venerdì 11 dicembre 2015

Non capisco perché


Non capisco cosa ci sia di sbagliato nel voler stare da solo piuttosto che in cattiva compagnia chiuso in una relazione-prigione che punto 1 non voglio e che punto 2 francamente non ne ho bisogno: a cadere sono bravo da solo e posso farlo da me, per rialzarmi ci provo ogni volta anche se non so con quali grandi risultati. Che senso avrebbe farmi cadere nel baratro spinto da altri solo per non stare solo? Ogni volta penso a quel motto femminista degli anni '70 e parafrasandolo lo urlo sottovoce: io sono mio. Cosa c'è di così sconvolgente da strabuzzare gli occhi in quanto affermo? Non capisco.
Piuttosto che essere infelice in compagnia preferisco essere infelice da solo e non mi fa paura ciò che comporta e ciò che comporterà in futuro. Anche se dovessi prendere un gatto e morire in completa solitudine, con il gatto che mi mangia la faccia perché non c'è nessun altro che gli dia da mangiare; per quanto macabro sia, a me va bene così perché sarà stata una mia scelta consapevole e la migliore che potessi fare visto le circostanze. Non è che voglio essere Infelice, per quanto io sia matto e con le rotelle fuori posto, voglio essere Libero di essere me stesso e di vivere la vita come meglio credo. Certo, anch'io vorrei avere qualcuno con il quale condividere questo mio percorso e con il  quale costruire qualcosa di bello ed essere Felice. Ma se non dovessi mai incontrarlo? Che faccio? Smetto di vivere? Smetto di provare ad essere Felice? Ma 'stigrancazzi! Posso provare ad essere Felice anche da solo. Poi se c'è qualcuno che mi accompagna, o che mi accompagnerà, in questo percorso tanto meglio e tanto di guadagnato, altrimenti pazienza!

E allora perché, se non sono neanche arrivato "nel bel mezzo del cammin di nostra vita", la Regina ha sentito il bisogno di rendermi partecipe delle sue ansie nei miei confronti e sul mio futuro perché, cito testuali parole, "alla tua età dovresti trovare qualcuna, smettere di essere così selettivo a priori, perché è brutto rimanere da solo", così facendo mi è andato di traverso il mio pranzo?
Come se ad un certo punto della vita fosse importante trovarsi qualcuno non importa chi, ma solo io lo trovo avvilente? Ma poi sono così selettivo? È così brutto volere un Amore tutto mio, un Amore con la A maiuscola che mi faccia stare bene, sentire importante più del solito, migliore più del solito e che mi renda Felice? Non sono più capace di innamorarmi? Ma si può smettere all'improvviso di innamorarsi per sempre dall'oggi al domani? Possibile che io abbia prosciugato la mia capacità d'amare con Lui ed ora ne sia rimasto praticamente senza per gli altri? Non so. Non capisco. Mi sembra un po' assurdo. 
La mia vita sociale non brilla poi molto, nonostante ultimamente mio malgrado sia rimasto invischiato in un triangolo amoroso Lei-Lui-L'Altro (triangolo importante, significativo e utile "quanto masticare una chewing-gum per risolvere un'equazione algebrica", citazione cinematografica colta), le persone che frequento quotidianamente e/o con le quali vengo a contatto giornalmente non suscitano in me chissà quali "grandi emozioni" in sfumature che vanno dall'amicizia fino all'indifferenza, passando per il non la reggo. Comunque nessuna emozione che si avvicini al mi fa battere il cuore e né tanto meno che mi risvegli istinti selvaggi di sesso sfrenato. Possibile che sono così sbagliato? Possibile che sono bloccato?
Vorrei poter provare gli stessi sentimenti, le stesse sensazioni, che nutrivo per Lui, ma solo per qualcun altro o eventualmente qualcun'altra, ma nella stessa intensità e naturalmente esserne ricambiato. Chiedo troppo? È sbagliato usarlo come metro di giudizio? Ad esser sincero qualcuno che ha superato questo mio metro di giudizio ci sarebbe, quindi in fin dei conti non mi sembra di essere così selettivo, o sbaglio? E allora perché mi preoccupo?


E c'è una serie di persone da evitare:
amanti, buchi neri, gente intestinale…
Crocerossina mia, adesso ascoltami:
tu non lo salverai. Dai scappa! Arrenditi!

Il "logorroico" vuole aggiungere un concetto,
io gli direi: "Sì, t'ho capito ma che hai detto?"

L'uomo "interruptus ", tira su col naso che è un folletto,
è tossico di giorno e guasto a letto!

L' "anaffettivo" ti ricoprirà di ansie
e se gli dici "Ti amo" ti risponde "Grazie!"

Il "possessivo" è un succhia-cuore e non si arrende
non ti stupire se hai le spie nelle mutande!

Lui…
mi ha detto addio…
mi amava troppo…
com'è che non scoppio…

C'è il tipo "carpe diem", sta fermo lì,
diventi vecchia se aspetti che lui si sblocchi!

Tu vattene via! È meglio così!
Vuoi restare amico, ma amico di chi?
No, no, no… Lista nera…
E finisce qui! È meglio così!
Non è colpa tua se sei nella mia lista nera!
Lista nera…

L' "artista incompreso" non può starti dietro
si vende anche la mamma pur di essere noto!
C'è il "maledetto", poi, che beve come un lavandino
non tocca e ti mitizza e lui oltre il giardino!
L'uomo "Fantozzi" ha una moglie che non vuole,
dei figli che non vuole, ma senza te, lui, muore…
chissà perché non fa progetti ma ti dice "Ti amo"
sceglierà sempre "lei" e stare sul divano!
L'uomo "dissenteria" è quello che dà ai nervi
si accorge che ti ha perso quando è troppo tardi!
Poi c'è il bugiardo, no, quant'è carino…
è capitato a tutte… l' "Aladino"!

Lui…
mi ha detto addio…
vuole il suo spazio…
gli metterei un razzo…

L'uomo "revival", lo sa, ti pensa e poi
tornerà quando sarai guarita da lui!

Tu vattene via! È meglio così!
Vuoi restare amico, ma amico di chi?
Tu sei da… Lista nera…
E finisce qui! È meglio così!
Non è colpa tua se sei nella mia lista nera!
Lista nera…

Romina Falconi (Lista Nera - Album: Certi sogni si fanno attraverso un filo d'odio - Anno: 2015)


domenica 22 novembre 2015

La dura e cruda verità...


