sabato 31 dicembre 2011

Buon 2012!

Siamo quasi agli sgoccioli e questo 2011, brutto ma sopportabile, presto ci lascerà. Cosa salvo di questo 2011? Di sicuro il mio piccolo Raggio di Sole, ma va be' c'era anche nel 2010 ma lo guardavo con gli occhietti da amico sperando in cuor mio che si accorgesse di me, la mia laurea sgarrupata e per il resto faccio fatica ad aggiungere altri motivi. Giorni da dimenticare? Mmmm a bizeffe, in particolare quando ho avuto una brutta notizia che non auguro mai a nessuno di ricevere e che per fortuna è risultato solo un falso allarme, quel giorno credo di aver perso dieci anni di vita e cinque chili in un colpo solo (mortacci tua!). 
Ricordo che ho iniziato il 2011 col sorriso e con la speranza che sarebbe stato l'anno col botto, quest'anno credo che lo inzierò contrariato e da piccolo untore, anzi se avete qualcuno che vi sta particolarmente sulle scatole ditemelo che ve lo infetto dato che sono un piccolo skifidol ambulante ergo non sono proprio un bello spettacolo.
Contrariato perché avrei voluto passarlo in maniera differente, non intendendo per differente l'essere fortemente influenzato (a proposito: sempre sia lodato l'inventore del gelato! limone e fragola for ever and ever!). L'unica cosa di "positivo", oltre che salterò quasi completamente il cenone per problemi ad inghiottire (saranno tutti i bocconi amari inghiottiti quest'anno che chiedono il conto?), è che mi metto a riparo da follie last minute tipo imbucarmi ad una festa, prendere in prestito un'auto e fingere di perdermi arrivando da RdS che sta a mezz'ora dalla festa, così solo per il gusto di vederlo e spupazzarmelo un po'.
Dovrei fare la lista dei buoni propositi, ma siccome son quasi sempre gli stessi alla fine mi auguro solo che il 2012 sia un anno ricco di belle sorprese, di sicuro peggio di questo 2011, del 2010 e del 2009 non potrà mai essere. Quindi sfanculando i Maya cantando:

e sfanculando tutto ciò che mi ha fatto stare male, tutto ciò che è brutto, che mi ha reso infelice, tutta la sfiga che c'è in giro, vi lascio l'augurio migliore:

Auguro che tutti i vostri sogni più belli possano realizzarsi, in modo tale da poterne fare altri ancora più belli di quelli precedenti. 

Divertitevi in compagnia o da soli, ma sempre con la testa. Vi abbraccio tutti, ci vediamo l'anno prossimo, io per precauzione un bel dito medio alzato alla sfiga, alle cose brutte e alle persone malvagie sperando che schiattino lo metto lo stesso. ;-)


Felice 2012! =)

