martedì 29 gennaio 2013

What's up?


Che succede? Be' me lo chiedo anch'io, senza riuscire a darmi una risposta esauriente. Sono giorni strani in cui imperversa la legge di Murphy, in cui niente è come sembra e viceversa, in cui i bidoni sono all'ordine del giorno (e che palle!). A volte mi sembra di stare dentro ad una di quelle stupide candid camera, quelle che ti fanno ridere ma ti lasciano il retrogusto amaro e non puoi fare a meno di porti delle domande. Oggi sono andato nella città di P., per seguire l'ennesimo corso di utilità non pervenuta, così arricchisco il curriculum, magari mi aiuta a trovare più facilmente lavoro, magari cambiare aria mi fa bene, con la scusa conosco gente nuova della mia età e magari ho un colpo di fortuna e incontro la mia anima gemella. Tutte speranze ben presto disattese e già un po' me ne pento di avere iniziato: tipo che mi aspettavo molti miei coetanei e invece alla faccia del corso per i "giovani" mi ritrovo con la maggior parte dei partecipanti che ha superato abbondantemente i 60 anni, se non i 70, e quei pochi "giovani" che ci sono, sono vecchi dentro. Una tristezza infinita che non avete idea. Sto provando a circondarmi di persone positive, che mi aiutino a vedere il bicchiere mezzo pieno; ma che palle! Il bicchiere rimane sempre tale e quale. Per quanto mi sforzi, mi sembra sempre di rimanere immobile. Sembra come se il divario esistente tra me e chi mi sta accanto aumentasse sempre più, nel senso che mi pare che gli altri nel bene o nel male realizzino qualcosa di concreto, mentre io no: sembra che tutto quel che faccia sia sempre così campato in aria. Ne sono contrariato. Non sono per nulla soddisfatto. Mi domando se sia questo il modo giusto, per me, per far funzionare le cose. Sono stanco dentro e questa volta anche fuori, tipo che ho i muscoli delle gambe indolenziti manco se avessi corso la maratona di New York per tutto il mese di gennaio. Ho perfino dei vistosi graffi al polpaccio destro e non riesco a capacitarmi di come abbai fatto a procurarmeli. Ed è buffo perché non è che abbia fatto chissà cosa di diverso dal solito. Mi sa che sto solo invecchiando. Forse è questo quello che mi sta succedendo. Anch'io sto diventando vecchio dentro. Che tristezza!


Twenty-five years and my life is still
Trying to get up that great big hill of hope
For a destination
And I realized quickly when I knew I should
That the world was made up of this brotherhood of man
For whatever that means
And so I cry sometimes
When I'm lying in bed
Just to get it all out
What's in my head
And I am feeling a little peculiar
And so I wake in the morning
And I step outside
And I take a deep breath and I get real high
And I scream at the top of my lungs
What's going on?
And I say, hey hey hey hey
I said hey, what's going on?
ooh, ooh ooh
and I try, oh my god do I try
I try all the time, in this institution
And I pray, oh my god do I pray
I pray every single day
For a revolution
And so I cry sometimes
When I'm lying in bed
Just to get it all out
What's in my head
And I am feeling a little peculiar
And so I wake in the morning
And I step outside
And I take a deep breath and I get real high
And I scream at the top of my lungs
What's going on?
And I say, hey hey hey hey
I said hey, what's going on?
Twenty-five years and my life is still
Trying to get up that great big hill of hope
For a destination

4 Non Blondes (What's up? - Album: Bigger, Better, Faster, More! - Anno: 1992)

sabato 26 gennaio 2013

La follia


È strano come una telefonata possa portarti alle stelle, 
mentre un'altra possa portarti alle stalle.
Posso dire che ci sono rimasto male?
È stata un po' una vigliaccata, la tua.
Ci sono rimasto male perché sono sempre stato corretto con te.
Pensavo fossi una mia amica, una vera amica.
Questa tua omissione vigliacca
mi lascia l'amaro in bocca.
T'ho già perdonato mentre scrivo questo post bislacco,
ma ciò non toglie che la prossima volta ci penserò due volte 
a condividere le mie informazioni con te
e la mia disponibilità ad aiutarti:
 è la disoccupazione baby!
È solo la follia pura!