«Una persona può mancarti quanto ti pare, 
ma se tu non le manchi c'è poco da fare».
Principe Kamar

lunedì 2 novembre 2015

Lost!


Mi sento come se fossi immerso nella nebbia 
ed abbia perso di vista me stesso e tutto il resto.

Annaspo,
sprofondo,
vado a fondo.

Mi perdo...


Just because I'm losing
Doesn't mean I'm lost
Doesn't mean I'll stop
Doesn't mean I'm across

Just because I'm hurting
Doesn't mean I'm hurt
Doesn't mean I didn't get what I deserved
No better and no worse

I just got lost!
Every river that I tried to cross
Every door I ever tried was locked
Ohhh and I'm just waiting til the shine wears off

You might be a big fish
In a little pond
Doesn't mean you've won
'Cause along may come
A bigger one

And you'll be lost!
Every river that you tried to cross
Every gun you ever held went off
Ohhh and I'm just waiting til the firing's stopped
Ohhh and I'm just waiting til the shine wears off

Ohhh and I'm just waiting til the shine wears off
Ohhh and I'm just waiting til the shine wears off

Coldplay (Lost! - Album: Viva la vida or Death and All His Friends - Anno: 2008)

mercoledì 7 ottobre 2015

Ripartenze: avrei bisogno di un giorno migliore


Io ci riprovo a ripartire ma qui si ha difficoltà a carburare tra problemi burocratici che mi sfiancano, tra aumenti sconsiderati di tasse universitarie (praticamente pago 500 € in più dello scorso anno e tra prima e seconda rata supero di poco i 1500 €, mortacci loro!), tra servizi inesistenti, con a stento un solo corso iniziato con orario mobile che cambia ogni mezz'ora che per forza di cose ti porta a sviluppare comportamenti ossessivi-compulsivi come aggiornare spesso e più volte al giorno il sito del corso di laurea, con parecchi tempi morti, tirocini che vanno a rilento che ovviamente mi si accavalleranno portandomi con l'acqua alla gola per colpa degli altri e della burocrazia. A me questa alea con cui si ammanta questo nuovo anno accademico mi manda in bestia, mi destabilizza e cosa ancora peggiore mi fa concludere veramente poco perché dovendo dipendere dall'incertezza degli altri io non riesco ad organizzarmi e quindi non riesco a fare neanche una mezza cosa per volta, di conseguenza mi abbatto e produco ancora meno entrando così in un circolo vizioso senza uscita che può portare solo a fallimenti. In più devo recuperare un anno non proprio esaltante che mi ha portato a rimanere indietro di cinque esami (in realtà quattro ma uno è diviso in due esami anche se il voto è unico), complice un blackout a settembre che non mi ha permesso di sostenere esami. Ho il morale veramente a terra e all'orizzonte vedo solo nubi nere e non so se ce la farò. Mi sento solo ed ho pure elemosinato abbracci, non sono al top neanche con la salute. Ho poi scoperto di avere un cuore rotto che pensavo di avere aggiustato, ma a quanto pare il mio inconscio e il mio corpo mi mandano segnali che non ho aggiustato proprio un cazzo (bonjour finesse!). Quindi mi ritrovo in una e più impasse che mi stanno fagocitando e annientando a poco a poco.
Insomma riparto parecchio in salita e con mezzi di fortuna, avrei veramente bisogno che qualche piccola cosa andasse a buon fine sul serio, avrei bisogno di un giorno migliore.


Viaggerò fino al mare
passando dal sole
tu mi vedrai
vengo a prenderti
quanto costa l'amore
nel telegiornale
non crederci
vengo a prenderti
quanto basta ad un cuore
per dirsi felice
di vivere
tu sorridimi
dammi ventiquattr'ore
ti vengo a cercare
tra Venere e le lucciole
un giorno migliore migliore migliore.

Dimmi cos'è questa luce che viene dall'anima
e mi fa ballare
dimmi cos'è
che distende le pieghe dell'anima
dimmi cos'è
è il mio giorno migliore, migliore, migliore, migliore.

 Viaggerò senza sosta
qui nella mia stanza
e tu ci verrai
sto aspettandoti
quanto costa la guerra
se non c'è speranza di vincerla
devi arrenderti
a me basta trovarti stanotte
ai confini dell'essere
o non essere
dammi un attimo e arrivo
mi vesto di scuro
tu mi vedrai
vengo a prenderti.

Dimmi cos'è questa luce che viene dall'anima
e mi fa ballare
dimmi cos'è
che distende le pieghe dell'anima
questa voce che mi parla di te
dimmi cos'è
che distende le pieghe nell'anima
dimmi cos'è
è il mio giorno migliore, migliore
è il mio giorno migliore.

 Dimmi cos'è questa luce che viene dall'anima
e mi fa ballare
dimmi cos'è
dimmi cos'è
che distende le pieghe dell'anima
dimmi cos'è

È il mio giorno migliore
è il mio giorno migliore
questo è un giorno migliore.

Giorgia (Il mio giorno migliore - Album: Dietro le apparenze - Anno: 2011)

domenica 13 settembre 2015

Ansia irrazionale


Sono preda di un'ansia irrazionale
che mi assale, mi paralizza e mi divora.
Eppure ho accumulato tanti piccoli fallimenti nella mia vita
che non mi spiego come possa un fallimento in più o in meno fare la differenza.
Non credo che dipenda da ciò: per questo è irrazionale.
Non capisco, non mi capacito, non riesco a trovarne le cause.
Magari è la stanchezza, però...
Possibile che sono sempre così stanco?
Mica zappo dalla mattina alla sera!
Ho questa continua sensazione 
come se dovesse capitare qualcosa di veramente brutto.
E se fosse paura? 
Ma paura di cosa?
Intanto mi sento divorato,
consumato,
consunto
dall'ansia
e chissà quando mi passerà.


René Aubry (Steppe - Album: Steppe - Anno: 1990

lunedì 7 settembre 2015

Non credo di farcela ad andare avanti


Sono ostaggio della mia ansia, 
di un'estate tra le più brutte della mia vita (finora), 
di delusioni che si moltiplicano troppo spesso,
di un umore in caduta libera,
della mia solitudine,
di battute d'arresto,
della stanchezza,
dell'infelicità.

