martedì 26 maggio 2015

Riflessioni su questi ultimi tre anni perché "Certi sogni si fanno".


Pensavo non sarei mai sopravvissuto ma a quanto pare mi sbagliavo: dopo 3 anni sono andato avanti lo stesso anche se credo che una parte di me sia morta quel giorno stesso. Ho chiuso il cuore in un cassetto e buttato la chiave nel cesso  per provare a rimetterlo in sesto. Ho abbandonato sogni felici a cui mi aggrappavo disperatamente per tenermi a galla. Ho riconvertito i miei sogni spostandoli verso un'autorealizzazione professionale che ahimè stenta ad arrivare o che potrebbe essere abortita ancor prima di essere realizzata (fanculo la buona scuola!). In un certo qual modo, volente o nolente, sono andato avanti; però... Ho la fissa dei però, per cui mi capita spesso di ripensarci e non posso fare a meno di pensare a quanto sia stato stupido, egocentrico, ottuso, ecc.. Di come avrei potuto comportarmi più dignitosamente invece di stracciarmi le vesti come portatore di verità assolute che ha subito un attacco di lesa maestà, come se per qualche oscuro motivo irrazionale mi fosse dovuto qualcosa. Insomma ho lasciato fuoriuscire il peggio di me e se potessi vorrei tornare indietro per correggere questi errori pur sapendo che non cambierebbero il risultato, ma che forse riuscirebbero a farmi sentire meglio. Ecco, non c'è un motivo particolare ma ultimamente mi sento spesso fuori luogo, irrazionale, incasinato, inutile e stanco. Non so, forse invecchiando si diventa più saggi, o più semplicemente si ha bisogno di avere una cerchia che faccia da scivolo, da materasso di sicurezza come quando ci si deve buttare dalla finestra perché è scoppiato un incendio in casa ed è l'unica cosa sensata da fare, anche perché non verrà alcun pompiere a salvarti perché non può farlo.
L'unica cosa che non riesco a mandar giù è proprio la fine di questo rapporto di amicizia con Lui. Ecco, è come se mi sentissi defraudato di una parte importante del mio scivolo d'emergenza. Forse non dovrei dirlo ma mi mancano quelle chiacchierate, le battute sceme, il tempo scandito dalla ricezione delle mail. Fino a quando facebook non aveva censurato i suoi messaggi, in seguito a segnalazioni del suo profilo da parte di gruppi omofobi organizzati, trovavo conforto nel rileggere quelle vecchie conversazioni, quella spinta a provare ad essere migliore, anche in quelle conversazioni in cui ho dato il peggio di me. Invece, ormai da parecchi mesi riesco a leggere solo i miei messaggi mentre i suoi non ci sono più perché sono stati momentaneamente rimossi in attesa di verificare l'account. Riguardando quelle conversazioni monche sembra di assistere ad un triste monologo. E se in realtà fosse stato sempre così? Se mi fossi solo parlato addosso per tanto tempo, troppo egocentrico per accorgermi della realtà che avevo di fronte? A pensarci mi prende lo sconforto. A dirla tutta mi prende lo sconforto per come sono stato cancellato e catapultato nell'oblio; di come Lui non ha sentito l'esigenza di riallacciare il rapporto di amicizia precedente. So per certo che ha un nuovo account su facebook, anche perché non è che il web sia proprio così immenso, ma non ha sentito e non sente l'esigenza di avere un rapporto civile con me. C'è una parte di me che non riesce a dargli torto, ma l'altra parte, quella che c'è rimasta malissimo, che oltre ad essere rimasta spiazzata si è giustamente trincerata dietro un briciolo di amor proprio e di orgoglio per cui neanche morto gli chiederei l'amicizia: perché una cosa che ho imparato in questi anni, è che non si può imporre la propria presenza agli altri e, che una volta arrivato il momento, bisogna lasciarli andare per la loro strada, anche se ciò fa male, tanto male, troppo male.
Quindi caro Facebook potresti evitare di mandarmi decine e decine di mail in cui mi suggerisci di chiedergli l'amicizia? Ogni volta è un colpo al cuore e fa male perché rappresenta in maniera evidente la mia incapacità a non aver saputo gestire bene un rapporto che evidentemente ho buttato alle ortiche come il deficiente che sono.
Ora qualcuno penserà che io sia un fissato monotematico ancorato al passato, ma si sbaglia, perché ciò che mi è successo 3 anni fa è ciò che mi ha portato a quello che sono adesso, con i miei pochi e quasi per nulla esistenti pregi ed i miei innumerevoli difetti che non smettono mai di moltiplicarsi sempre più. Quindi è logico che io usi RdS come metro di giudizio, per quando il mio cuore sarà guarito e batterà i piedi a terra perché è arrivato il momento di mettersi in gioco, perché nonostante tutto Lui era quello che più si avvicinava al mio uomo ideale, quello che sembrava l'altra mia metà della mela per essere completo. 
Così è logico che ci rimanga male quando un amico mi dice che va a fare un sonnellino, ci sentiamo più tardi e poi scompare nel nulla per più di 17 giorni e allora penso che o vuole prendere il posto della Bella Addormentata o che più semplicemente non si fida abbastanza di me e non mi ritiene un suo amico di cui fidarsi e con cui confidarsi. Anche se ho problemi d'abbandono e forse sono pure un po' autistico nei rapporti sociali, lascio andare via anche lui ma ciò non toglie che mi girano come se fossero le pale eoliche. A me non va di essere un albergo con gente che va e viene a suo piacimento, potrei capirlo qualora si esaurisse ciò che avremmo da dirci, ma fino ad allora non l'accetto. Tutto ciò mi porta a sommare sfiducia su sfiducia nelle mie capacità relazionali, col rischio di perdermi qualcosa di importante e di vivere a metà perché frenato. Poi succede che vado a Roma per un concorso, che ha già in sé dei traumi legati ai corsi e ricorsi della storia sempre di tre anni fa, in un periodo che dire che annaspo non rende appieno l'idea. Eppure, con un po' di sollecitazione da parte di alcuni miei scivoli e materassi di sicurezza, mi convinco a conoscere di persona un blogger-twittero che apprezzo e stimo da tempo, a cui voglio pure bene e che supera con una certa facilità anche il metro di giudizio RdS (segno che forse non è poi così impossibile superarlo), tant'è che per me la singletudine di questo blogger-twittero rimane un mistero (perché a mio parere dovrebbe avere alla sua porta chilometri di fila di uomini col numerino in attesa, ma questo rimane uno dei tanti misteri della vita). Per cui passo una piacevolissima ora e mezza in sua compagnia, compagnia che per me è stato come una boccata di aria fresca. In un periodo in cui sono proprio alla canna del gas, ho respirato a pieni polmoni ossigeno puro di cui avevo bisogno. 
Non so cosa mi riserverà il futuro e se anche questa bella persona entrerà o meno nella cerchia del mio scivolo e materasso di sicurezza, ma sicuramente ne è valsa la pena conoscerlo, anche perché è stata un'iniezione di fiducia in me stesso. Spero sempre di poter riallacciare una bella amicizia con RdS, ma se così non fosse mi sto rassegnando al fatto che ciò possa non accadere più e nel contempo sto andando avanti per la mia strada, a fare esperienze e a trovare il bello ovunque e a portarlo sempre con me: certi sogni si fanno sperando di realizzarli.

