sabato 25 maggio 2013

Amor Vincit Omnia


Pensavo di non sopravvivere a lungo, che il dolore mi annientasse e invece è passato un anno esatto da quando è crollato tutto il mio "castello di carte". Mi piacerebbe poter dire che è passato tutto ma non è vero perché mi fa male ancora adesso, come ieri, come un anno fa. Sarà per questo che uso il termine sopravvivere, perché non sono più in grado di Vivere. Ricordo tutto come se fosse successo ieri: ricordo ciò che ho fatto, dove sono andato, cos'ho detto, cos'ho mangiato, cos'ho provato. Ricordo ogni minimo dettaglio: tutto è impresso indelebilmente non solo nella memoria ma nel cuore e nell'anima. Più di tutto ricordo il fatto che non ho pianto. Non ho versato neanche una lacrima, come se le avessi esaurite da tempo. È passato più di un anno durante il quale non ho mai versato una lacrima e anche quando stavo per cedere con gli occhi lucidi, ho bloccato tutto e ho rimandato indietro perché non volevo e non voglio piangere. Non so se ho sbagliato o se ho fatto bene, ma l'autoimpormi di non piangere è stato necessario e in un certo qual senso anche facile. Pensavo che sarei rimasto senza parole e invece ho continuato a scrivere, a volte forse anche a sproposito. Mi sarebbe piaciuto dire che non lo penso più, che non mi preoccupo per lui, che non mi manca... ma direi solo delle grandi grosse bugie. Per un po' ho provato a tenere il conto dei mesi che passavano qui sul blog, una sorta di mio check-up rapportato a lui, poi ho smesso di farlo perché facevo del male a lui e di riflesso anche a me. Ho però continuato a farlo nella mia anima e nel mio cuore, cercando inutilmente ogni volta risposte che dessero un calcio in culo al dolore, alla solitudine e al grandissimo senso di vuoto che mi stritolavano e che ahimè continuano a farlo seppur in maniera diversa. È passato un anno e ancora son convinto che non possa esistere il lieto fine per me, non quello che volevo io. Ad essere sinceri non vedo nessun altro lieto fine alternativo di qualsiasi tipo. D'altronde se continuo a preoccuparmi e/o a trasalire ogni qual volta che sento fatti di cronaca delle sue parti o notizie che riguardano il suo mondo... la dicono lunga di quanto sono fatto male, però a mia discolpa c'è che sono apprensivo con le persone a cui voglio bene e a lui non posso assolutamente smettere di volergliene anche perché se no mica lo chiamavo il mio piccolo Raggio di Sole per nulla! Ancora oggi, a distanza di un anno mi sorprendo a pensare se per almeno una frazione di secondo lui mi abbia mai amato o meglio abbia pensato a me come possibile compagno con il quale avrebbe voluto passare il resto della sua vita, sì insomma chissà se ha mai pensato a me come colui che avrebbe voluto avere a suo fianco per sempre. Chissà se invece mi ha visto più come un ragazzino ingenuo privo di esperienza che gli ha fatto tenerezza e che voleva solo proteggermi? So che non avrò mai risposte a questi miei pensieri, fa male non averle, anche se tanto indipendentemente dalle risposte non penso sarebbe cambiato qualcosa nella realtà. Ma allora perché ci penso? Non lo so, credo perché sono fatto così, perché l'ho amato con tutto me stesso, perché credevo fosse l'uomo giusto per me... Il problema è che lo amo ancora, purtroppo non ho l'interruttore per spegnere ora quest'emozione. Me ne accorgo dal fatto che se per sbaglio qualcun* vagamente ci prova con me, ho talmente tanta paura che stronco tutto sul nascere e me ne scappo con quella sensazione di schifo sulla pelle che non so spiegare. Sarà che mi sento ancora suo? Sarà che siamo onesti, anche in condizioni diverse queste persone farebbero accapponare la pelle a chiunque sia sano di mente e di cuore, quindi non solo a me. Sì, credo anche che il non aver incontrato la persona giusta, che spazzi via come un uragano  tutto quanto, c'entri pure anche perché flirtando con una determinata persona non ho quella sensazione di schifo-sporco, anzi! Però, non mi sento pronto, anche perché ho bisogno di conoscerlo meglio e per farlo ci vuole impegno, libertà e sicurezza. Io non ho le ultime due, soprattutto la mancanza di sicurezza mi frena. Non ho proprio le idee chiare di cosa voglio da me e dalla mia vita. Prima avevo un sogno-progetto che consisteva di essere felice con lui con tutti gli annessi e connessi, i pro e i contro; senza lui al centro è crollato tutto il resto. Ora dire che il mio sogno-progetto è di essere Felice, mi sembra talmente vago che boh! non ho la lucidità necessaria e/o le idee chiare di come poterlo realizzare seriamente. Questa mia incapacità, coadiuvata dal fatto che di lavoro non c'è neanche l'ombra mi sta portando in un vortice di negatività che oltrepassa le mie innate capacità di essere tremendamente realista. 