Sono a pezzi e non credo di farcela ad andare avanti.
Ho quell'ansia che precedono i disastri annunciati di cui sono il personale ed unico artefice.

Mi ripeto:  passerà!
Ma se così non fosse?


Clint Mansell (Requiem for a Dream - Album: Requiem for a Dream - Anno: 2000)

domenica 5 luglio 2015

Un messaggio che non arriverà



E poi ti prende un attacco di nostalgia acuta, uno di quelli che non passa perché è impossibile rivedere quella persona per fartelo passare.
Uno di quelli in cui non basta alzare la cornetta perché non c'è un segnale potente che arrivi fino a lì.
Uno di quelli in cui non c'è fibra ottica così potente  per riuscire a contattarti.
Uno di quelli in cui non c'è servizio di posta che arrivi fin lassù.
Uno di quelli in cui puoi alzare il culo quanto vuoi ma non c'è nulla da fare perché a volte la vita è ingiusta senza un perché.
A me resta solo la nostalgia e la sensazione che arriverò presto, ma fino ad allora tu chiacchiera ancora un po' con Audrey  e continuate a fare colazione da Tiffany nella sede di lassù.
Buon non (purtroppo) compleanno.
Un abbraccio da quaggiù.
Il tuo cuginone pasticcione.


Avrei voluto avere il giusto tempo per studiare per potermi laureare, era il sogno di mio padre.
Avrei voluto ridipingere di rosa la mia stanza ancora vuota, com’è vuota l’apparenza di un sorriso.
E poi comprarti un cappello nuovo, fingere che tu stai bene
non aver paura, io sono qui e ti chiedo perdono per il tempo sprecato
per quello che sono e non ti ho mai dato, per tutte le cose lasciate a metà
il nostro viaggio da fare in un giorno di sole

eheheheheheheh

Avrei voluto rimanere qui a dormire ore ed ore senza respirare e non dover parlare, non pensare
Il tatuaggio sulla schiena fatto senza aver timore sopra la mia pelle, sopra… sopra la tua pelle
Domenica sarai meravigliosa, tu con l’abito da sposa, non aver paura… io sono qui

E ti chiedo perdono per il tempo sprecato
per quello che sono e non ti ho mai dato
per tutte le cose lasciate a metà
il nostro viaggio da fare in un giorno di sole.

eheheheheheheh

E ti chiedo perdono per il tempo sprecato
per quello che sono e non ti ho mai dato
per tutte le cose lasciate a metà
il nostro viaggio da fare in un giorno di sole.

Bianca Atzei (In un giorno di sole - Album: Bianco e nero - Anno: 2015)

martedì 26 maggio 2015

Riflessioni su questi ultimi tre anni perché "Certi sogni si fanno".


