24 novembre.

Vota il Principe! Vota il Principe! Vota il Principe!

mercoledì 16 novembre 2011

It's Oh So Quiet


Shhhh, Shhhh
It's, oh, so quiet
Shhhh, Shhhh
It's, oh, so still
Shhhh, Shhhh
You're all alone
Shhhh, Shhhh
And so peaceful until...

You fall in love
Zing boom
The sky up above
Zing boom
Is caving in
Wow bam
You've never been so nuts about a guy
You wanna laugh you wanna cry
You cross your heart and hope to die
'Til it's over and then

Shhh, Shhh
It's nice and quiet
Shhh, Shhh
But soon again
Shhh, Shhh
Starts another big riot

You blow a fuse, zing boom
The devil cuts loose, zing boom
So what's the use, wow bam
Of falling in love

It's, oh, so quiet
It's, oh, so still
You're all alone
And so peaceful until...

You ring the bell, bim bam
You shout and you yell, hi ho ho
You broke the spell
Gee, this is swell you almost have a fit
This guy is "gorge" and I got hit
There's no mistake this is it

'Til it's over and then
It's nice and quiet
Shhh, Shhh
But soon again
Shhh, Shhh
Starts another big riot

You blow a fuse
Zing boom
The devil cuts loose
Zing boom
What's the use
Wow bam
Of falling in love

The sky caves in
The devil cuts loose
You blow blow blow blow blow your fuse
When you've fallen in love
Ssshhhhhh...


Björk (It's Oh So Quiet - Album: Post - Anno: 1995)

In realtà questa famosa canzone di Björk è la cover di Blow a Fuse (1951) della cantante, nonché attrice, americana Betty Hutton:


A sua volta la canzone di Betty Hutton è la cover di una canzone tedesca del 1948, Und jetzt ist es still  cantata da Harry (il suo vero nome di battesimo è Horst) Winter, di cui ho trovato una rara registrazione su YouTube:


Secondo me si tratta di una delle canzoni che descrive meglio l'innamoramento e la fase di quiete che lo precede.

martedì 15 novembre 2011

Come il Barone Rampante


I raggi del sole sul viso,
il vento tra i capelli,
quel senso di onnipotenza,
una grande fiducia nel futuro,
sentirsi libero, vivo,
padrone del mondo.
Forse si sentiva così Cosimo, 
il Barone Rampante, 
sulle cime degli alberi.

«Cosimo tutti i giorni era sul frassino a guardare il prato come se in esso potesse leggere qualcosa che da tempo lo struggeva dentro: l'idea stessa della lontananza, dell'incolmabilità, dell'attesa che può prolungarsi oltre la vita».

lunedì 14 novembre 2011

Pensieri del lunedì sera


Sono un po' stanco perché son due giorni che mi sono dato alla raccolta delle olive. Dopo una settimana chiuso in casa per malattia, mi è sembrato di poter finalmente ritornare padrone della mia vita. Oggi pensavo di avere una prima risposta ad un progetto abbastanza importante, ma a quanto pare siamo in tanti ad essere "disperati" perché i posti sono solamente 13, invece le domande presentate sono ben 718. Il fatto è che se si trattasse di un lavoro potrei capirlo, invece si tratta di uno stage che per quanto bello e figo che sia, mi sembra eccessivo. Certo rispetto a molti di quelli in circolazione questo è conveniente perché ti pagano l'alloggio, il viaggio di andata e ritorno per l'estero, più un piccolissimo contributo spese. In pratica si tratterebbe di un investimento per migliorare le proprie capacità e avere più chance nel mercato del lavoro italiano. Al momento attuale non vedo chissà quali opportunità per me e non nego che mi incomincia a pesare questa situazione. Ormai non conto più nemmeno l'innumerevole mole di curricula che invio. Insomma, finora bene o male avevo di che tenermi occupato con piccoli "lavoretti" per la famiglia e per i vicini, impegni che bene o male svolgevo anche prima con l'incombenza dell'università e che bene o male svolgerei lo stesso anche con un lavoro vero, quindi rientrerebbero nel normale contributo che si dà all'interno della propria famiglia. Insomma, appena finisco quest'ultima incombenza delle olive e se nessuno mi risponde ai curricula inviati, che ne sarà di me? Se la mia vita fosse un film ci sarebbe un bel colpo di scena, ma siccome non lo è, mi si prospetta anche la completa inattività ed io potrei dar di matto. Certo posso sempre occupare il tempo studiando per dei concorsi pubblici, ma suvvia chi mi assicura che si svolgeranno tranquillamente e non subiranno ulteriori slittamenti? Sono messo male. Devo trovarmi un lavoro e se il destino si decidesse a darmi una mano, sarebbe cosa gradita.