Mi consola solo il fatto che almeno lui ha trovato chi gli dà tutto quello che avrei voluto e dovuto dargli io, ma a quanto pare non ne sono stato assolutamente capace. Ho ancora quel piccolo quaderno a righe con la copertina scozzese, quello che avrei voluto regalargli quando ci saremmo visti. Non ho avuto la forza di buttarlo, è rimasto fermo lì. Immacolato, bianco a testimonianza dei miei sforzi. Quel quadernino aveva girato un po' l'Italia con me, ma da quel giorno l'ho nascosto in un angolo. Non ho avuto il coraggio di buttarlo perché in tutto quello che c'ho scritto ci credevo e ci credo ancora, ho solo buttato i fogliettini volanti e i post-it di cui l'avevo riempito, perché andando in giro non sempre trovavo un luogo comodo in cui scrivere e da bravo pignolo non volevo mica dargli un quaderno con degli scarabocchi. Li ho buttati in un momento di rabbia e di sconforto, solo perché mi sono scivolati dal quaderno mentre lo spostavo. Da dopo il fattaccio, quel quadernino che era un po' un mio prolungamento, ho smesso di portarlo con me perché era solo un farmi del male, la testimonianza della mia totale incapacità e inadeguatezza. Da allora l'ho riaperto una sola volta: pensavo di essere abbastanza forte da leggerlo senza provare emozioni, l'ho nascosto in un angolo della libreria: troppo prezioso per essere buttato ora, nella sua bellezza e disarmante sincerità, buttarlo così, come se niente fosse successo; troppo doloroso da non poterlo tenere in bella mostra. Ho ancora i messaggi che ci siamo scambiati sul cellulare. Non so perché non li ho ancora cancellati, probabilmente perché mi servono a ricordare di come mi rendeva Felice senza saperlo e che non posso più fare affidamento a loro quando vedo tutto nero. Ancora oggi mi chiedo quando riuscirò di nuovo a vedere un cielo azzurro, bello come quando sognavo un futuro accanto a lui e mi sforzavo inutilmente di realizzarlo. Mi piacerebbe dire che non lo amo più, che la mia vita per fortuna ha preso una piega migliore, che non ho il suo amore ma nel frattempo sono riuscito a costruire dell'altro: tante cose belle e concrete. Invece niente! Ironia della sorte, sto seguendo un corso diverso ma con alcune stesse persone con le quali lo seguivo sempre nello stesso periodo un anno fa. Non so se perché il corso quest'anno sia tenuto malissimo, o se l'impegno massimo che ci mettevo io l'anno scorso me lo faceva sembrare più bello, più utile; o semplicemente c'era lui che mi spingeva ad essere migliore di quello che sono. Non so ancora se sono disoccupato perché ironia della sorte o se esiste dio o qualche divinità con un forte senso dell'umorismo, tra poche ore saprò se sono il prescelto per un piccolo lavoro di poche settimane a tempo determinato che, udite, udite mi porterà a 25 chilometri di distanza da casa sua. Cavoli, ho impiegato inutilmente un sacco di tempo, più di un anno e mezzo per riuscire ad avvicinarmi a lui, ad abbattere questi maledetti 1141 chilometri, che ho percorso e ripercorso mentalmente ogni giorno sperando che diminuissero  o che si smaterializzassero, e ora che da un anno esatto che non ce n'è più bisogno forse ci riesco sul serio! Stramba la vita! Ovvio, non è detto che il posto sia mio, ci sono altri cinque candidati  oltre a me, ma ho buone possibilità, anche se economicamente parlando con le spese che affronterò rischio anche di rimetterci, ma ho bisogno di cambiare aria e purtroppo questa è l'unica possibilità che ho ora, comunque vada sarò felice lo stesso: almeno mi rende meno amaro questo anniversario che sancisce il trionfo dell'amore sopra ogni cosa e per me della solitudine che probabilmente mi aspetta da qui fino alla fine dei miei giorni.