Pensavo non sarei mai sopravvissuto ma a quanto pare mi sbagliavo: dopo 3 anni sono andato avanti lo stesso anche se credo che una parte di me sia morta quel giorno stesso. Ho chiuso il cuore in un cassetto e buttato la chiave nel cesso  per provare a rimetterlo in sesto. Ho abbandonato sogni felici a cui mi aggrappavo disperatamente per tenermi a galla. Ho riconvertito i miei sogni spostandoli verso un'autorealizzazione professionale che ahimè stenta ad arrivare o che potrebbe essere abortita ancor prima di essere realizzata (fanculo la buona scuola!). In un certo qual modo, volente o nolente, sono andato avanti; però... Ho la fissa dei però, per cui mi capita spesso di ripensarci e non posso fare a meno di pensare a quanto sia stato stupido, egocentrico, ottuso, ecc.. Di come avrei potuto comportarmi più dignitosamente invece di stracciarmi le vesti come portatore di verità assolute che ha subito un attacco di lesa maestà, come se per qualche oscuro motivo irrazionale mi fosse dovuto qualcosa. Insomma ho lasciato fuoriuscire il peggio di me e se potessi vorrei tornare indietro per correggere questi errori pur sapendo che non cambierebbero il risultato, ma che forse riuscirebbero a farmi sentire meglio. Ecco, non c'è un motivo particolare ma ultimamente mi sento spesso fuori luogo, irrazionale, incasinato, inutile e stanco. Non so, forse invecchiando si diventa più saggi, o più semplicemente si ha bisogno di avere una cerchia che faccia da scivolo, da materasso di sicurezza come quando ci si deve buttare dalla finestra perché è scoppiato un incendio in casa ed è l'unica cosa sensata da fare, anche perché non verrà alcun pompiere a salvarti perché non può farlo.
L'unica cosa che non riesco a mandar giù è proprio la fine di questo rapporto di amicizia con Lui. Ecco, è come se mi sentissi defraudato di una parte importante del mio scivolo d'emergenza. Forse non dovrei dirlo ma mi mancano quelle chiacchierate, le battute sceme, il tempo scandito dalla ricezione delle mail. Fino a quando facebook non aveva censurato i suoi messaggi, in seguito a segnalazioni del suo profilo da parte di gruppi omofobi organizzati, trovavo conforto nel rileggere quelle vecchie conversazioni, quella spinta a provare ad essere migliore, anche in quelle conversazioni in cui ho dato il peggio di me. Invece, ormai da parecchi mesi riesco a leggere solo i miei messaggi mentre i suoi non ci sono più perché sono stati momentaneamente rimossi in attesa di verificare l'account. Riguardando quelle conversazioni monche sembra di assistere ad un triste monologo. E se in realtà fosse stato sempre così? Se mi fossi solo parlato addosso per tanto tempo, troppo egocentrico per accorgermi della realtà che avevo di fronte? A pensarci mi prende lo sconforto. A dirla tutta mi prende lo sconforto per come sono stato cancellato e catapultato nell'oblio; di come Lui non ha sentito l'esigenza di riallacciare il rapporto di amicizia precedente. So per certo che ha un nuovo account su facebook, anche perché non è che il web sia proprio così immenso, ma non ha sentito e non sente l'esigenza di avere un rapporto civile con me. C'è una parte di me che non riesce a dargli torto, ma l'altra parte, quella che c'è rimasta malissimo, che oltre ad essere rimasta spiazzata si è giustamente trincerata dietro un briciolo di amor proprio e di orgoglio per cui neanche morto gli chiederei l'amicizia: perché una cosa che ho imparato in questi anni, è che non si può imporre la propria presenza agli altri e, che una volta arrivato il momento, bisogna lasciarli andare per la loro strada, anche se ciò fa male, tanto male, troppo male.
Quindi caro Facebook potresti evitare di mandarmi decine e decine di mail in cui mi suggerisci di chiedergli l'amicizia? Ogni volta è un colpo al cuore e fa male perché rappresenta in maniera evidente la mia incapacità a non aver saputo gestire bene un rapporto che evidentemente ho buttato alle ortiche come il deficiente che sono.
Ora qualcuno penserà che io sia un fissato monotematico ancorato al passato, ma si sbaglia, perché ciò che mi è successo 3 anni fa è ciò che mi ha portato a quello che sono adesso, con i miei pochi e quasi per nulla esistenti pregi ed i miei innumerevoli difetti che non smettono mai di moltiplicarsi sempre più. Quindi è logico che io usi RdS come metro di giudizio, per quando il mio cuore sarà guarito e batterà i piedi a terra perché è arrivato il momento di mettersi in gioco, perché nonostante tutto Lui era quello che più si avvicinava al mio uomo ideale, quello che sembrava l'altra mia metà della mela per essere completo. 
Così è logico che ci rimanga male quando un amico mi dice che va a fare un sonnellino, ci sentiamo più tardi e poi scompare nel nulla per più di 17 giorni e allora penso che o vuole prendere il posto della Bella Addormentata o che più semplicemente non si fida abbastanza di me e non mi ritiene un suo amico di cui fidarsi e con cui confidarsi. Anche se ho problemi d'abbandono e forse sono pure un po' autistico nei rapporti sociali, lascio andare via anche lui ma ciò non toglie che mi girano come se fossero le pale eoliche. A me non va di essere un albergo con gente che va e viene a suo piacimento, potrei capirlo qualora si esaurisse ciò che avremmo da dirci, ma fino ad allora non l'accetto. Tutto ciò mi porta a sommare sfiducia su sfiducia nelle mie capacità relazionali, col rischio di perdermi qualcosa di importante e di vivere a metà perché frenato. Poi succede che vado a Roma per un concorso, che ha già in sé dei traumi legati ai corsi e ricorsi della storia sempre di tre anni fa, in un periodo che dire che annaspo non rende appieno l'idea. Eppure, con un po' di sollecitazione da parte di alcuni miei scivoli e materassi di sicurezza, mi convinco a conoscere di persona un blogger-twittero che apprezzo e stimo da tempo, a cui voglio pure bene e che supera con una certa facilità anche il metro di giudizio RdS (segno che forse non è poi così impossibile superarlo), tant'è che per me la singletudine di questo blogger-twittero rimane un mistero (perché a mio parere dovrebbe avere alla sua porta chilometri di fila di uomini col numerino in attesa, ma questo rimane uno dei tanti misteri della vita). Per cui passo una piacevolissima ora e mezza in sua compagnia, compagnia che per me è stato come una boccata di aria fresca. In un periodo in cui sono proprio alla canna del gas, ho respirato a pieni polmoni ossigeno puro di cui avevo bisogno. 
Non so cosa mi riserverà il futuro e se anche questa bella persona entrerà o meno nella cerchia del mio scivolo e materasso di sicurezza, ma sicuramente ne è valsa la pena conoscerlo, anche perché è stata un'iniezione di fiducia in me stesso. Spero sempre di poter riallacciare una bella amicizia con RdS, ma se così non fosse mi sto rassegnando al fatto che ciò possa non accadere più e nel contempo sto andando avanti per la mia strada, a fare esperienze e a trovare il bello ovunque e a portarlo sempre con me: certi sogni si fanno sperando di realizzarli.

Clicca sull'anteprima: http://www.shazam.com/track/105291107/certi-sogni-si-fanno 
Corro per dimenticare leggera 
la sigaretta e assenzio
per non farmi più stordire dai colpi forti del silenzio.
Vedo il corpo incatenato
ma  corro per non baciarti adesso,
adesso che sarai nel letto con chi sembra che abbia il permesso.
Voglio stordirmi tra la folla, tra luci e buio
per non ricordare
e l'immagine perfetta è averti qui per poterti respirare.
Il problema è che non scordo
ed ho capito mi conosco poco e male.
Se non amo te mi perdo
volerti sembra un danno
certi sogni si fanno. 
Io voglio correre da te
Io voglio correre da te
Io voglio correre da te
Io voglio correre da te
Dopo tutto ti ho sfiorato un istante,
mi sento tua sempre.
Io che sono al mondo per appartenere alle tue mani solamente.
Non mi scopriranno se in silenzio griderò il tuo nome
e per farmi sopravvivere verrai a casa mia stanotte.
Quando vai via è la paura che entra qui,
mi manchi più del sangue.
Con te ho capito quel che al mondo non ammette
l'amore non è ovunque.
Quando vai via io sento il senso di vuoto 
come dopo un combattimento.
Se non amo te non sono,
volerti sembra un danno,
certi sogni si fanno.
Io voglio correre da te 
Io voglio correre da te
Io voglio correre da te 
Io voglio correre da te