domenica 13 novembre 2011

Professor Godoy


Tempo fa avevo visto questo cortometraggio brasiliano del 2009 che vinse ben 4 premi al 17° Festival Mix Brasil. Oggi lo ripropongo, in seguito ad una piacevole chiaccherata, con i sottotitoli in italiano. Questo cortometraggio di 13 minuti, parla di un amore anticonvenzionale tra lo studente Felipe e il suo maturo insegnante di matematica, il professor Godoy. Felipe è bello, giovane, ha dalla sua quella sfrontatezza-sicurezza che in un certo qual senso mi ha ricordato Chéri di Colette. Il professor Godoy invece è tutto l'opposto: calvo, brutto, imprigionato nella sua routine, anziano. Può nascere una storia d'amore tra queste due persone così distanti?
Perché per andare avanti dobbiamo sempre lasciarci qualcosa alle spalle.
Sia essa la paura, il dolore, la fine, un problema, una parte di sé, un sogno, un ostacolo o semplicemente quello che vi pare.

sabato 12 novembre 2011

Punti di vista


Mi sorprendo a pensare di come sia cambiato così tanto in una sola settimana, di come stia imparando ad aspettare, di come stia apprezzando il gusto dell'attesa. Non è che ho fatto chissà che, ho semplicemente cambiato angolazione nell'osservare. Ora trovo normale ciò che prima avrei definito anormale. Non riesco ad arrabbiarmi, perché non c'è un motivo per arrabbiarmi. Forse perché ho fiducia. Sì, ho fiducia in qualcuno ed ho fiducia anche in me. Non so se si tratta di un mio improvviso rimbambimento o di un aumento improvviso della mia saggezza. Forse sto solo imparando a dare il giusto peso alle cose, che avere la presunzione di voler cambiare qualcuno o qualcosa non sempre è possibile. È un buon inizio, ma poi sarò capace di continuare su questa strada? Non lo so e forse è meglio così. Per questa sera non mi aspetto niente, mi faccio bastare quel poco che ho, ma domani non sarà sufficiente perché voglio di più. Ho pensato di fare un piccolo passo indietro, ho preso un quaderno ed ho incominciato a buttare giù delle righe. Non voglio scrivere un romanzo, ho bisogno di scrivere, di tenere un diario più dettagliato tra me e il mio lungo percorso senza dover per forza accendere il pc. Avevo iniziato un altro blog parallelo a questo, ma credo di chiuderlo: è troppo negativo e lamentoso. Comunque, al momento opportuno, ho intenzione di regalare questo quaderno. Ciò non significa che chiuderò questo blog, anzi! Finché posso continuerà ad essere il mio momento di stop per tirar giù le somme e vedere dove sono arrivato.

