mercoledì 28 gennaio 2015

Se solo potessi


C'è la neve, ma non c'è più chi fa la battuta scema sul gatto delle nevi che mi fa(ceva) tanto ridere. Se potessi, tornerei indietro di 4 anni, ma non si può. Pensandoci bene anche allora ero messo male, ma almeno dal punto di vista del cuore mi sentivo Felice e tutto sommato ciò mi faceva andare avanti perché mi sentivo amato e allo stesso tempo avevo la speranza che prima o poi si innamorasse di me, così avrei avuto anch'io il mio lieto fine da fiaba. La verità è che se anche non ne parlo più e ne scrivo ancora meno, lui mi manca. Aggiungo che mi manca tanto, anche troppo. Ad essere onesti mi manca più come Amico, sapeva come prendermi e chiacchierare con lui, in un certo qual senso mi rasserenava e mi faceva stare bene perché riusciva a tirare il meglio di me (anche se alcune volte pure il peggio). La sua assenza è un vuoto incolmabile, un vuoto a cui non riesco ad abituarmi e a darmi pace. È un'assenza che mi fa male. Ancor di più mi fa male il fatto che non gli manco neanche un po' come amico e per questo mi sento un fallito. Non posso imporgli la mia presenza e se ha deciso di tagliarmi fuori dalla sua vita avrà le sue buone ragioni che rispetto, ciò non toglie che tutto ciò mi faccia star male e mi faccia soffrire. Penso a come ho sbagliato tutto con Lui, a come ho reagito istintivamente e a come invece avrei dovuto reagire: essere felice per Lui e sopprimere in me il dolore di non essere io il fortunato prescelto, perché come al solito di me non ci si innamora perché sono la seconda scelta (quasi quasi come epitaffio sulla mia lapide ci starebbe accanto al termine sfigato). In questo periodo penso tanto a Lui, più del solito. 
Non so se dipende da un insieme di più cose: iniziando da problemi con lo studio e la preparazione degli esami, fino ad arrivare agli immancabili problemi burocratici universitari, fino a passare attraverso la stanchezza e al fatto che ho parecchi pensieri vuoti nella testa. La prematura morte di D. mi ha lasciato parecchio scosso. Mi sento tanto giù di morale, sono stanchissimo come se fossi invecchiato di colpo e fossi confuso. Sono stanco di combattere contro i mulini a vento anche perché se qualcosa può andare storto andrà sicuramente storto e nel mio caso è matematico che va a finire così, probabilmente sul dizionario principe Kamar diventerà sinonimo di sfigato/jellato/sfortunato insomma Murphy e le sue leggi mi fanno 'na pippa! Sono stanco di vedere i miei piani andare in fumo ogni volta e ricominciare dall'inizio per farne altri. Sono stanco di lottare così, di sentirmi sempre solo e fuori posto, infelice, di imbarcarmi in imprese brancaleonesche. Dormo poco e male, ho ripreso ad avere incubi tremendi. Mi sento brutto e goffo, in una parola sola: orribile! 
Vorrei essere Felice, saper costruire qualcosa di buono, avere qualcosa di tangibile che dimostri che qualche obiettivo l'ho raggiunto anch'io e che non sono un completo disastro. Vorrei incominciare a vedere già qualche risultato e invece non vedo nulla. Procedo alla cieca sperando di aver fatto un buon lavoro e di raccoglierne i frutti in futuro, ma chi mi assicura che li raccoglierò e invece non avrò perso solo tempo prezioso?
Ho bisogno che ci siano persone nel mio quotidiano che vadano ben oltre la maschera da stacanovista che indosso ogni giorno, la maschera di quello sempre paziente e disponibile che cerca le soluzioni a tutto e la maschera di quello indistruttibile. Se ci si sforzasse di guardare un po' più dentro di me, ci si accorgerebbe che io sto andando a pezzi, sto crollando dentro e non ce la faccio più. Ogni giorno una piccola parte di me muore.
Ogni giorno mi sento crollare un pezzettino di terra sotto i piedi, sempre più. E quando non ci sarà più terra sotto i miei piedi, cosa farò? Chi mi salverà? Chi mi prenderà al volo? 
Quattro anni fa, in questo periodo avrei saputo rispondere o quanto meno avevo la presunzione e l'illusione che ci fosse qualcuno pronto a farlo. Ora so che se non mi salvo da solo, mi sfracello. In questo periodaccio, la stanchezza fa sì che non mi importi più di salvarmi e sfracellarmi mi sembra una soluzione facile e "indolore", ma che non posso permettermi di attuare. Ma fino a quando riuscirò a prendermi al volo da solo


E se solo potessi trasformerei la pioggia in una cascata di stelle solo per noi
Il nero in bianco il bianco e il nero per te, lo ridipingerei eh eh eh.
E se solo potessi trasformerei la pioggia in una cascata di stelle solo per noi
Raccoglierei tutti i tuoi desideri e in una notte sola li esaudirei
Perché da tutta una vita che vedo il tuo sorriso in ogni cosa
Nel vento freddo di questa giornata, in quello caldo di un estate ritrovata 
E se solo potessi farei pazzie e spiegherei le vele per andare lontano 
Raggiungerei posti che hai sempre sognato e al mio ritorno dal viaggio te li racconterei.
Perché se solo potessi io riscriverei ogni giorno con te
Perché se solo potessi io riscriverei ogni giorno con te
Tu che mi sai come nessuno mai
Tu che sai leggere i miei pensieri come nessuno mai
Tu che sorprendi, che mi riprendi
Che sei qualcosa di grande, un sogno che non finisce mai
Perché se solo potessi io riscriverei ogni giorno con te
Perché se solo potessi io riscriverei ogni giorno con te
Perché se solo potessi io riscriverei ogni giorno con te