Romina Falconi - (Certi sogni si fanno - Album: Certi sogni si fanno - Anno: 2014)




domenica 17 maggio 2015

Impantanato


Mi ero ripromesso di aggiornare questo mio blog spesso, ma a quanto pare non ci riesco perché o sono troppo stanco per farlo, o non ne ho voglia o perché più semplicemente finirei per scrivere post lagnosi e ripetitivi, un po' come sarà questo post. Eppure, avrei tanto da raccontare! Ultimamente mi sento sempre più impantanato perché mi sembra di sprofondare sempre più in una vita che non mi appartiene più. Spesso ho il morale a terra e le cattive notizie che provengono dal mondo della scuola, con la pessima riforma di Renzi, mi scoraggiano parecchio, per non parlare del brutto periodo politico, economico e sociale che sta attraversando il Bel Paese, che ormai ha solo la nomea e nulla più. Anche l'università non sta andando un granché bene: tra orari improponibili e soprattutto insostenibili, corsi non proprio esaltanti e motivanti, colleghi che fan venire il latte alle ginocchia, problemi burocratici, esami che non ho fatto in tempo a preparare e a sostenere nel primo semestre e che pesano come macigni in questo secondo semestre, poco tempo per studiare bene... Insomma quest'anno la mia situazione universitaria non è proprio rosea, anche perché mi vergogno un po' a dirlo ma credo di avere un rifiuto per alcune materie anche a causa del lutto che mi ha colpito e scombussolato mentre le stavo preparando. Infatti, ogni volta che dovrei aprire quei libri, quei quaderni, quegli appunti, quelle slide mi viene un senso di repulsione che proprio non riesco a farmi passare (soprattutto biologia che mi mette ansia). A complicare le cose c'è il fatto che in alcuni momenti è come se si fosse aperto uno spazio-temporale e mi sembra di essere tornato indietro di tre anni, anche se con delle differenze considerevoli. Così, mi ritrovo a preparare nello stesso periodo, con lo stesso problema della mancanza di tempo, lo stesso concorso, con gli stessi libri. Però, questa volta cambia sede e ordine di prova concorsuale; ma non solo, questa volta ho la certezza che Lui non ci sarà, così come non ci sarà la sua telefonata ed io non comprerò un altro libro di poesie per ricordarmi che quella era una telefonata amichevole di cortesia perché tredici giorni prima mi aveva spezzato il cuore. In compenso tornerò col pullman come quella volta, ma mi farò solo 6/7 ore di viaggio, interruzioni permettendo, contro le 16 ore di tre anni fa e per risparmiare farò anche l'andata col pullman (e me la cavo con 40€ escluso i soldi per i mezzi pubblici dentro la città eterna e senza bisogno di pernottare). Speravo che questo concorso subisse lo stesso periodo di slittamento di quello precedente e a quanto pare questa volta non è andata così, portando a sommare stress su stress universitario e stress per il matrimonio di mia sorella (per la cronaca mancano meno di due mesi ed io sono ancora senza l'abito e la voglia di comprarlo è prossima allo zero soprattutto perché mi sento più cesso e più sfatto del solito). Ad essere sincero, vado a fare questo concorso più che altro perché non voglio scrupoli e non voglio lasciare nulla di intentato, ma, Renzi permettendo, il mio sogno rimane fare il maestro. 
Sento di non farcela a rimanere a galla, mi sembra di sprofondare sempre più. All'esterno ho una facciata solida ma dentro sono un cumulo di macerie. Sono a pezzi moralmente, fisicamente, intellettualmente e spiritualmente. È come se avessi smarrito la bussola e vagassi senza una meta. Ho messo da parte il cuore e ho puntato sul cervello, ma continuo a sentirmi incompleto e fuori posto. Mi sembra che per quanti sforzi faccia per voltare pagina ed iniziare a scrivere nuovi capitoli, ritorno sempre dietro. Ho ripreso a mentire a me stesso dicendomi che va tutto bene, che andrà tutto bene, nella speranza che vada tutto bene realmente, ma non è così. Non basta solo ripeterlo a mo' di mantra che per magia si aggiusta tutto. Mi sento infelice senza un perché. Non ho boccate d'ossigeno e di spensieratezza per questo mi sembra di sprofondare sempre più. È come se stessi perdendo del tempo prezioso, come se senza accorgermi mi stia perdendo la mia vita tra le dita, impantanandomi sempre più.


C’è chi aspetta un miracolo
e chi invece l’amor
Chi chiede pace a un sonnifero
chi dorme solo in metrò
Lento può passare il tempo
ma se perdi tempo
poi ti scappa il tempo
l’attimo
Lento come il movimento
che se fai distratto
perdi il tuo momento
perdi l’attimo
E chi guarda le nuvole
e chi aspetta al telefono
chi ti risponde sempre però
chi non sa dire di no
Lento può passare il tempo
ma se perdi tempo
poi ti scappa il tempo
l’attimo
Lento come il movimento
che se fai distratto
perdi il tuo momento
perdi l’attimo
Tu non lo sai come vorrei
ridurre tutto ad un giorno di sole
tu non lo sai come vorrei
saper guardare indietro
senza fare sul serio, senza fare sul serio
come vorrei distrarmi e ridere
C’è chi si sente in pericolo
c’è chi si sente un eroe
chi invecchiando è più acido
chi come il vino migliora
Lento può passare il tempo
ma se perdi tempo
poi ti scappa il tempo
l’attimo
Lento come il movimento
che se fai distratto
perdi il tuo momento
perdi l’attimo
prendi l’attimo
Tu non lo sai come vorrei
ridurre tutto ad un giorno di sole
tu non lo sai come vorrei
saper guardare indietro
senza fare sul serio, senza fare sul serio
come vorrei distrarmi e ridere.

Malika Ayane (Senza fare sul serio - Album: Naïf - Anno: 2015)

martedì 24 marzo 2015

Oggi si festeggia la stupidità, in particolare la mia che compie 4 anni.