venerdì 11 novembre 2011

El tango


Oggi, mentre preparavo la mia playlist di 5 canzoni per l'amico Still, mi sono fatto sommergere dai ricordi legati al tango in particolare a questo brano di Astor Piazzolla, Libertango
Ho un amore svicerato e non ancora del tutto sviluppato per il tango, che in passato ho studiato per pochissimi mesi e giusto per uno spettacolo con la compagnia semi-professionista con cui ballavo all'epoca, credo che fosse il 2004. Dopo quella volta, poi per vari impegni e mancanza di tempo oltre che alla mancanza di una dama, lasciai perdere rinviando come al mio solito al prossimo futuro dove avendo una compagna, per forza non avrei avuto più scuse per non studiare e approfondire il tango e tutta la cultura che ci sta dietro. Ancora all'epoca non pensavo ai maschietti, pensavo piuttosto alle femminucce, anche perché M. l'avrei incontrato solo nel 2006 e solo da allora avrei incominciato ad avere dei dubbi sulla mia sessualità, legati principalmente al fatto di come non capissi di essermene accorto solo così tardi, per il resto proprio non mi cambiava e non mi cambia la vita essere passato dal preferire i cromosomi XX a preferire i cromosomi XY, in fondo sono sempre stato lento su queste cose, giusto per non dire "ingenuo".
Facciamo ora un salto al 2008, ero letteralmente scappato a Bordeaux perché non riuscivo ancora a gestire e a superare il mio cuore spezzato a causa di M. (so' lento, ve l'ho detto!), con la scusa di una borsa Leonardo avevo deciso di cambiare per un po' aria. Successe un venerdì di ottobre, il 17 per l'esattezza, senza pensarci due volte accettai un appuntamento al buio con l'amica polacca della collega della mia coinquilina italiana. A questa ragazza serviva un cavaliere per le lezioni di tango e per me ogni scusa era buona per sbizarrirmi in varie attività e addomesticare il mio dolore, così accettai senza pensarci due volte. Gli appuntamenti al buio sono tra le cose più perverse che la mente umana possa partorire. Decidemmo di incontrarci a place de la Bourse, col tram poi saremmo arrivati in questo misterioso luogo X che tuttora non riesco a ricordarmi come si chiama, ma era proprio fuorimano. A parte lo shock che sì Ela è molto bella, bionda ma anche bella formosa e alta, in pratica insieme sembravamo l'articolo il, non dimenticate poi che le donne nel tango usano i tacchi alti e in quel caso il mio faccione finiva proprio lì sul suo "davanzale-ben di dio". Già l'imbarazzo era enorme. La lezione fu carina, ma per carità c'era il maestro che era una vipera che m'aveva cazziato perché avevo un paio di jeans invece dei pantaloni e le scarpe da tennis (sì, che secondo lui mi portavo l'intero guardaroba per 3 mesi, bah!). All'inizio ci presentammo tutti, formammo le coppie e incominciammo l'allenamento. Dovete sapere che questo genere di lezioni poi si sviluppano come una sorta di "setta" dove poi ci si scambia gli appuntamenti dove poi si andrà a ballare, insomma è una cosa carina. A un certo punto l'insegnate decise di continuare a provare scambiandoci di volta in volta la partner, peccato solo che per uno strano scherzo del destino fossimo dispari e in maggioranza uomini. Quindi al primo turno beccai un'altra ragazza polacca, per fortuna un po' più piccina solo che mi continuava a parlare in polacco e chissà che diavolo mi disse. Al secondo cambiai decisamente in meglio con una bella mora, bassina, una di quelle donne che hanno dietro di sé un'aura dalla quale non si può non essere attratti. Credo che se avessi ballato con lei, avrei continuato a seguire quelle lezioni, insieme eravamo delle bombe di passione, belli da morire e poi lei profumava di vaniglia misto a cannella. Ogni volta che sento quell'odore penso a lei e mi ricordo di come la tenevo stretto tra le mie braccia, con sicurezza e non goffo come con Ela e la seconda polacca, ma purtroppo tutte le cose belle prima o poi finiscono e al terzo cambio mi beccai... l'assistente dell'insegnante! Un armadio di quasi due metri, massiccio, umidiccio, sudava troppo anche per i miei gusti non troppo schizzinosi. A parte il pestarsi i piedi (oddio dovrei dire barche) all'inizio perché si dimenticava che lui dovesse fare la dama, o quanto meno dirmi che l'avrei dovuta fare io; il resto credo che avvampai e incominciai a diventare rosso fuoco. Ero passato da un sogno ad un incubo, magari se fosse stato bello come il ragazzo col pizzetto che mi sorrideva e di cui non ho approfittato di approfondire l'amicizia (deficiente al cubo che non sono altro, non era il caso di fare il pudico, ma forse meglio così perché avrei fatto una figura di merda colossale e poi c'era il calvo che si attaccava come una cozza, naaaah meglio così). La serata continuò danzante per chi volesse ancora esercitarsi, il mio appuntamento al buio fu un completo disastro, con una scusa me ne sgattaiolai perché in fondo erano ancora le 22.30 circa di un venerdì sera e dove continuare a vivere. Per farmi perdonare poi invitai Ela a teatro perché un amico mi aveva regalato due biglietti, siamo rimasti buoni amici. Ora che ci penso più che una scusa, andai a salvare quella rintronata della mia coinquilina che stava per perdere le sue virtù (il fidanzato era in Italia! Lei mi chiamò sul cellulare tre o quattro volte) con quel polpo francese di cui non ricordo più il nome, quel pazzo che doveva portarmi a fare surf sull'oceano a novembre. Così, avendo perso il tram mi vidi costretto a farmela a piedi, quasi correndo per salvare la futura coppietta felice che oggi vive a Berlino. A lezioni di tango non andai più, anche perché mi dedicai ad altro, tant'è che il giorno dopo partii per un fine settimana nel sud dell'Aquitania fino in Spagna, "sequestrato" da una bretone folle con la mia coinquilina e un'altra amica italiana; ma questa è tutta un'altra storia.
Passato il momento amarcord, avendo sfiancato anche i lettori più assidui e conscio che RdS non si degnerà di leggere il mio blog, ecco che io ve lo dico per il nostro viaggio di nozze* ho intenzione di portarlo a Buenos Aires, per l'esattezza a La Marshall, dove si possono prendere lezioni di tango. Sì, anche noi gay possiamo ballarlo, lo chiamano il tango queer e c'è anche un festival e un concorso internazionale. Se andate sul tubo ci sono tante di quelle esibizioni da guardarle con gli occhi a cuoricino. Ovviamente io ed RdS saremo bellissimi anche se non bravi, ma noi saremo la felicità fatta uomo, ancora più belli di loro:




* Qui lo dico e non lo nego: ho intenzione di sposarmi in Italia e se il mio dolce, magnifico, splendido e tontolone RdS mi prende come fidanzato, mi sposerò con lui in Italia legalmente. Nel frattempo spero che ci si possa sposare tranquillamente, altrimenti semplicemente farò scoppiare la terza guerra mondiale perché sono italiano ed ho diritto di sposarmi civilmente con l'uomo che amo qui in Italia e a chi non garba si levi fuori dalle pelotas, nessuno me lo impedirà! Sono pronto a smuovere mari e monti. Tszè! C'è gente che non ha ancora capito che quando voglio una cosa niente e nessuno può impedirmelo di ottenerla e poi dopo aver conquistato il mio RdS, sarà "quasi" una passeggiata far legalizzare il matrimonio gay in Italia.

giovedì 10 novembre 2011

Ci vuole ordine!


Con la scusa che mi sento meglio, ho deciso di rimettere in ordine la mia vita, le mie cose, i miei pensieri. Insomma, non è che ci stia andando leggerino perché non è semplice mettere in ordine gli ultimi dieci anni circa della propria vita. Sono una persona che accumula, sono quello che conserva i biglietti, gli oggetti, i vestiti, i ricordi e tutto ciò che ha un certo valore, un certo significato per me, sia esso bello o soprattutto brutto. Peccato che a volte questi valori, questi significati, non siano uniformi nel tempo e allora succede che mi capitino sotto mano degli oggetti che avevano un loro significato ma che adesso non riesco proprio a ricordarmi quale sia. E allora che fare? Ritornare indietro e cercare di ricostruire quel significato di allora in quel contesto, trasportarlo ad oggi e vedere se ha ragione di esistere o meno, in quest'ultimo caso premere il tasto delete/spazzatura. Tipo lo sapevate che ho ben 193 Gb di roba da vedere? E non c'è neanche un byte di porno, giusto per far capire che persona malata sono. Un bella fetta si tratta di n-copie indefinite di determinati documenti, altri di progetti nati e abortiti per chissà quale motivo, poi ebook, musica, qualche film, alcune foto, alcuni miei articoli e un bel po' di  video di danza. Poi ci sono le copie di e-mail e di post scritti e mai pubblicati-spediti, o semplicemente pubblicati ma così importanti per me da meritare una copia. Poi ci sono i tasti dolenti, quel materiale che ha un significato ma che non ho la più pallida idea di cosa farmene. Queste cose emanano ancora un fluido di parole non dette, speranze infrante, progetti naufragati, delusioni, lacrime, notti insonni... e boh! Che fare?
Ma soprattutto perché mettere in ordine proprio ora? Semplice, perché ho deciso di fare il grande passo e prima di un grande viaggio, di ogni nuova avventura, bisogna lasciare in ordine, chiudere bene le finestre, chiudere il gas, svuotare il frigo e staccarlo, chiudere l'acqua, staccare la luce... e poi la mia valigia deve essere leggera e sempre pronta come il mio animo. Ancora non ho un lavoro, ma un sogno tutto mio da realizzare, ho finalmente un mio progetto a cui potermi dedicare. Poco importa se è semplicissimo e molto ingenuo a me va bene così: perché è solo mio. Certo se riuscissi a trovare un lavoro nelle vicinanze di X sarei già a cavallo, ma non demordo e continuo ad insistere e se qualcuno lassù o quaggiù vuole darmi una mano è ben accetto. So che per il momento il mio progetto è accampato troppo in aria, ma se non ci provo sul serio come