Pour avoir si souvent dormi avec ma solitude,
Je m'en suis fait presque une amie, une douce habitude
Elle ne me quitte pas d'un pas, fidele comme une ombre
Elle m'a suivi ca et la , aux quatres coins du monde

Non, je ne suis jamais seul avec ma solitude

Quand elle est au creux de mon lit, elle prend toute la place,
Et nous passons de longues nuits, tous les deux face a face
Je ne sais vraiment pas jusqu' oui ra cette complice,
Faudra-t-il que j' y prenne gout ou que je reagisse?

Non, je ne suis jamais seul avec ma solitude

Par elle, j'ai autant appris que j'ai verse de larmes
Si parfois je la repudie, jamais elle ne desarme
Et, si je prefere l'amour d'une autre courtisane,
Elle sera a mon dernier jour, ma derniere compagne

Non, je ne suis jamais seul avec ma solitude
Non, je ne suis jamais seul avec ma solitude

Georges Moustaki (Ma solitude - Album: Le Métèque - Anno: 1969)

martedì 21 maggio 2013

Potrei... Reloaded



Potrei raccontare della folle giornata di domenica. Potrei raccontare di come mi irrita quando ci si barrica dietro la scusa della vecchiaia. Potrei raccontare di come certe cose non cambiano. Potrei raccontare di come sia tempo perso lavare la macchina visto che puntualmente la pioggerellina mista a terra renda vano il tutto o di come mi hanno vomitato in auto. Potrei parlare di come mi sia fatto una trentina di chilometri  in barba al divieto di transito semplicemente perché non esisteva un tragitto alternativo, per cui o così o aspetti che inventino il teletrasporto. Potrei parlare di come una cosa sciocca come una convivenza abbia creato un terremoto di proporzioni bibliche che non oso immaginare cosa possa succedere se semplicemente decidessi di fare coming out. Potrei raccontare della tentazione di fare coming out proprio per dare scandalo, così è la volta buona che dei ponti saltino in aria una volta per tutte. Potrei parlare di come sono riuscito a tenere una conversazione amabile di più di un'ora discorrendo di aria fritta e di nulla cosmico. Potrei parlare di come sto lasciando che mi costruiscano intorno un muro bello spesso in cui rimanere intrappolato, perché non ho più le forze e né tanto meno la voglia per ribellarmi. Potrei parlare di come leggendo qua e là  nella blogosfera, certi commenti me li tengo per me perché certe mie riflessioni non so fin quando siano utili da condividere e divulgare perché potrebbero essere prese male. Potrei parlare di come non avere progetti di per stesso è paradossalmente un progetto. Potrei parlare di come alcune accortezze per preservare la mia sensibilità, siano veramente superflue perché ricollegandomi al punto precedente io non ho più un progetto come acquistare casa o sposarmi l'anno prossimo o al massimo tra due anni, per cui sinceramente mi lascia del tutto indifferente. Potrei parlare dell'aiuto e della comprensione corretti che vorrei e non ci sono. Potrei parlare dell'aiuto e della comprensione sbagliati che non vorrei ma ci sono. Potrei parlare di come stia andando malissimo il corso che sto frequentando e una bocciatura non me la leva nessuno. Potrei parlare del fatto che non sia la probabile bocciatura ad irritarmi, ma quanto che non sto imparando praticamente nulla che mi possa servire sul serio. Potrei parlare di come avrei voglia di dare fuoco a tutto e a tutti perché ne ho le scatole strapiene e strabordanti. Potrei parlare di quanto odi la genetica e le sue implacabili leggi. Potrei parlare di quanto mi senta esausto e paradossalmente non sto facendo praticamente niente. Potrei parlare degli incubi che ogni notte mi tengono compagnia. Potrei parlare di come mi sento sempre più un disabile della vita e dell'amore, o forse il termine corretto dovrebbe essere disadattato. Potrei parlare di come vorrei che si smettesse di parlare male di me alle mie spalle o che almeno lo si faccia davanti a me. Potrei raccontare di come sia stufo di dovermi autocensurare 24 ore su 24 perché certe cose è bene che non si sappiano in giro per non turbare le esistenze altrui. Potrei parlare della mia mancanza di coraggio e dire basta una volta per tutte. Potrei parlare di come non faccio in tempo a mettere un paletto per indicare il peggio massimo raggiungibile che subito dopo questo peggio si sposta ancor più in là, perché il peggio non ha mai fine, la felicità sì. Potrei dire di come ogni volta che dico che domani andrà meglio, mento consapevolmente perché so che non è così e lo dico solamente pour parler, qualcun altro al mio posto parlerebbe solo del tempo. Potrei parlare di tutto quello che non c'è, ma è talmente tanto e ne ho parlato così tante volte che non ha senso farlo. Potrei parlare di quel poco che c'è, ma per dire cosa? Che mi dovrei consolare solo di quello? Che mi dovrebbe bastare? Potrei parlare dell'ultima volta che mi sono sentito veramente felice, ma dovrei portare a galla tanta altra infelicità che non ne vale la pena. Potrei parlare di quanto sia così stanco dentro e fuori, di come sia terribilmente invecchiato e inaridito precocemente. Potrei parlare di questo e di molto altro o più semplicemente potrei parlare del nulla come ho appena fatto, però: oh, tutto passa!