Ora, però, sono alle prese con il mio profondo senso di inadeguatezza,
ma prima cazzìo la mia immensa ingenuità.


Antonio Vivaldi - "La Follia" Sonata N. 12, Op 1, Rv 63

mercoledì 23 gennaio 2013

Fuori tempo


È come quando in un'orchestra, durante un concerto, 
c'è un musicista che va fuori tempo.
La bravura degli altri orchestrali non copre 
la défaillance del singolo musicista.
Il pubblico percepisce la stonatura 
e non può fare a meno di notarla e disapprovarla.
Poco importa che il musicista da solo sia bravino: 
nell'orchestra non funziona e risulta solo un incapace.

Ecco, quel musicista che va fuori tempo sono io.
Per quanto mi sforzi sono sempre fuori tempo
 e non riesco proprio a seguire il ritmo:
continuo ad essere quella nota stonata che stride dentro una bella sinfonia.
Continuo ad essere fuori tempo.


Giovanni Mirabassi (J'ai pas le temps d'avoir trente ans - Album: Cantopiano - Anno: 2006)




venerdì 18 gennaio 2013

Sul punto di...



Son due giorni che piove a dirotto e tira forte il vento, due giorni che il mio umore è un po' giù e, a rincarare la dose,  c'è stata l'ennesima discussione o dovrei dire l'ennesimo monologo in cui mi si rinfacciavano le solite cose: dal non essere perfetto, al non fare abbastanza, passando per una lectio magistralis sul modo più corretto di vivere la mia vita... ma prego, visto che ci siete prendetevela e vivetela al posto mio, senza fare troppi complimenti; insomma un modo molto educato per dire che sono sbagliato, che sono un grosso errore... 'sti cazzi! no, eh?
Per carità, sono io stesso il mio primo giudice inflessibile e integerrimo verso me stesso: riconosco il fatto che non sono perfetto e che ho molti difetti; che sì, si può sempre fare di più e che anche se la mia vita non va per niente come vorrei che andasse, tutto sommato non ho nulla di cui vergognarmi di quello che sono, anche perché ci sto provando sul serio a migliorare.
Queste discussioni-monologhi fatti così, anche se con le migliori intenzioni possibili ed immaginabili di tutto l'universo, li trovo solo dannosi e umilianti nei miei confronti. Condanno il come vengono fatti, così come condanno la quasi mancanza di replica che mi viene concessa, come se la mia presenza non fosse necessaria a questo specie di show che ha qualcosa di grottesco, drammatico e comico allo stesso tempo, tant'è che se non ne fossi il vero protagonista potrei benissimo dire di trovarmi nel pieno di una pièce del teatro dell'assurdo.
Oggi ero sul punto di fare coming out, ma mi si è bloccato lì sulla punta della lingua. A mente fresca, credo che sia stata la scelta più sensata: non potevo sprecare una cosa così importante in una discussione talmente sterile e futile come quella odierna. Non volevo usare una cosa così importante come corda per impiccarmi meglio. In fondo conosco i miei polli e con molta probabilità avrebbero ricondotto ad esso la fonte di ogni mio male/bene e chissà cos'altro. 
Ma poi non sarebbe al quanto paradossale e prematuro fare un coming out nelle mie condizioni di demi-vierge? Insomma, non ho mai baciato un ragazzo, né c'ho mai fatto sesso; ma mi sono innamorato follemente di due uomini con i quali mi sarebbe sembrato più che naturale farlo. Definirmi bisessuale mi lascia al quanto perplesso; anche se probabilmente quando mi innamoro trovo secondario il genere della persona di cui mi sono innamorato, anche se ammetto una netta preferenza per il genere maschile.
Trovo pesante questo clima, so che cercano di spronarmi ma non potrebbero farlo in maniera più "tradizionale"? Non potrebbero incoraggiarmi con un semplice metticela tutta, fatti coraggio, fai del tuo meglio o comunque cose così? Già io sono molto duro con me stesso e mi cazzìo ogni santo giorno, che senso ha buttarmi addosso tutta quest'ansia immotivata come se non mi rendessi conto che mi va tutto a scatafascio? Lo so anch'io com'è la mia situazione, non ci vuole mica un genio per arrivarci!  
Oggi è stata una di quelle giornate in cui avrei avuto proprio bisogno di un abbraccio in carne e ossa che spazzasse via tutta questa amara desolazione, purtroppo non c'è stato, però ne ho ricevuto tanti di virtuali che mi hanno riempito il cuore che mi è sembrato di riceverne tanti a profusione.