posso pretendere di realizzarlo? E anche se riuscissi a sistemarmi con il lavoro e la casa, non è detto che vada a buon fine anche il resto del progetto; in fondo i primi due sono quelli più semplici. Rischio! Provo ad investire tutto su me stesso, sulle mie capacità, su quello che provo. Rischio di ritrovarmi col cuore a pezzi e con le ossa rotte. Pazienza! Almeno, non sarò una di quelle zitelle inacidite che vive di rimpianti e di se. Sì, lo so sono un po' criptico ma non vorrei dire gatto se non ce l'ho nel sacco, insomma mi pare che si dica così. 
Stay tuned! ;o)

OT: ho cancellato due commenti a un post precedente perché non ritengo educato usare il mio blog per lanciare petizioni politiche di dubbio gusto (no, non voterò e né farò pubblicità ad un politico servo della chiesa cattolica e che non vuole che mi sposi civilmente e possa adottare un figlio solo perché amo un uomo, né che sia a favore dei finanziamenti pubblici alle scuole cattoliche), né di fittare un call center in Romania per lasciare messaggi spammatori senza neanche chiedere il mio permesso. Usate google per ricerche intelligenti e leggete bene prima di lasciare i commenti.
Per tutti gli altri i commenti sono sempre ben accetti, anche quando mi mandate a quel paese come successe nel mio vecchio blog. =)

martedì 8 novembre 2011

Bolletino medico


Dovrei precettare le mie difese immunitarie perché sto una schifezza ed è ora che termini pure lo sciopero di quegli stronzetti dei miei anticorpi che hanno incrociato le braccia da un bel po'. Ieri mattina sono andato dal mio medico di famiglia, quella che sembra la sorella gemella di Rosy Bindi ma solo con i capelli più lunghi, che ha sentenziato faringe e laringe infiammate però hai le tonsille che sono sanissime che più sane di così non si può. In teoria, dopo aver scrupolosamente seguito la cura che mi ha prescritto, dovrei sentirmi un pelino meglio, giusto? Allora perché mi sento rintronato più del solito, ho mal di testa e incomincia pure a colarmi il naso, mentre prima a parte la tosse secca e il bruciore alla gola per il resto era tutto ok? La mia voce è passata da rauca uomo sexy (per un brevissimo momento, tant'è che all'inizio mi stavo gasando potesse rimanermi sempre così invece di quella schifezza che mi ritrovo quotidianamente) a trans brasiliana, fino a sussuri-rontoli. Va be' se continuo così incomincio ad andare in giro con i cartelli. A me girano soprattutto per il fatto che in queste condizioni non riesco a concentrarmi per più di 5 minuti e io ora avrei un sacco di cose da fare, il tempo scorre, devo organizzarmi, devo rimboccarmi le maniche e sì, insomma, devo pur provarci realmente a realizzare il mio sogno giusto? Altrimenti a che pro fare proclami alla pene di segugio se poi non si fa niente? Considerando anche che forse finalmente il nano phardato ci molla e dunque forse anche in Italì si incomincia a vedere la luce, la mia débâcle è inopportuna. Fra le altre cose, il fatto che sto in questo stato pietoso invece di scoraggiarmi mi fa venire pure le smanie di uscire. Ovviamente non posso, e proprio perché non posso uscire mi rode e poco importa se fuori c'è il diluvio universale. Insomma du' crystal ball giganti non poter usufruire del tempo e di sé stessi come si vuole, aggravato dal fatto che non ho nessun crocerossino che si prenda cura di me. Uff!!!