martedì 27 dicembre 2011

20+11: un compleanno in agrodolce

Oggi è il mio compleanno e per il rotto della cuffia anche quest'anno la magia si è ripetuta e per undici volte consecutive ho compiuto vent'anni. Avrei preferito far passare questa giornata in maniera meno pomposa, come se fosse una delle tante, ma la mia amica Genietta ha detto che è importante festeggiare il proprio compleanno, soprattutto quando si vive un periodaccio e non c'è nulla da festeggiare; e se lo dice una che fa la precaria a 400 € lordi al mese alla provincia, non sa nemmeno fin quando lavorerà visto che le province devono essere cancellate, che ha rifatto per la seconda volta lo scritto per l'esame di stato da commercialista, lei che ha finito in tre anni e mezzo l'università con la media del 30 e 110 e lode, che ha vinto un dottorato (in realtà due: uno senza borsa e uno con borsa, optando per quest'ulitmo), che ha insegnato all'università, che ha pubblicato delle Signore Pubblicazioni, una in gamba che conosce ogni meandro dell'economia aziendale, un'onesta seria professionale lavoratrice e che è stata bocciata "inspiegabilmente" in argomenti in cui lei si destreggia con la stessa facilità con cui si beve un bicchier d'acqua, avrà ragione, giusto?  
Ecco, ci sto provando. Sto sforzandomi di essere felice almeno oggi ma più del 51% di felicità il mio "felicitronomo" non sale. Eppure, ho una famiglia che nonostante l'enorme mole di difetti mi vuole bene, degli amici fedeli su cui posso sempre contare e su tanta gente che mi vuole bene e che ognuno di loro, a modo loro, mi rende felice e mi ha sorpreso piacevolmente. La sorpresa che ardentemente aspettavo è avvenuta solo in minima parte, lasciandomi un gusto agrodolce. So che è una cosa stupidina da principe sciocchino, ma io sono uno sciocchino e tra un gioiello di tiffany e un disegno sghembo di un bimbo fatto solo ed esclusivamente per me, opto senza ombra di dubbio per il secondo anche perché vale molto di più. Quindi da sciocchino, un pochettino ci son rimasto male e avrei voluto un po' più di coccole da una certa persona, non faccio nomi: RdS. Anche se per carità è sempre un Signore e a modo suo mi vuole un sacco di bene, precisiamolo prima che qualcuno incominci a linciarlo. Inoltre, mi sarebbe piaciuto passare del tempo solo noi due, ma non sempre i desideri si possono trasformare subito in realtà e anche se ho sperato che quel vecchio panzone di Babbo Natale lo rapisse per me, facendomelo trovare sotto l'albero, ciò non è accaduto.

Pro memoria per il prossimo anno: se il vecchiaccio panzone non lo rapisce per te, puoi sempre rapirlo tu e non devi poi neanche stare a ringraziare chicchessia. È un piano geniale, perché come uno scemo non c'ho pensato prima? Ovvio perché sono uno scemo!

Quindi in deficit  di coccole vi abbraccio tutti, uno per uno: a chi mi ha telefonato, ha chi mi ha scritto mail, messaggi, sms, in chat, su facebook, col piccione viaggiatore, di persona... ecco vi ringrazio di cuore, uno ad uno.

Ps: se passate da Palazzo questa sera ci sono panzerotti, cuddruriaddi (ciambelline salate) e vecchiarelle (una sorta di panzerotti più piccoli ripieni di sarde) per tutti, ovviamente ci sono anche ottimi liquori fatti in casa per digerire meglio e dolci tradizionali, oltre all'immancabile kinder delice. Se mi portate RdS vi cedo anche il Regno oltre alla coroncina, ça va sans dire. ;-)

sabato 24 dicembre 2011

Merry Christmas!


Avrei voluto scrivere un bel post, ma tra il blocco dello scrittore e tra il fatto che sono indaffaratissimo (mannaggia a me che non ho pensato a scriverlo tempo fa!), ripiego in un grosso augurio di buon Natale per chi crede, e per chi non crede vi auguro buone feste. Auguro a tutti tanta felicità e serenità, due cose di cui non ce n'è mai abbastanza. Divertitevi ma usate sempre la testa e il cuore. Vi abbraccio tutti e vi bacio uno per uno. Fate i bravi!

Ps: il post sul coraggio spero di scriverlo nei prossimi giorni, anche perché devo finire di scrivere un augurio speciale all'Amore Mio bellissimo. ;-)

mercoledì 21 dicembre 2011

To change or not to change


«Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma»
Antoine-Laurent de Lavoisier (1743-1794)