Non riesco a non pensare a quel povero idiota che pensava che sarebbe stato salvato e invece è rimasto scottato (ed ho fatto pure la rima!). Non so se bollarlo come povero diavolo, che pena mi fa (Cocciante docet), o invece essere duro ed inflessibile senza pietà (Anna Oxa docet). Ma come si fa ad essere così stupido, così irrazionale? Come si fa ad attendere fiducioso per più di 24 ore basandosi sul nulla? Non solo come si fa a non notare tutti i segnali lampanti ed evidenti? Come si fa a pensare che ci sarebbe stato il lieto fine? Queste sono le domande che continuo a pormi, quelle più pesanti nei miei confronti le taccio per pudore.
Mi piacerebbe capire cosa mi spinse quattro anni fa: ad essere così cieco, ad avere un fitto velo sugli occhi, ad avere una fiducia così incondizionata, ad avere come principale ricordo di un evento così importante (come la mia laurea) solo la mia attesa, il mio essere eterna Penelope ad aspettare un qualcuno, qualcosa che non accadrà mai.
Di quella giornata il ricordo prevalente che ho, è solo l'attesa mista all'impazienza per l'inizio di quello che credevo diventasse una nuova Vita, l'inizio di una Felicità immensa, indescrivibile e inimmaginabile. Pensavo che quell'atto concludesse una pagina buia, o comunque piuttosto bianco-scura della mia vita: quello era il mio passato, Lui sarebbe stato il mio presente ed il mio futuro. Futuro che è morto ancor prima di iniziare. Cosa rimane di quel povero diavolo senza pietà? Bando alla realtà, alla verità, alla razionalità, ai presupposti... come se per un oscuro arcano il mio Grande Sogno d'Amore e di Felicità si dovesse realizzare per forza, si realizzasse solo perché io volevo che accadesse così. Io, io, io così egocentrico, così stupido, da non voler vedere la realtà per quello che era. Non smetterò mai di darmi dello stupido, del povero illuso per tutto ciò che è accaduto. Non mi perdonerò mai.
Ma poi sul serio, come ho fatto a pensare che ci sarebbe stato il lieto fine anche per me? Come ho potuto pensare che passato quello scoglio, tutto il resto sarebbe stata una passeggiata? Quanto sono stato presuntuoso a pensare che si sarebbe innamorato di me? Su quali basi fondavo questa mia totale e completa assurdità? Come è possibile che sia stato così ingenuo da non essere razionale? Possibile che la mia sete di Amore era così grande come la mia solitudine, come il mio grande bisogno di essere amato da lobotomizzarmi il cervello completamente?
Cosa mi rimane di quel giorno, se non l'attesa, l'illusione di un Grande Amore tutto mio, abortito ancor prima di nascere? Speravo prima in una sorpresa dal vivo, poi un post-sorpresa sul suo blog, poi in una sua telefonata, poi un suo sms, poi una sua mail... ecco, se dovessi descrivere una persona patetica, be', quella persona sono io in quel giorno di quattro anni fa. Ho aspettato 7 giorni per ricevere un augurio striminzito tramite mail, ed io non in quei 7 giorni non ho trovato nulla di meglio da fare che tormentarmi nella speranza che non gli fosse successo qualcosa di male, arroccandomi nella mia follia in cui ci si fa un po' da parte per chi si ama e i suoi bisogni vengono prima dei miei. Una persona sveglia avrebbe capito l'antifona che stavo prendendo lucciole per lanterne e avrebbe detto stop a queste follie da sognatore bisognoso d'Amore. Perché non l'ho fatto? È da quel 24 marzo 2011 che provo a darmi una risposta, ma non ci arrivo.

Shakespeare scrisse nel suo Macbeth (atto IV, scena III) che:
La pena che non si esprime ordina al cuore di spezzarsi.
Io in parte l'ho espressa e il cuore mi si è spezzato ugualmente, forse sarà perché ho taciuto tutte le volte che mi sent(iv)o morire dentro.
A scuola, lunedì, con i bambini di quinta abbiamo letto una poesia di Nazim Hikmet. Parlando dell'autore ho citato la mia poesia preferita e senza rendermene conto ho pensato a Lui e mi sono bloccato: il mio viso è andato in fiamme, ho biascicato qualcosa, il primo verso della poesia mi è morto in gola, ho finto di non ricordarmela. Se l'avessi recitata, probabilmente sarei scoppiato in lacrime e non credo che quello fosse il tempo e il luogo adatto per farlo. Mi sono ricordato di quando gliela dedicai quel san Valentino dello stesso anno, rammaricandomi che non l'avrei passato con Lui, Lui che con signorilità mi bloccò dicendomi del mio abbaglio. Non capii, ci rimasi male. Mai come quando qualche anno dopo su facebook dedicò quella stessa poesia al suo attuale compagno. Ironia della sorte, tempo fa mi hanno regalato un libro di poesie di Hikmet che non ho mai avuto il coraggio di leggere: in genere i libri di poesia li leggo aprendo a caso le pagine, lasciandomi trasportare dalle emozioni e dal caso. Il caso mi ha fatto beccare la mia poesia preferita, proprio quella, ed è stato un tonfo al cuore. Il mio è un atteggiamento infantile, anche perché ogni san Valentino la pubblico sui vari social come augurio generico: è troppo bella per non essere divulgata. A me ricorda quanto stavo bene e accarezzavo il mio piccolo sogno, quando pensavo che l'avrei realizzato e sarei stato Felice.
Oggi festeggio i 4 anni della mia stupidità, per non dimenticare dove può arrivare la mia follia.



Questa festa mi sembra un grande giardino 
guardo i meli e le rose e poi ecco c'è Adamo 
Mister No tu sei il mio rimpianto, 
l'occasione che non ho colto, 
ti rincontro e sto volando 
Questo tempo che fine hai fatto 
meno male che ho il rossetto 
e tremo anche lo smalto 

Io non ti ho avuto mai, ti ho amato fino adesso, 
ti avvicini ad ogni passo 
Finché non mi ami tu non è lo stesso 
Mister No decidi adesso 
Quegli occhi prova a mettermeli addosso o no 
Ti chiedo almeno il cuore ce l'hai morbido 
Chi non hai scelto ti rimane addosso 
No, non dirmi no, no, non dirmi no... 

Se mi guardi io brucio senza fare rumore 
Mister tu hai troppe donne, io non sto tanto bene 
Mister No il tuo sguardo parla 
e io aspetto la tua conferma, 
zitto osservi, non temi nulla 
Sotto sotto tu mi vuoi bene, 
Mister No dimmi pure adesso 
sotto sotto dove? 

Io non ti ho avuto mai, ti ho amato fino adesso, 
ti avvicini ad ogni passo 
Finché non mi ami tu non è lo stesso 
Mister No decidi adesso 
Quegli occhi prova a mettermeli addosso o no 
Ti chiedo almeno il cuore ce l'hai morbido 
Chi non hai scelto ti rimane addosso 
No, non dirmi no, no, non dirmi no... 

Voglio lui che ha deciso di non chiedere, 
lui che appena parla fa sorridere 
Mister No lui lo sa che non so smettere 
Tutte vogliono lui, lui sa proteggere 

Io non ti ho avuto mai, ti ho amato fino adesso, 
ti avvicini ad ogni passo 
Finché non mi ami tu non è lo stesso 
Mister No decidi adesso 
Quegli occhi prova a mettermeli addosso o no 
Ti chiedo almeno il cuore ce l'hai morbido 
Chi non hai scelto ti rimane addosso 
No, non dirmi no, no, non dirmi no...