Tutto Passa by Nicky Nicolai on Grooveshark


Il mare non ha odore 
Il sale ha asciugato le parole 
In me 

Come la notte mi nascondo 
Come un sasso vado a fondo 
Le mie mani sono rami freddi ormai 
Che non hanno più labbra da sfiorare 

Ma risorgerò come il sole 
Dopo un'alba di colore 
Come la neve mi scioglierò 
Per te 

Non hai maschere 
Né pudore 
Trovi sempre il coraggio 
di sbagliare 
Pagherei per esser forte come te 
Senza limiti 
Invulnerabile 

Tutto passa 
Tutto passa e anche questo passerà 
Forse un giorno riuscirò ad allontanare 
Quella nuvola che ha spento il nostro sole 
E ritornerò a sorridere 

Chissà 
Chissà 
Chissà 
Se passerà 

Tutto passa.

Nicky Nicolai (Tutto passa - Album: Tutto passa - Anno: 2004)

mercoledì 15 maggio 2013

A.A.A. Master cercasi per incapace non autosufficiente


So cosa state pensando, ma mi dispiace deludere qualcuno ma non ho incominciato ad amare il BDSM; anzi ad essere sincero non ho mica capito che gusto ci trova qualcuno a farsi legare come un salame e/o a farsi "torturare", ma forse è lo snob che alberga dentro me a parlare così, ma per carità a chi piace, è libero di  continuare a praticarlo tranquillamente. E no, non sto cercando un master da fare nonostante la mia ex università continui a mandarmi improbabili mail pubblicitarie per master che stanno a me come la sobrietà sta a Berlusconi, tipo che ho una laurea in economia aziendale ma mi mandano informazioni su master in architettura. Fra le altre cose scorrendo ogni volta il bando, vengono specificate le lauree necessarie e di accesso che nel 90% dei casi non fa mai rientrare la mia. Ecco, il Master di cui avrei bisogno potrebbe essere assimilabile all'omonimo personaggio della pratica sessuale, ma con un netto distinguo, però forse prima è meglio rinfrescare un po' la memoria facendo un passo indietro. Non so se sia colpa del fatto che non sto proprio benissimo di salute e quindi se sia imputabile agli antibiotici prima e all'aerosol adesso, non so nemmeno se sia colpa della bella stagione, o di chissà cos'altro; ma in questo periodo non ci sto per niente con la testa. Tipo, mi dimentico spesso e volentieri le cose, ho convinzioni errate, cado spesso dalle nuvole, sono inaffidabile, ho perso la concezione del tempo, perdo tempo inutilmente, non sono capace neanche di riassumere le mie giornate perché non ne ho la più pallida idea di quello che faccio e non credo di cazzeggiare ma neanche di fare qualcosa di costruttivo. Praticamente boh! Puntualmente faccio un elenco di cose da fare nell'arco della giornata per evitare di dimenticarmi qualcosa, ebbene arrivato alla fine della giornata non ne ho spuntato neanche una! Sto facendo proprio schifo. Sono sfasatissimo. Se non avessi la testa attaccata al collo la perderei sicuramente da qualche parte! Mi capita quindi