Riflettevo sul mio poco spirito natalizio, peggiore degli anni precedenti, e dell'inerzia che mi è piombata addosso, quando, cercando di partorire questo post, ho avuto la netta sensazione di averlo già scritto. Infatti il 14 dicembre 2010, sul mio vecchio blog scrissi:
 Non riesco ad amare il Natale come lo amavo da bambino, mi infastidisce e mi indispone. Non riesco ad amarlo perché manca qualcosa: amplifica un'assenza, forse è questo che fa più male.
Rileggendo il resto del post e purtroppo anche i commenti, mi rendo conto che avrei potuto tranquillamente copia-incollarlo epurandolo in alcune parti e mi sarebbe calzato di nuovo a pennello. Ecco, è proprio questo il punto! Passi rivivere di tanto in tanto alcuni stati d'animo, alcune sensazioni; ma quando succede di rivivere tutto, cambiando solo poche inezie, significa che c'è un grosso problema di fondo. Un anno è tanto tempo, com'è possibile che nel frattempo non sia cambiato proprio niente? Eppure è successo, anzi mi è successo: non è cambiato niente. Mi raffronto con gli altri e vedo che in un anno sono cambiati, io no: neanche un capello bianco, una ruga o un chilo in più. Tutto è tale e quale, o quasi, mi sembra di aver sprecato un anno. Poi, riflettendoci su, non tutto è uguale perché nove mesi fa mi sono laureato e poi non ho partorito proprio un bel niente, salvo che mi sono innamorato follemente e mi sto sforzando (a quanto pare senza successo) di poter passare ad un livello più alto del solo innamoramento che ancora non ho capito dopo quasi un anno s'è ricambiato o meno (ma penso di no, lanciare messaggi chiari e non contorti sembra brutto?).

Non era così che mi aspettavo di dover passare questo Natale, il mio compleanno e l'ultimo dell'anno. Nove mesi fa pensavo di riuscire per questa data a trasferirmi, a trovare un Lavoro, un piccolo buco/appartamento da chiamare Casa, un Amore tutto mio (col mio piccolo Raggio di Sole, ça va sans dire!), un rapporto meno conflittuale col mio corpo e con me stesso... insomma pensavo di riuscire a percorrere una grossa fetta di strada, di raggiungere un mio equilibrio, una mia serenità... in parole povere pensavo di cambiare e di trovare la felicità accanto alla mia quotidianità. A quanto pare non è così, è frustrante vedere la voragine che c'è tra il come vorrei che fosse, dal come sarà realmente e in nove dannatissimi mesi non sono riuscito ad avere nulla di quanto desideravo.
Per me non è normale, lo considero un grosso fallimento, soprattutto perché credo che ognuno di noi è artefice del proprio destino e a quanto pare i fatti dimostrano che sono totalmente incapace di costruirmelo e di gestirlo in maniera decente secondo i miei metri di giudizio che corrispondono pressappoco a quelli di ogni uomo e donna dotati di buon senso e di sale in zucca.

Non capisco perché cambiare sia così difficile per me, mentre altre persone lo fanno con semplicità come se bevessero un bicchier d'acqua. C'è qualcosa che non mi quadra. Prendiamo ad esempio M. (grazie facebook che me li servi su un piatto d'argento): non ha mai amato canzoni smielate men che meno quelle cantate dai ragazzi usciti dai vari talent; non amava Il piccolo principe, anzi mi prendeva pure in giro perché l'adoravo e l'adoro tutt'ora; non avrebbe mai lasciato la sua città, il suo mondo, per trasferirsi altrove; già faceva un'eccezione con me per i miei tre anni in più rispetto a lui, ma solo perché non li dimostravo; non avrebbe mai fatto l'insegnate-l'educatore; la sua famiglia è un tabù; convivenza? meglio ognuno a casa propria. Poi, puff! per magia o colpa dell'amore, ecco che ama alla follia Il piccolo principe; ecco che le canzoni smielate sono adatte ad essere ascoltate, cantate e dedicate; ecco che si è trasferito fuori regione per fare l'educatore e per convivere col suo ragazzo A. (incomincio a sospettare che questo nome mi porti sfiga) che è più grande di lui di ben otto anni e lo ha presentato ufficialmente alla sua famiglia. Per carità sono felicissimo per lui, ma tutti questi suoi cambiamenti radicali e consapevoli mi lasciano a bocca aperta. M. non è il solo nella mia cerchia di amicizie e conoscenti ad aver avviato con successo tutta una serie di cambiamenti nella propria vita, ce ne sono molti. Io perché non riesco a farlo, pur sforzandomi e mettendoci tutto l'impegno possibile e tutta la voglia per cambiare?

Mi resta l'amaro in bocca che non riesco a mandar via e un periodo natalizio che mi amplifica le assenze e mi rende più pesante e doloroso quest'arco dell'anno.