Romina Falconi (Mister No - Album: Un filo d'odio - Anno: 2014)

lunedì 2 marzo 2015

Ripartenze


È stato un periodaccio in cui ho sbattuto a muso duro con la realtà:
tra battute d'arresto e false ripartenze,
tra salite ripide e vicoli ciechi,
tra addii e arrivederci,
tra solitudine e assenze,
tra mie incapacità e mie paure,
tra vuoto e cadute,
tra socialità e asocialità,
tra "mi manchi" taciuti e confessati alla notte,
tra l'abisso e l'inferno,
tra voglia di mollare e voglia di continuare...
Eppure sono ancora qua,
immobile, ma con la voglia di ripartire,
e la necessità di nuove partenze.


Eu não sei prá onde a gente vai
Andando pelo mundo
Eu não sei prá onde o mundo vai
Nesse breu vou sem rumo

Só sei que o mundo vai de lá pra cá
Andando por ali
Por acolá
Querendo ver o sol que não chega
Querendo ter alguém que não vem

Só sei que o mundo vai de lá pra cá
Andando por ali
Por acolá
Querendo ver o sol que não chega
Querendo ter alguém que não vem (não vem)

Só sei que o mundo vai de lá pra cá
Andando por ali
Por acolá
Querendo ver o sol que não chega
Querendo ter alguém que não vem

Só sei que o mundo vai de lá pra cá
Andando por ali
Por acolá
Querendo ver o sol que não chega
Querendo ter alguém que não vem

Cada um sabe dos gostos que tem
Suas escolhas, suas curas
Seus jardins
De que adianta a espera de alguém?
O mundo todo reside
Dentro, em mim

Cada um pode com a força que tem
Na leveza e na doçura
De ser feliz.

Vanessa da Mata (Onde Ir - Album: Vanessa da Mata - Anno: 2002)

mercoledì 28 gennaio 2015

Se solo potessi


C'è la neve, ma non c'è più chi fa la battuta scema sul gatto delle nevi che mi fa(ceva) tanto ridere. Se potessi, tornerei indietro di 4 anni, ma non si può. Pensandoci bene anche allora ero messo male, ma almeno dal punto di vista del cuore mi sentivo Felice e tutto sommato ciò mi faceva andare avanti perché mi sentivo amato e allo stesso tempo avevo la speranza che prima o poi si innamorasse di me, così avrei avuto anch'io il mio lieto fine da fiaba. La verità è che se anche non ne parlo più e ne scrivo ancora meno, lui mi manca. Aggiungo che mi manca tanto, anche troppo. Ad essere onesti mi manca più come Amico, sapeva come prendermi e chiacchierare con lui, in un certo qual senso mi rasserenava e mi faceva stare bene perché riusciva a tirare il meglio di me (anche se alcune volte pure il peggio). La sua assenza è un vuoto incolmabile, un vuoto a cui non riesco ad abituarmi e a darmi pace. È un'assenza che mi fa male. Ancor di più mi fa male il fatto che non gli manco neanche un po' come amico e per questo mi sento un fallito. Non posso imporgli la mia presenza e se ha deciso di tagliarmi fuori dalla sua vita avrà le sue buone ragioni che rispetto, ciò non toglie che tutto ciò mi faccia star male e mi faccia soffrire. Penso a come ho sbagliato tutto con Lui, a come ho reagito istintivamente e a come invece avrei dovuto reagire: essere felice per Lui e sopprimere in me il dolore di non essere io il fortunato prescelto, perché come al solito di me non ci si innamora perché sono la seconda scelta (quasi quasi come epitaffio sulla mia lapide ci starebbe accanto al termine sfigato). In questo periodo penso tanto a Lui, più del solito. 
Non so se dipende da un insieme di più cose: iniziando da problemi con lo studio e la preparazione degli esami, fino ad arrivare agli immancabili problemi burocratici universitari, fino a passare attraverso la stanchezza e al fatto che ho parecchi pensieri vuoti nella testa. La prematura morte di D. mi ha lasciato parecchio scosso. Mi sento tanto giù di morale, sono stanchissimo come se fossi invecchiato di colpo e fossi confuso. Sono stanco di combattere contro i mulini a vento anche perché se qualcosa può andare storto andrà sicuramente storto e nel mio caso è matematico che va a finire così, probabilmente sul dizionario principe Kamar diventerà sinonimo di sfigato/jellato/sfortunato insomma Murphy e le sue leggi mi fanno 'na pippa! Sono stanco di vedere i miei piani andare in fumo ogni volta e ricominciare dall'inizio per farne altri. Sono stanco di lottare così, di sentirmi sempre solo e fuori posto, infelice, di imbarcarmi in imprese brancaleonesche. Dormo poco e male, ho ripreso ad avere incubi tremendi. Mi sento brutto e goffo, in una parola sola: orribile! 
Vorrei essere Felice, saper costruire qualcosa di buono, avere qualcosa di tangibile che dimostri che qualche obiettivo l'ho raggiunto anch'io e che non sono un completo disastro. Vorrei incominciare a vedere già qualche risultato e invece non vedo nulla. Procedo alla cieca sperando di aver fatto un buon lavoro e di raccoglierne i frutti in futuro, ma chi mi assicura che li raccoglierò e invece non avrò perso solo tempo prezioso?
Ho bisogno che ci siano persone nel mio quotidiano che vadano ben oltre la maschera da stacanovista che indosso ogni giorno, la maschera di quello sempre paziente e disponibile che cerca le soluzioni a tutto e la maschera di quello indistruttibile. Se ci si sforzasse di guardare un po' più dentro di me, ci si accorgerebbe che io sto andando a pezzi, sto crollando dentro e non ce la faccio più. Ogni giorno una piccola parte di me muore.
Ogni giorno mi sento crollare un pezzettino di terra sotto i piedi, sempre più. E quando non ci sarà più terra sotto i miei piedi, cosa farò? Chi mi salverà? Chi mi prenderà al volo? 
Quattro anni fa, in questo periodo avrei saputo rispondere o quanto meno avevo la presunzione e l'illusione che ci fosse qualcuno pronto a farlo. Ora so che se non mi salvo da solo, mi sfracello. In questo periodaccio, la stanchezza fa sì che non mi importi più di salvarmi e sfracellarmi mi sembra una soluzione facile e "indolore", ma che non posso permettermi di attuare. Ma fino a quando riuscirò a prendermi al volo da solo