di essere convinto di aver spedito una mail, o di aver fatto gli esercizi per il corso; roba che ci metterei la mano sul fuoco e poi... niente! La mail o è rimasta nelle bozze o non è mai stata scritta, gli esercizi sono ancora da fare perché mi ritrovo il quaderno bianco. Son talmente rimbambito che dimentico di cenare, come stasera, o peggio ancora altre volte mi capita di cenare due volte. Tutto ciò è solo la punta dell'iceberg, se raccontassi tutto fin nei minimi dettagli mi esporrei al pubblico ludibrio, come se quello che avessi scritto finora non fosse abbastanza grave. Non riesco a concentrarmi, ho una memoria che funziona ad intermittenza, tipo che mi ricordo tutto per filo e per segno di quello che ho combinato ad esempio il 25 maggio del 2012, tant'è che potrei fare la telecronaca dettagliata minuto per minuto, ma non riesco a ricordarmi cos'ho fatto un'ora fa, per non dire che non mi ricordo cos'ho mangiato a pranzo, ma giuro che ho pranzato! Non so come sono arrivato a questo punto, non so nemmeno se dipenda da ricordi poco piacevoli o chissà cos'altro. Ecco, per ovviare a tutto ciò, avrei bisogno di un Master, non che mi sottometta perché non sono la schiavo di nessuno, ma che, in questo preciso momento della mia vita, mi metta in riga. E pensare che avevo iniziato questo 2013 molto bene e poi invece mi sono perso come al mio solito e mi sono lasciato andare. Ho bisogno di qualcuno che mi segua e che mi imponga regole ferree, che mi dia compiti ben precisi, con tanto di tempi e obiettivi da raggiungere prestabiliti, perché se continua così non caverò un ragno da un buco. Forse è brutto da dire, ma in questo momento mi accorgo di essere incapace di fare qualsiasi cosa senza che qualcuno mi guidi. Avrei bisogno che qualcuno prendesse in mano le redini della mia vita, mentre io cerco di risvegliarmi da questo assurdo sonno catalettico in cui sono caduto. Sembra assurdo ma mi accorgo di essere completamente inadeguato a prendermi cura di me stesso, avrei proprio bisogno di un supervisore che mi guidi fin quando non sia di nuovo capace e autonomo da poterlo fare di nuovo da solo e in maniera corretta. Più passa il tempo e più mi sento inadeguato e non autosufficiente. Ho bisogno di regole, di disciplina e del pugno di ferro. Mi rendo conto che non ho più autocontrollo e che il solo fatto di dover rendere conto solo a me stesso mi ha portato ad essere menefreghista e lassista nei miei confronti e purtroppo lo sto diventando man mano con tutto e tutti. Non so se è solo una cosa temporanea, ma a me sembra che duri da un'eternità. È ovvio che questa situazione non mi piace per niente, anche perché sono sicuro che in futuro mi pentirò e mi maledirò di essere stato così stupido e debole da cadere in questo buco nero di oblio insensato; ma ora come ne esco?