Io ho imparato a cucire, a cucinare, a fare l'idraulico, anche a darmi una pacca sulla spalla se è necessario. E tutto per non dover chiedere niente a nessuno. Io non chiedo tanto al prossimo: solo amore e rispetto. E chi non riesce a darmi queste due cose non ha posto nella mia vita.

Amici, complici, amanti (Torch Song Trilogy) di Paul Bogart (1988)

martedì 15 gennaio 2013

La forza che vorrei


Vorrei essere così forte da poter strappare le pagine del mio quaderno a righe con la copertina scozzese.
E invece non ce la faccio: quelle parole sono troppo dolci, troppo sincere, troppo vere per essere cancellate così, in un attimo. È troppo presto per farlo; ma ci sarà un giorno in cui ne scriverò di più belle e magari saranno pure ricambiate.

Vorrei essere così forte da non farmi abbattere da chi dovrebbe sostenermi e invece non lo fa, non nella maniera giusta.
Oggi, ho semplicemente scrollato le spalle e fatto finta di niente continuando per la mia strada; ma cosa succederà domani se non fossi forte a sufficienza?

Vorrei essere così forte da poter dare maggior forza a chi per un attimo si sente avvilito e non apprezzato.
Se fossi ancora più forte, potrei essere ancora di più una roccia per chi mi vuole bene.

Vorrei essere più forte di quello che sono ora, 
perché non lo sono abbastanza
perché me ne servirà di più
ed è da qui che si ricomincia,
un passo alla volta.


When the day is long and the night, the night is yours alone, 
When you're sure you've had enough of this life, well hang on 
Don't let yourself go, everybody cries and everybody hurts sometimes 

Sometimes everything is wrong. Now it's time to sing along 
When your day is night alone, (hold on, hold on) 
If you feel like letting go, (hold on) 
When you think you've had too much of this life, well hang on 

'Cause everybody hurts. Take comfort in your friends 
Everybody hurts. Don't throw your hand. Oh, no. Don't throw your hand 
If you feel like you're alone, no, no, no, you are not alone 

If you're on your own in this life, the days and nights are long, 
When you think you've had too much of this life to hang on 

Well, everybody hurts sometimes, 
Everybody cries. And everybody hurts sometimes 
And everybody hurts sometimes. So, hold on, hold on 
Hold on, hold on, hold on, hold on, hold on, hold on 
Everybody hurts. You are not alone

R.E.M. (Everybody Hurts - Album:  Automatic for the People - Anno: 1992)