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Corro per dimenticare leggera 
la sigaretta e assenzio
per non farmi più stordire dai colpi forti del silenzio.
Vedo il corpo incatenato
ma  corro per non baciarti adesso,
adesso che sarai nel letto con chi sembra che abbia il permesso.
Voglio stordirmi tra la folla, tra luci e buio
per non ricordare
e l'immagine perfetta è averti qui per poterti respirare.
Il problema è che non scordo
ed ho capito mi conosco poco e male.
Se non amo te mi perdo
volerti sembra un danno
certi sogni si fanno. 
Io voglio correre da te
Io voglio correre da te
Io voglio correre da te
Io voglio correre da te
Dopo tutto ti ho sfiorato un istante,
mi sento tua sempre.
Io che sono al mondo per appartenere alle tue mani solamente.
Non mi scopriranno se in silenzio griderò il tuo nome
e per farmi sopravvivere verrai a casa mia stanotte.
Quando vai via è la paura che entra qui,
mi manchi più del sangue.
Con te ho capito quel che al mondo non ammette
l'amore non è ovunque.
Quando vai via io sento il senso di vuoto 
come dopo un combattimento.
Se non amo te non sono,
volerti sembra un danno,
certi sogni si fanno.
Io voglio correre da te 
Io voglio correre da te
Io voglio correre da te 
Io voglio correre da te