E se solo potessi trasformerei la pioggia in una cascata di stelle solo per noi
Il nero in bianco il bianco e il nero per te, lo ridipingerei eh eh eh.
E se solo potessi trasformerei la pioggia in una cascata di stelle solo per noi
Raccoglierei tutti i tuoi desideri e in una notte sola li esaudirei
Perché da tutta una vita che vedo il tuo sorriso in ogni cosa
Nel vento freddo di questa giornata, in quello caldo di un estate ritrovata 
E se solo potessi farei pazzie e spiegherei le vele per andare lontano 
Raggiungerei posti che hai sempre sognato e al mio ritorno dal viaggio te li racconterei.
Perché se solo potessi io riscriverei ogni giorno con te
Perché se solo potessi io riscriverei ogni giorno con te
Tu che mi sai come nessuno mai
Tu che sai leggere i miei pensieri come nessuno mai
Tu che sorprendi, che mi riprendi
Che sei qualcosa di grande, un sogno che non finisce mai
Perché se solo potessi io riscriverei ogni giorno con te
Perché se solo potessi io riscriverei ogni giorno con te
Perché se solo potessi io riscriverei ogni giorno con te

Marina Rei (Se solo potessi - Album: Pareidolia - Anno: 2014)

sabato 17 gennaio 2015

È passato un mese e sono ancora senza parole


Quando succede una disgrazia, una tragedia, si pensa sempre che possa accadere agli altri, come se "gli altri" siano entità astratte lontane anni luce dalla propria realtà, senza rendersi conto che prima o poi esiste la possibilità che un giorno capiti a te. Quando succede, non ci sono parole per descrivere quanto accaduto, tutto diventa "confuso": c'è una parte di te che rimane sempre incredula, spiazzata, ed un'altra che spera sempre sia solo un brutto sogno o uno scherzo di pessimo gusto.
Te ne sei andata all'improvviso tra i banchi di scuola in un giorno di dicembre, lasciando un grande vuoto nel cuore di tutti. Ho visto tante lacrime, tanto affetto e tanto amore, ma anche tanto dolore e sofferenza. Chi immagina che in un luogo come la scuola in cui i ragazzi dovrebbero essere protetti e al sicuro, si possa morire, così, all'improvviso? Non è qui, il luogo dove discutere se questa tua prematura scomparsa si poteva evitare o meno; lascio alla carta stampata che "distorce" e "ricama" i fatti, alle chiacchiere sterili di chi non sa ma deve per forza dire la sua, lascio alle interrogazioni parlamentari, agli avvoltoi e ai vari gruppi di potere che sfruttano questa tragedia per lucrarci su. Purtroppo, tutto ciò che si poteva fare umanamente è stato fatto.

Non piangevo da molti anni e pensavo che non l'avrei mai fatto, ma se fosse successo io sarei crollato. Ho pianto. Avrei voluto non farlo e invece, sono scoppiato così all'improvviso e come se non bastasse di fronte ad un folto gruppo di persone. Non sono crollato come mi aspettavo, ma di certo non posso neanche dire di stare bene.
Non so se ci sia un modo giusto o sbagliato di elaborare un lutto. Non sta a me giudicare quale sia il modo migliore per farlo, anche perché ognuno lo vive come meglio crede: alla fine siamo tutti umani, per questo possiamo sbagliare. 
A distanza di un mese esatto io mi sento spaesato, un po' come se fossi in una bolla. A differenza di altre persone, io non ho trovato alcun conforto nella religione, anzi, ad essere sincero ho solo provato un ulteriore odio viscerale per il cattolicesimo e per quel suo modo stupido del clero di allontanare e respingere le persone e quell'incapacità di molti suoi rappresentanti di non saper dire le parole giuste al momento giusto. Oggi c'ero anch'io, nel trigesimo della tua scomparsa, e la tentazione di urlare che erano tutte stronzate è stata forte, ma non l'ho fatto. Paradossalmente, credo di aver trovato più conforto nel ragionare che anche questa disgrazia rientra nel ciclo della vita, che tutti noi prima o poi moriamo e che quindi carpe diem, cogli l'attimo. 
Sono state molte le cose che mi hanno fatto storcere il naso, altre, invece, che mi hanno spiazzato perché venute spontaneamente dal cuore; altro ancora che mi spezza il cuore.
Ho tanti dubbi, vorrei dire tante cose ma non trovo le parole adatte. Volevo scrivere qualcosa di bello e di profondo, ma non ci riesco. In fondo sono biondo dentro, superficiale, senza senso e questo post ne è lo specchio fedele.
Non posso smettere di pensare al fatto che a luglio ci sarebbe stato l'evento dell'anno, quei tuoi diciotto anni così tanto attesi e desiderati, ma che purtroppo non festeggerai mai.
Non posso smettere di pensare a quanto grande e indescrivibile sia il dolore della perdita di una figlia, di una sorella, di una nipote, di una fidanzatina... 
Penso a quando si ha diciassette anni e ci si crede invincibili, immortali e allo stesso tempo di come un problema si amplifichi e sembri irrisolvibile. Perdere una fidanzatina così, vedersela morire così all'improvviso senza neanche rendersi conto. Mi si spezza il cuore solo a pensarlo, non oso immaginarlo a viverlo, egoisticamente devo considerarmi fortunato perché non mi è capitato allora e non credo mi capiterà in futuro visto la mia condizione perenne di single.
Io non so se esiste la vita dopo la morte, né se esiste il paradiso o roba del genere. Non so nemmeno se ci si incontra da qualche parte o se invece finisce tutto là, dietro una fredda lastra di marmo.
Sinceramente, preferisco ricordarti felice e spensierata ed essere grato di averti conosciuto, di esserci stato, anche se non con continuità, in questi tuoi intensi diciassette anni. Ti voglio bene.



Ps: non so se ci rincontreremo, ma se dovesse accadere, dobbiamo assolutamente vedere insieme Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany, e successivamente fare una maratona dei suoi film.