sabato 12 gennaio 2013

L'impazienza


Mi rendo conto più che mai, in questo mio voler voltar pagina a tutti i costi, che spesso e volentieri mi assale la frenesia dell'impazienza. Sarà che ho consumato molta pazienza in passato e forse adesso non ne ho a sufficienza, ma mi piacerebbe molto poter riuscire ad accorciare i tempi indefiniti, quelli che a causa dell'alea non posso calcolare con precisione. Proprio qui, il mio essere economista e perfettino esce fuori ed ha un certo disappunto; di conseguenza spesso mi trovo a sbruffare un po', perché non mi va giù dover aspettare e non sapere neanche quando. Praticamente avrei bisogno che il tempo si adegui alle mie esigenze e che quindi in questo periodo corra più in fretta possibile, per poi magari più in là rallentare. In un certo qual senso mi assale la stessa impazienza che si aveva quando si era piccoli e si voleva crescere in fretta, perché l'etichetta di piccolo non si cuciva addosso a chi già si sentiva grande dentro, ma fuori e per il mondo evidentemente non lo era. Ecco, io mi sento proprio così: mi ritrovo a saltellare prima su di una gamba e poi su di un'altra ogni volta che faccio qualsiasi cosa, come se muovendomi senza sosta per analogia si muova il mondo più in fretta; come se così facendo arrivino prima le risposte che cerco. Quindi mi capita di inviare un cv e di volere una risposta celere di qualsiasi tipo; di andare in palestra diligentemente e con impegno e di voler vedere l'ago della bilancia immediatamente scendere in fretta; di aspettare la telefonata di un'amica, che puntualmente perde il mio numero di cellulare e ogni volta devo rimandarglielo tramite facebook, perché deve pormi delle domande urgenti di vitale importanza (che puntualmente sono stupidaggini colossali, ma va be' quello è un altro discorso); di voler sapere se una flebile speranza può diventare o no una certezza... Non so spiegarmi questa mia impazienza, a dire il vero non so spiegarmi neanche il mio continuo buon umore che a tratti potrei quasi definire irritante. Non so se sia più voglia di cose belle, di riappropriarmi della mia vita (ma poi perché riappropriarmi, in fondo è sempre stata mia), di speranza, di sogni, di idee, di progetti o semplicemente voglia di correre e di non fermarsi più perché poi  se mi fermo, mi accorgo che per quanto mi sforzi mi fa ancora troppo male e allora sì che son perduto. Perduto sì, perché se poi basta scrivere un commento "scemo" ad un concorso altrettanto "scemo" e sentirsi sul punto di crollare all'improvviso, solo perché le dita hanno pigiato i tasti della tastiera del pc più velocemente del mio cervellino, che funziona lentamente grazie alla corsa del cricetino nella ruota,  rivelando cose che non direi neanche sotto tortura soltanto per non essere preso per scemo... Non vorrei che questa mia impazienza sia in un certo qual senso nociva perché prematura, in fondo ogni cosa a suo tempo. Però, mi viene in mente il mandarino cinese che prese il suo sgabello e si sedette ad aspettare per novantanove notti sotto la finestra della cortigiana di cui era innamorato, alla centesima lei sarebbe stata sua per sempre, ma il giorno prima del centesimo, mise lo sgabello sotto il braccio e se ne andò. Ecco a me non va proprio giù dovermi fare tutti e novantanove giorni ad aspettare per poi poter capire cosa sia più giusto per me, non sarebbe meglio capirlo subito ed impiegare poi quel tempo a realizzarlo? 


[...] Well you said that we would still be friends [...]
Now you’re just somebody that I used to know [...]


Ps: Ecco, magari se mi mandate il ragazzo con la barba ad insegnarmi ad essere paziente, prometto di smettere di essere impaziente e mi do una calmata, anche perché ci farei tante cose che ciao proprio! Comunque sono proprio bravi.

giovedì 10 gennaio 2013

Dimmi che leggi e ti dirò come sarà il tuo 2013!


È l'ennesimo giochino scemo che gira da un bel po' su facebook, se l'anno scorso prometteva di individuare il vostro carattere, questa volta promette di fare una sorta di premonizione su come sarà il vostro 2013 grazie all'individuazione delle tre parole che lo descriveranno al meglio. Le mie sono: 
  1. Love
  2. Success
  3. Experience
Non male, vero? Ci metterei la firma se fosse così, ora tocca soltanto a me provvedere a realizzare questa previsione. E voi? Cosa leggete? 