Marina Rei (Se solo potessi - Album: Pareidolia - Anno: 2014)

sabato 17 gennaio 2015

È passato un mese e sono ancora senza parole


Quando succede una disgrazia, una tragedia, si pensa sempre che possa accadere agli altri, come se "gli altri" siano entità astratte lontane anni luce dalla propria realtà, senza rendersi conto che prima o poi esiste la possibilità che un giorno capiti a te. Quando succede, non ci sono parole per descrivere quanto accaduto, tutto diventa "confuso": c'è una parte di te che rimane sempre incredula, spiazzata, ed un'altra che spera sempre sia solo un brutto sogno o uno scherzo di pessimo gusto.
Te ne sei andata all'improvviso tra i banchi di scuola in un giorno di dicembre, lasciando un grande vuoto nel cuore di tutti. Ho visto tante lacrime, tanto affetto e tanto amore, ma anche tanto dolore e sofferenza. Chi immagina che in un luogo come la scuola in cui i ragazzi dovrebbero essere protetti e al sicuro, si possa morire, così, all'improvviso? Non è qui, il luogo dove discutere se questa tua prematura scomparsa si poteva evitare o meno; lascio alla carta stampata che "distorce" e "ricama" i fatti, alle chiacchiere sterili di chi non sa ma deve per forza dire la sua, lascio alle interrogazioni parlamentari, agli avvoltoi e ai vari gruppi di potere che sfruttano questa tragedia per lucrarci su. Purtroppo, tutto ciò che si poteva fare umanamente è stato fatto.

Non piangevo da molti anni e pensavo che non l'avrei mai fatto, ma se fosse successo io sarei crollato. Ho pianto. Avrei voluto non farlo e invece, sono scoppiato così all'improvviso e come se non bastasse di fronte ad un folto gruppo di persone. Non sono crollato come mi aspettavo, ma di certo non posso neanche dire di stare bene.
Non so se ci sia un modo giusto o sbagliato di elaborare un lutto. Non sta a me giudicare quale sia il modo migliore per farlo, anche perché ognuno lo vive come meglio crede: alla fine siamo tutti umani, per questo possiamo sbagliare. 
A distanza di un mese esatto io mi sento spaesato, un po' come se fossi in una bolla. A differenza di altre persone, io non ho trovato alcun conforto nella religione, anzi, ad essere sincero ho solo provato un ulteriore odio viscerale per il cattolicesimo e per quel suo modo stupido del clero di allontanare e respingere le persone e quell'incapacità di molti suoi rappresentanti di non saper dire le parole giuste al momento giusto. Oggi c'ero anch'io, nel trigesimo della tua scomparsa, e la tentazione di urlare che erano tutte stronzate è stata forte, ma non l'ho fatto. Paradossalmente, credo di aver trovato più conforto nel ragionare che anche questa disgrazia rientra nel ciclo della vita, che tutti noi prima o poi moriamo e che quindi carpe diem, cogli l'attimo. 
Sono state molte le cose che mi hanno fatto storcere il naso, altre, invece, che mi hanno spiazzato perché venute spontaneamente dal cuore; altro ancora che mi spezza il cuore.
Ho tanti dubbi, vorrei dire tante cose ma non trovo le parole adatte. Volevo scrivere qualcosa di bello e di profondo, ma non ci riesco. In fondo sono biondo dentro, superficiale, senza senso e questo post ne è lo specchio fedele.
Non posso smettere di pensare al fatto che a luglio ci sarebbe stato l'evento dell'anno, quei tuoi diciotto anni così tanto attesi e desiderati, ma che purtroppo non festeggerai mai.
Non posso smettere di pensare a quanto grande e indescrivibile sia il dolore della perdita di una figlia, di una sorella, di una nipote, di una fidanzatina... 
Penso a quando si ha diciassette anni e ci si crede invincibili, immortali e allo stesso tempo di come un problema si amplifichi e sembri irrisolvibile. Perdere una fidanzatina così, vedersela morire così all'improvviso senza neanche rendersi conto. Mi si spezza il cuore solo a pensarlo, non oso immaginarlo a viverlo, egoisticamente devo considerarmi fortunato perché non mi è capitato allora e non credo mi capiterà in futuro visto la mia condizione perenne di single.
Io non so se esiste la vita dopo la morte, né se esiste il paradiso o roba del genere. Non so nemmeno se ci si incontra da qualche parte o se invece finisce tutto là, dietro una fredda lastra di marmo.
Sinceramente, preferisco ricordarti felice e spensierata ed essere grato di averti conosciuto, di esserci stato, anche se non con continuità, in questi tuoi intensi diciassette anni. Ti voglio bene.



Ps: non so se ci rincontreremo, ma se dovesse accadere, dobbiamo assolutamente vedere insieme Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany, e successivamente fare una maratona dei suoi film.