domenica 6 novembre 2011

Il naufrago sentitamente ringrazia


Il post originale che stavo scrivendo per oggi ha avuto un brutto incidente frontale col tasto delete. Sembra strano, ma è così. Stavo scrivendo un post schifosetto, un mix tra bimbominKia inside, emo e vittimismo fino ad arrivare a pormi domande pesanti: insomma un pasticciaccio biblico incomprensibile anche a me. Poi, un paio di chiaccherate con le persone giuste mi hanno fatto capire un sacco di cose. Mi si è aperto un nuovo mondo. Non è che questo mondo si sia materializzato per magia perché è sempre stato lì, solo che mi hanno suggerito come guardarlo: da fesso continuavo a guardare il dito e non ciò che indicava. Forse questa volta ho capito quello che voglio e come fare per ottenerlo. Ora sono come un naufrago abbandonato a lungo su un'isoletta deserta, eccitato dalla nave che è venuta a salvarmi e a portarmi nel mondo civile. Oddio, come metafora in questi giorni proprio non ci sta, ma non ho trovato niente di meglio per far capire come mi sento. Ho un po' di paura mista ad adrenalina come quando stai per iniziare una nuova avventura. Oggi è un nuovo giorno, so già che mi aspettano tanti momenti no e tanti momenti in cui vorrei buttare la spugna, però so che ne vale la pena provarci. Magari domani provo a spiegarmi meglio perché ancora non ho tutto chiaro, però ecco volevo semplicemente ringraziare tutti quelli che in un modo o nell'altro mi sono vicino, che mi spronano a non demoralizzarmi, che mi fanno riflettere, ridere e sognare, però un grazie lo volevo dire alla mia amica Velia perché in un certo qual senso chiaccherare con lei mi permette di capirmi meglio e di far ordine nella mia confusione. Grazie Velia e grazie a tutti voi miei cari amici lettori per supportarmi e sopportarmi. =)

sabato 5 novembre 2011

Je suis malade


Je ne rêve plus je ne fume plus
Je n'ai même plus d'histoire
Je suis sale sans toi
Je suis laide sans toi
Je suis comme un orphelin dans un dortoir

Je n'ai plus envie de vivre dans ma vie
Ma vie cesse quand tu pars
Je n'ais plus de vie et même mon lit
Ce transforme en quai de gare
Quand tu t'en vas

Je suis malade
Complètement malade
Comme quand ma mère sortait le soir
Et qu'elle me laissait seul avec mon désespoir

Je suis malade parfaitement malade
T'arrive on ne sait jamais quand
Tu repars on ne sait jamais où
Et ça va faire bientôt deux ans
Que tu t'en fous

Comme à un rocher
Comme à un péché
Je suis accroché à toi
Je suis fatigué je suis épuisé
De faire semblant d'être heureuse quand ils sont là

Je bois toutes les nuits
Mais tous les whiskies
Pour moi on le même goût
Et tous les bateaux portent ton drapeau
Je ne sais plus où aller tu es partout

Je suis malade
Complètement malade
Je verse mon sang dans ton corps
Et je suis comme un oiseau mort quand toi tu dors

Je suis malade
Parfaitement malade
Tu m'as privé de tous mes chants
Tu m'as vidé de tous mes mots
Pourtant moi j'avais du talent avant ta peau

Cet amour me tue
Si ça continue je crèverai seul avec moi
Près de ma radio comme un gosse idiot
Écoutant ma propre voix qui chantera

Je suis malade
Complètement malade
Comme quand ma mère sortait le soir
Et qu'elle me laissait seul avec mon désespoir