lunedì 7 gennaio 2013

L'ora d'aria dei pensieri 3


Se mi ricordassi di avere anche un blog da portare avanti e da aggiornare sarebbe già un inizio. Comunque, mi piacerebbe dire che ero occupato a pianificare come rapire il principe azzurro, a strapazzarmelo e roba varia, ma molto più "banalmente" ero impegnato a vivere. Quindi vi beccate una serie di pensieri sparsi alla pene si segugio, con sopra quello gnocco di Colton Ford mentre sale le scale per raggiungere il mio balcone e farmi suo (credici!):
  1. Ho tentato di dare un filo logico alla massa di ferraglia che occupava parte del corso principale, che nella città di C. si cerca di spacciare per museo di arte contemporanea all'aperto.
  2. Ho convinto un bel po' di gente ad usare la fantasia, a vedere un mondo incantato e fiabesco ribaltando il proprio punto di vista e attirando un nutrito gruppo di persone che pendeva dalle mie labbra e che prima aveva bollato il tutto come la chiamano arte ma per me è ferraglia!
  3. Peccato che guardando meglio a terra c'era scritto col gessetto il titolo delle opere, facendo crollare le mie ipotesi che avevano scambiato una barca a vela per l'Uomo di latta del mago di Oz, un cuore rovesciato per una stilizzazione della Regina di Cuori di Carroll, uno scarpone che sembrava più una ciabatta della stanca Cenerentola stufa delle sue scarpine di cristallo...
  4. A causa della disillusione e della scoperta del vero significato delle opere, ho incentivato tutta una serie di foto bimbominkiesche volte a perculare la ferraglia che rappresentava una stufa. Ovviamente, la mia totale incapacità a fare le foto, non mi permette di deliziarvi con delle prove, anche se si vocifera che un paio di foto in cui mi "riscaldo" alla stufa circolino nel web. Comunque appena posso mi sa che vado a farmi la foto mentre abbraccio il cuore sottosopra e ne faccio il mio avatar, ma anche no.
  5. L'aperitivo di capodanno con una buona fetta dei miei cugini, è stato divertente e si potrebbe trasformare in tradizione da ripetere se non spesso, almeno ogni capodanno.
  6. Ovvio che al bar ho deliziato tutti con una delle mie solite figuracce, chiedendo una granita al limone con tanto di uscita degli occhi dalle orbite del cameriere, ma gioia, se fa caldo anche in inverno prenditela con il riscaldamento globale e non con me. Comunque ho optato per un gelato al limone, l'unica cosa fresca che c'era. Bah!
  7. Ho detto addio e invece molto probabilmente sarà un arrivederci, perché forse ritrovo un Amico.
  8. Ho ricevuto notizie belle che non mi riguardano ma che mi fanno sperare in un bell'anno e mi riempiono di gioia.
  9. Va be', ad essere sinceri, ho ricevuto una flebile speranza che possa accadere una bella notizia dal punto di vista professionale, ma per scaramanzia taccio, poi magari quando sarà una certezza metto tutto nero su bianco. 
  10. Mi è volato il cellulare e lo sportellino mi rimane sempre aperto, per chiuderlo devo usare un elastico ergo nel 2013 andrà di moda mettere un elastico al cellulare per renderlo glamour, sapevatelo! 
  11. Siccome sono ingrassato troppo senza alcun ragionevole dubbio e in un'ultima foto ho delle guance tremendamente spupazzabili, sono a dieta ferrea e giù duro di palestra, la chiamerei mission impossible, ma ci si prova ugualmente.
  12. In questi primi giorni di gennaio, in palestra si respira un'aria rilassata, merito anche della televisione perennemente sintonizzata su Onda Latina. C'è gente che tra un esercizio e l'altro si lancia in improbabili piroette e ancheggiamenti dettati dai ritmi latino-americani e da sano trash stile villaggio-vacanze che mi mette tremendamente di buon umore.
  13. Sempre per quel motivo, quest'anno è la volta buona che casco dal tapis roulant  perché non puoi correre, dimenarti come un ossesso facendo il verso alla casalinga disperata col capello bisunto, flirtare per far colpo sull'unico bel ragazzo che c'è in palestra, ma che ahimè ha una fede enorme al dito, ma no problem, io non sono geloso!
  14. Son sicuro che mi dimentico qualche altra cosa importante (ma anche no) da annotare, quindi bon si ricomincia, questa volta con piccoli obiettivi su base settimanale, mensile e annuale; magari è la volta buona che metto la testa a posto.