Ps: Mi sa che di questo post si salva solo la foto di apertura e il video, entrambi sono l'ultimo lavoro del mio amato e sempre sia lodato Colton Ford. Il video del singolo, Let Me Live Again, è chiaramente ispirato al disegnatore nonché illustratore finlandese Tom of Finland, che con i suoi lavori ha influenzato la cultura omosessuale del ventesimo secolo rappresentando gli omosessuali come uomini virili, orgogliosi, fieri e felici di essere gay e della loro mascolinità. Se siete gay e non sapete chi sia, sappiate che vi stracceranno la tessera di appartenenza alla potentissima lobby gaya e verrete condannati ad essere eterosessuali fan del bunga bunga ma sempre morti di figa. Invece a me la toglieranno perché ho dimenticato di guardare l'Eurovision Song Contest.

domenica 12 maggio 2013

Possibile declassamento in corso



Se continua così verrò declassato 
da un'agenzia di rating a scelta 
tra Moody's,  Fitch e Standard & Poor's
da Principe delle Fiabe a ranocchio.


Sto facendo veramente schifo e me lo dico da solo,
ergo la situazione è tragica sul serio.



Sometimes I wonder where I've been,
Who I am,
Do I fit in.
Make believein' is hard alone,
Out here on my own.

We're always provin' who we are,
Always reachin'
For that risin' star
To guide me far
And shine me home
Out here on my own.

 When I'm down and feelin' blue,
I close my eyes so I can be with you.
Oh, baby be strong for me;
Baby belong to me.
Help me through.
Help me need you.

 Until the morning sun appears
Making light
Of all my fears,
I dry the tears
I've never shown,
Out here on my own.

But when I'm down and feelin' blue,
I close my eyes so I can be with you.
Oh, baby be strong for me;
Baby, belong to me.
Help me through.
Help me need you.

Sometimes I wonder where I've been,
Who I am,
Do I fit in.
I may not win,
But I can't be thrown,
Out here on my own,

Out here on my own. 

Irene Cara (Out Here on My Own - Album: Fame Soundtrack - Anno: 1980)


martedì 7 maggio 2013

Piccolo sunto dei vorrei, degli ho e degli avrò della mia Vita

Cosa vorrei:


Felicità, un Amore tutto mio, una Famiglia, un Lavoro, una Casa e la Quotidianità delle Piccole Grandi Cose.



Cosa ho:


Infelicità, un Letto Vuoto, Tanta Solitudine,  le Tre D (Disoccupazione, Disperazione, Dolore), Zero Speranze che qualcosa migliori e neanche la figaggine del modello della foto.




Cosa, invece, avrò e dunque sarò:


Solo, Vecchio e Infelice, un inutile peso per tutti e abbandonato da tutti.