Je suis malade
Cest ça je suis malade
Tu m'as privé de tous mes chants
Tu m'as vidé de tous mes mots
Et j'ai le coeur complètement malade
Cerné de barricades
T'entends je suis malade

Dalida (Je suis malade - Album: Julien - Anno: 1973)

L'intensa interpretazione di Dalida in realtà è la cover (riuscitissima) dell'omonima canzone di Serge Lama, contenuta nell'omonimo album del 1973:
 

E non dimentichiamo la versione italiana dal titolo Sto male (je suis malade) di Ornella Vanoni contenuta nell'album Ornella Vanoni e altre storie del 1973:
 

venerdì 4 novembre 2011

Capisci di essere in punto di morte se...


... già ti organizzi e pianifichi tutto per San Valentino, 
omettendo il piccolo particolare di essere zitello 
(per scelta altrui)
e di non averne festeggiato mai uno in vita tua 
(stendiamo un piumone, please!).
Sto delirando, dunque sono prossimo alla morte.*
Adieu!

*o più semplicemente un idiota che ha ripreso freddo, dando il colpo di grazia alla sua faringe, già malandata di suo, e si sente febbricitante ma spera che non misurandola se ne vada da qualcun altro.

giovedì 3 novembre 2011

Avrei bisogno di...


Credo che più che un guru, un maestro di vita, un personal (life-love-gay) trainer, avrei bisogno di un mio professor Higgins che fa tutte e tre le cose, o molto più semplicemente un buon corso di dizione.
E ora scusatemi, ma devo ancora  finire di preparare la lettera di presentazione e di tradurre il curriculum in inglese, da spedire entro domani, mentre canto con la gola in fiamme (oddio, stono è il termine esatto):

la rana in Spagna gracida in campagna...

mercoledì 2 novembre 2011

L'altare del sacrificio

 E così ho aspettato che tu  rinverdissi
e che da erba diventassi un altare;
ma come tutti gli altari
ti sei fatto pietra.

Leggendo questi versi di Alda Merini, non posso fare a meno di pensare che siano stati scritti per me, anzi avrei aggiunto un bel:

Su cui mi immolo, per starti vicino.

Non sto bene, oggi pensavo di scrivere un post sfizioso sui miei avi trapassati, ma non ho le forze per provarci. Sono troppo stanco e avvilito. Non so se mi faccia più male l'anima o il fisico. Ho uno dei miei momenti no, in cui vedo tutto nero. Se dovesse esserci un altro crollo, questa volta rimango lì sotto le macerie. Non ne vale la pena salvarmi. Salvarmi poi per cosa? Salvarmi per chi? Per passare un altro lungo inverno dalla durata indefinita? No, grazie. Ho già dato abbondantemente altre due volte, una terza a che pro? Non posso combattere contro ciò che non conosco, contro ciò che non ha nome, contro ciò che per quello che ne so probabilmente neanche esiste. Sono stanco di aggrapparmi ad una flebile speranza, ho bisogno di qualcosa che rinnovi la pena per cui sia giusto continuare a combattere. Sono un sognatore, è nella mia natura sognare. Ho già dovuto rinunciare a molti sogni e progetti, li ho visti infrangersi ad uno ad uno, ho dovuto ridimensionarli drasticamente. C'ho sofferto, ci soffro, ho incassato, ho metabolizzato, ho visto molti bassi e sono caduto molto in basso e non ne vado fiero. Devo essere duro con me stesso affinché ciò non accada più, per questo mi torturo. Per questo, non posso vedere infranto anche quello che nascondo nel profondo del mio cuore, quello che non svelerei neanche sotto tortura. Non sono intelligente, né bello, né spiritoso, non ho chissà quali grandi qualità. Sono la somma del peggio, sono uno scherzo della natura fatto uomo. Se non riesco a realizzare ciò che porto nell'intimo del mio cuore, come posso pretendere di Vivere sul serio? La colpa è solo mia e della mia incapacità. Quale onta avvelena il mio karma e il mio divenire? Condannato a "vivacchiare" nell'infelicità. Che amarezza!
Non sopravviverò ad un nuovo inverno, non questa volta. Non ce la faccio. Non posso. Non voglio. Sarà la fine.