[...] io non lo so cosa non va,
che cosa c'è, cosa sarà.
Metro dopo metro spinse il cuore
e la notte attraversò,
i sogni sognati con tanta ingenuità
marciscono in fondo a una via
finché la paura non ci addormenterà,
e ancora la pioggia cadrà [...]

martedì 20 dicembre 2011

Moon River


Moon river, wider than a mile
I'm crossing you in style some day
Oh, dream maker, you heart breaker
Wherever you're goin', i'm goin' your way

Two drifters, off to see the world
There's such a lot of world to see
We're after the same rainbow's end, waitin' 'round the bend
My huckleberry friend, moon river, and me.

lunedì 19 dicembre 2011

Instabile indolenza


È un periodo in cui sono caduto nell'indolenza più totale, ridestandomi di tanto in tanto per avere un'inaspettata iperattività che dura al massimo per un paio d'ore consecutive, per poi ripiombare improvvisamente in un'apatia peggiore di prima. Se alcune cose non fossero automatiche non respirerei nemmeno, proprio perché non ne ho voglia. Forse è colpa della dicembrite, di quell'involontario modo di costringersi a fare dei bilanci di cui francamente si vorrebbe fare a meno. Nel mio caso i miei bilanci sono inevitabilmente deficitari, buttandomi in un circolo vizioso pessimistico da cui è difficile fuoriuscirne. Proprio per questo motivo ho diradato le attività del blog, per sfuggire a quel punto della situazione giornaliero in cui tirare le somme per niente lusinghiere. Già va tutto tendezialmente storto, metterlo nero su bianco non fa proprio bene alla mia autostima in caduta libera. A proposito di caduta libera, anche il mio umore non scherza e mi sento come se fossi su di un ottovolante: un attimo prima rido come un matto, un secondo dopo sto per scoppiare in lacrime, il secondo successivo do spazio libero alla mia acidità e così via in un saliscendi di emozioni incontrollate. Forse è la stanchezza di un anno non semplice e né particolarmente brillante, forse sarà colpa della voragine esistente tra come mi immaginavo che fosse questo dicembre e come invece purtroppo sarà, ad indurmi a questa sorta di indolente apatia. Niente, neanche la mia fidata acidità riesce ad attivarsi in maniera costante per sopravvivere, figuriamoci l'ironia. Già so che queste vacanze natalizie saranno un piccolo inferno. Avrei bisogno di piacevoli sorprese inaspettate per riuscire a prender quota e riprendere a volare, ma allo stato attuale vedo all'orizzionte solo grossi dispiaceri, delusioni, lacrime e sangue... vale la pena subire tutto ciò e aggrapparmi ad un sogno che a giorni alterni svanisce per poi fare capolino? 
È brutto da dire, ma credo di avere usato la mia indolenza a mo' di coperta di Linus per proteggermi dal fatto che mi sento particolarmente fragile in questo periodo. Proverò a buttarla via, sperando di riuscirci.

lunedì 12 dicembre 2011

Dream a little dream of me

Stars shining bright above you.
Night breezes seem to whisper, 'I love you,'
Birds singing in the sycamore tree.
Dream a little dream of me.

Say nighty-night and kiss me.
Just hold me tight and tell me you'll miss me.
While I'm alone and blue as can be,
Dream a little dream of me.

Stars fading, but I linger on, dear,
Still craving your kiss.
I'm longing to linger 'till dawn, dear,
Just saying this:

Sweet dreams 'till sunbeams find you,
Sweet dreams that leave all worries behind you.
But in your dreams, whatever they be.
Dream a little dream of me.