venerdì 3 maggio 2013

Tiempo y Silencio


C'è stato un tempo in cui il suo scandire era regolato dagli impegni scolastici, poi nel misurarlo subentrarono le lezioni universitarie e gli esami. Non esisteva un ieri, un oggi o un domani, non esistevano le stagioni, ma esisteva un tempo che intercorreva tra un esame ed un altro. Il mio ieri era l'esame appena superato, il mio oggi quello che stavo preparando, il mio domani quello successivo che avrei preparato. Poi è arrivato il tempo della tesi e il tempo era scandito da quanto tempo passava tra un messaggio, una mail, un sms e l'altro. Se ancora ci penso, mai unità di misura del tempo è stata così dolce e bella allo stesso tempo: mi sentivo Vivo! Poi ho terminato l'università, il tempo era scandito da quanto i miei sforzi mi avvicinassero o meno al mio obiettivo da raggiungere, ossia, ciò che credevo fosse la  mia Felicità. Quando poi è morta quella Felicità, è stato come se qualcuno avesse fatto cadere una tessera del domino e avesse dato inizio ad una serie a catena che portava a far cadere altre tessere in successione più frequente, una dietro l'altra, rendendo vani tutti i miei sforzi. All'improvviso non si è rotto solo il mio mondo, si è rotto anche il mio orologio, quello che segnava i ritmi, quello che scandiva il tempo. Ma siccome "poi si muore un po' per poter vivere" mi sono buttato sulla prima cosa che capitava a tiro. Ho iniziato a contare il tempo partendo dal giorno più brutto della mia vita, quello in cui ho perso ciò che credevo fosse la mia possibilità di essere Felice. Ovvio che un modo del  genere di contare il tempo risulta fazioso: primo perché i giorni si assomigliano tutti, soprattutto quelli brutti, secondo perché non c'era differenza tra quello precedente e quello successivo, ma solo dolore, infinite domande senza risposta, dubbi e dure recriminazioni verso me stesso. Non essere amati per l'ennesima volta  come si vorrebbe, fa sempre troppo male. Probabilmente, in futuro, ce ne saranno altri di giorni brutti che sgomiteranno tra di loro per conquistare l'ambito titolo del giorno più brutto della mia vita, proprio per evitare una possibile confusione futura ho smesso di contare il tempo. Ho smesso di contare il tempo, anche perché quando ogni giornata è la fotocopia di quella precedente e di quella successiva, non ha poi molto senso contare. Ho provato ad utilizzare altre unità di misura, tipo tra un colloquio di lavoro ed un altro, ma era (è) una beffa troppo grande per poter funzionare. Ho provato a sforzarmi di usare la felicità come discriminante tra ieri, oggi e domani; ma quando si è nelle mie condizioni in cui la felicità è solo un segno grafico, un insieme di caratteri che digito su una tastiera che rimanda ad uno schermo, non ha proprio senso come unità di misura del tempo. Allora ho adottato come unità di misura la mancanza. Peggio che andar di notte, se tra un colloquio e un altro il tempo risultava lentissimo se non immobile; con la mancanza accelerava vorticosamente facendomi invecchiare precocemente. Ho smesso semplicemente di contare il tempo, ma il tempo non ha smesso di correre lo stesso. Per me ormai non ha più importanza: ho fatto tabula rasa di tutto ciò che si poteva distruggere, ho nascosto tutto ciò che non si poteva distruggere ed ho lasciato spazio al silenzio. Quel silenzio feroce che ti svuota e ti lascia stremato, quello che se ti alzi la mattina dal letto perché sei vivo o non ti alzi dal letto perché sei morto non fa alcuna differenza. Futuro, presente, passato sono privi di significato perché fusi in giorni tutti uguali che non ha senso contare. Ho lasciato inalterate le apparenze più che per me stesso, per non dar peso agli altri. Ho lasciato che un velo di silenzio mi ricoprisse tutto come un sudario, in fondo anche se non sono morto, è come se lo fossi già.


Una casa en el cielo
Un jardín en el mar
Una alondra en tu pecho
Un volver a empezar

“Un deseo de estrellas
Un latir de gorrión
Una isla en tu cama
Una puesta de sol”

Tiempo y silencio
Gritos y cantos
Cielos y besos
Voz y quebranto

Nacer en tu risa
Crecer en tu llanto
Vivir en tu espalda
Morir en tus brazos

Tiempo y silencio
Gritos y cantos
Cielos y besos
Voz y quebranto

Una casa en el cielo
Un jardín en el mar
Una alodra en tu pecho
Un volver a empezar

“Un deseo de estrellas
Un latir de gorrión
Una isla en tu cama
Una puesta de sol”

Tiempo y silencio
Gritos y cantos
Cielos y besos
Voz y quebranto

Gritos y cantos
Cielos y besos

Voz y quebranto

Cesária Évora (Tiempo y Silencio - Album: São Vicente di Longe  - Anno: 2001)

mercoledì 1 maggio 2013

Buon 1° Maggio!


Buona festa del lavoro
a chi un lavoro ce l'ha già,
a chi un lavoro non ce l'ha più,
a chi vorrebbe cambiare lavoro,
a chi vorrebbe un lavoro e non ce l'ha.

Si spera che il lavoro diventi concretamente un diritto di tutti 
e non solo mera retorica.

In attesa di tempi migliori, che forse non arriveranno mai,
si finge di continuare ad avere speranza in un futuro migliore.

Buon primo maggio a tutti e a tutte!