Mentre le voci sublimi di Ella Fitzgerald e di Louis Armstrong risuonano dalle casse del pc (l'ideale sarebbe da un bel giradischi gracchiante che riproduce un bel disco di vinile, ma non avendo né l'uno e né l'altro, ci si accontenta del web), la mia saudade ha lasciato il posto a quel mix di gioia e impazienza che si assapora sempre poco prima che l'attesa si concretizzi in realtà. 
La mia saudade questa volta è stata combattuta a colpi di smontamento camera, pulizia fin nei minimi dettagli e rimontatura della stessa, non contento tutta la domenica pomeriggio, sera e notte a compilare una marea di moduli, modelli, domande e domandine che alla fine il mio polso destro gridava vendetta; lo considero un'esercitazione per quando firmerò autografi (ma mi sa più probabilmente cambiali, visto come vanno le cose). Se penso che probabilmente la mia attività da amanuense servirà poco a niente mi vien da piangere, però almeno sono stato occupato tutto il tempo e questo è l'importante. Oggi, invece, l'ho passato a fare file e commissioni, sopravvivendo ai temibili pensionati in fila alla posta, altro che zombie e vampiri, quelli sì che fanno paura!
Ho la testa sempre più spesso altrove e mi ritrovo ad essere assente ovunque, anche mentre scrivo questo post. Spero solo che sia colpa del mese di dicembre e del peso di un anno pesante e incerto che sta per concludersi.
Comunque, tra un po' anche questo lunedì passerà e verrà martedì che aspettavo tanto. C'è poco da fare, RdS mi ha addomesticato ben bene e la cosa mi piace tantissimo, anche se mi spaventa un po' dover dipendere da qualcuno, perché non sono abituato. Sembrerà strano ma sono tendenzialmente "selvatico" ed ho bisogno di essere addomesticato, di lasciarmi andare, di abbracciare, baciare, cantare e sognare:

Le stelle splendono lucenti sopra di te
le brezze notturne sembrano sussurrare: "ti amo"
Gli uccelli cantano sull'albero di platano:
"Sogna un piccolo sogno di me"
dì "buonanotte" e baciami.
Stringimi forte e dimmi che ti mancherò;
mentre sono solo e triste più che mai,
sogna un piccolo sogno di me.

venerdì 9 dicembre 2011

Sodade



Quem mostra b’ess caminho longe?
Quem mostra b’ess caminho longe?
Ess caminho pa Sâo Tomé

Quem mostra b’ess caminho longe?
Quem mostra b’ess caminho longe?
Ess caminho pa Sâo Tomé

Sodade sodade sodade dess nha terra São Nicolau
Sodade sodade sodade dess nha terra São Nicolau

Quem mostra b’ess caminho longe?
Quem mostra b’ess caminho longe?
Ess caminho pa Sâo Tomé

Quem mostra b’ess caminho longe?
Quem mostra b’ess caminho longe?
Ess caminho pa Sâo Tomé

Sodade sodade sodade dess nha terra São Nicolau
Sodade sodade sodade dess nha terra São Nicolau

Si bô screvê me m’ ta screvê be
Si bô squecê me m’ ta squecê be
Até dia qui bô voltá

Si bô screvê me m’ ta screvê be
Si bô squecê me m’ ta squecê be
Até dia qui bô voltá


Sodade sodade sodade dess nha terra São Nicolau
Sodade sodade sodade dess nha terra São Nicolau

Sodade sodade sodade dess nha terra São Nicolau
Sodade sodade sodade dess nha terra São Nicolau


Cesária Évora (Sodade - Album: Miss Perfumado - Anno: 1992)

Prendo in prestito le parole di questa canzone nella splendida interpretazione di Cesária Évora, anche se facendo una veloce ricerca sul web l'autore, nonché primo interprete, è il capoverdiano Armando Zeferino Soares che la scrisse nel 1950 prendendo spunto dagli emigranti di Capo Verde che emigravano nell'arcipelago di São Tomé e Príncipe per lavorare (quasi come schiavi) nelle piantagioni di cacao e di caffè. Dopo questo brevissimo excursus, dicevo che prendo in prestito le parole di questa canzone perché in un certo qual modo esprime il mio attuale stato d'animo. Nella cultura portoghese, ma anche in quella brasiliana, esiste una parola chiamata saudade che racchiude in sé vari stati d'animo. Non esiste una traduzione di questa parola, in italiano più o meno indica una forma di malinconia mista alla nostalgia. Il termine deriva dal latino solitùdo, solitudinis, solitudine, isolamento e salutare, salutatione, saluto. «In alcune accezioni la saudade è una specie di ricordo nostalgico, affettivo di un bene speciale che è assente, accompagnato da un desiderio di riviverlo o di possederlo. In molti casi una dimensione quasi mistica, come accettazione del passato e fede nel futuro».
Questo stato d'animo è un po' alla base di quel grande capolavoro della musica mondiale che è il fado portoghese. Mi sa che sto facendo una digressione pazzesca e alquanto lacunosa, ma confido nella curiosità dei miei lettori che usufruiranno delle innumerevoli opportunità che offre il web per ampliare l'argomento. 
Conoscendo poco e niente il portoghese, ma volendo venire incontro ai miei lettori, riporto la traduzione in francese (quella in inglese era un po' lacunosa in alcuni punti e dunque l'ho lasciata perdere) e una mia traduzione approssimata, quindi prendetela col beneficio del dubbio, legata, appunto, al testo in francese:
 
 Qui t’a montré
Ce long chemin
Qui t’a montré
Ce long chemin
Ce chemin pour São Tomé?
Sodade Sodade Sodade

De ma terre de São Nicolau.
Si tu m’écris
Je t’écrirai
Si tu m’oublies
Je t’oublierai
Jusqu’au jour
De ton retour
Sodade Sodade Sodade
De ma terre de São Nicolau


Chi ti ha mostrato
questo lungo cammino.
Chi ti ha mostrato
questo lungo cammino
questo cammino per São Tomé?

Sodade Sodade Sodade

della mia terra di São Nicolau.

Se tu mi scrivi
io ti scriverò.
Se tu mi dimentichi
io ti dimenticherò,

fino al giorno del tuo ritorno.

Sodade Sodade Sodade
della mia terra di São Nicolau.



Mi sento incompleto, è come se mi mancasse un pezzo, mi mancasse l'aria, c'è un vuoto, un'assenza pesante e per questo sono in piena saudade.  
Saudade perché qualcuno che amo è lontano ancor più del solito e per quanto mi sforzi di non ammetterlo, l'ho già detto, anche ad alta voce, infinite volte che mi manca. Lo so che è una cosa da sciocchi, mica è partito per la guerra o peggio ancora è passato a miglior vita. In fin dei conti, salvo imprevisti, martedì si ritorna alla normalità, ma... mi manca parecchio e martedì mi sembra lontano anni luce. Mi limito a respirare più lentamente per non rimanere senza ossigeno mentre l'aspetto. 
Sono proprio uno sciocco irriducibile fino al midollo e senza speranze, anche perché lo scrivo pure nero su bianco, per sputtanarmi ulteriormente, come se non lo facessi già di mio, ma confido che la maggior parte dei miei lettori non arrivi alla fine di questo post.

sabato 3 dicembre 2011

Buonanotte a Te


Buona notte amore
che sei così lontano;
e questo canto voli sopra il mare e sopra tutte le città
così leggero sulle strade
come una brezza e sappia dove andare
è una carezza: lascia un po' socchiuso e arriverà.

Buona notte amore
che dormi così poco
e lo so bene, non è per il caldo, e che non sono lì con te
e avrai una luce nella stanza
e come me nel cuore la speranza
di rivederti quando fa mattino e "non partire più".

Buona notte amore mio lontano
ti arriva questo canto
o forsi dormi già?
e più che sei distante e più che ti amo
tra le montagne e il mare:
buona notte a te.

Buona notte amore
le vedi le mie stelle?
Se vuoi provare guarda verso Genova
io sono un po' più in su
e non mi riesce di contarle,
così vicine che potrei toccarle
ma la più bella, la più luminosa l'ho lasciata giù.

Buona notte amore mio lontano
ti arriva questo canto
o forse dormi già?
e più che sei distante e più che ti amo
tra le montagne e il mare:
buona notte a te.


Fabio Concato (Buona notte a Te - Album: Fabio Concato - Anno: 1999)