Romina Falconi - (Certi sogni si fanno - Album: Certi sogni si fanno - Anno: 2014)




domenica 17 maggio 2015

Impantanato


Mi ero ripromesso di aggiornare questo mio blog spesso, ma a quanto pare non ci riesco perché o sono troppo stanco per farlo, o non ne ho voglia o perché più semplicemente finirei per scrivere post lagnosi e ripetitivi, un po' come sarà questo post. Eppure, avrei tanto da raccontare! Ultimamente mi sento sempre più impantanato perché mi sembra di sprofondare sempre più in una vita che non mi appartiene più. Spesso ho il morale a terra e le cattive notizie che provengono dal mondo della scuola, con la pessima riforma di Renzi, mi scoraggiano parecchio, per non parlare del brutto periodo politico, economico e sociale che sta attraversando il Bel Paese, che ormai ha solo la nomea e nulla più. Anche l'università non sta andando un granché bene: tra orari improponibili e soprattutto insostenibili, corsi non proprio esaltanti e motivanti, colleghi che fan venire il latte alle ginocchia, problemi burocratici, esami che non ho fatto in tempo a preparare e a sostenere nel primo semestre e che pesano come macigni in questo secondo semestre, poco tempo per studiare bene... Insomma quest'anno la mia situazione universitaria non è proprio rosea, anche perché mi vergogno un po' a dirlo ma credo di avere un rifiuto per alcune materie anche a causa del lutto che mi ha colpito e scombussolato mentre le stavo preparando. Infatti, ogni volta che dovrei aprire quei libri, quei quaderni, quegli appunti, quelle slide mi viene un senso di repulsione che proprio non riesco a farmi passare (soprattutto biologia che mi mette ansia). A complicare le cose c'è il fatto che in alcuni momenti è come se si fosse aperto uno spazio-temporale e mi sembra di essere tornato indietro di tre anni, anche se con delle differenze considerevoli. Così, mi ritrovo a preparare nello stesso periodo, con lo stesso problema della mancanza di tempo, lo stesso concorso, con gli stessi libri. Però, questa volta cambia sede e ordine di prova concorsuale; ma non solo, questa volta ho la certezza che Lui non ci sarà, così come non ci sarà la sua telefonata ed io non comprerò un altro libro di poesie per ricordarmi che quella era una telefonata amichevole di cortesia perché tredici giorni prima mi aveva spezzato il cuore. In compenso tornerò col pullman come quella volta, ma mi farò solo 6/7 ore di viaggio, interruzioni permettendo, contro le 16 ore di tre anni fa e per risparmiare farò anche l'andata col pullman (e me la cavo con 40€ escluso i soldi per i mezzi pubblici dentro la città eterna e senza bisogno di pernottare). Speravo che questo concorso subisse lo stesso periodo di slittamento di quello precedente e a quanto pare questa volta non è andata così, portando a sommare stress su stress universitario e stress per il matrimonio di mia sorella (per la cronaca mancano meno di due mesi ed io sono ancora senza l'abito e la voglia di comprarlo è prossima allo zero soprattutto perché mi sento più cesso e più sfatto del solito). Ad essere sincero, vado a fare questo concorso più che altro perché non voglio scrupoli e non voglio lasciare nulla di intentato, ma, Renzi permettendo, il mio sogno rimane fare il maestro. 
Sento di non farcela a rimanere a galla, mi sembra di sprofondare sempre più. All'esterno ho una facciata solida ma dentro sono un cumulo di macerie. Sono a pezzi moralmente, fisicamente, intellettualmente e spiritualmente. È come se avessi smarrito la bussola e vagassi senza una meta. Ho messo da parte il cuore e ho puntato sul cervello, ma continuo a sentirmi incompleto e fuori posto. Mi sembra che per quanti sforzi faccia per voltare pagina ed iniziare a scrivere nuovi capitoli, ritorno sempre dietro. Ho ripreso a mentire a me stesso dicendomi che va tutto bene, che andrà tutto bene, nella speranza che vada tutto bene realmente, ma non è così. Non basta solo ripeterlo a mo' di mantra che per magia si aggiusta tutto. Mi sento infelice senza un perché. Non ho boccate d'ossigeno e di spensieratezza per questo mi sembra di sprofondare sempre più. È come se stessi perdendo del tempo prezioso, come se senza accorgermi mi stia perdendo la mia vita tra le dita, impantanandomi sempre più.


C’è chi aspetta un miracolo
e chi invece l’amor
Chi chiede pace a un sonnifero
chi dorme solo in metrò
Lento può passare il tempo
ma se perdi tempo
poi ti scappa il tempo
l’attimo
Lento come il movimento
che se fai distratto
perdi il tuo momento
perdi l’attimo
E chi guarda le nuvole
e chi aspetta al telefono
chi ti risponde sempre però
chi non sa dire di no
Lento può passare il tempo
ma se perdi tempo
poi ti scappa il tempo
l’attimo
Lento come il movimento
che se fai distratto
perdi il tuo momento
perdi l’attimo
Tu non lo sai come vorrei
ridurre tutto ad un giorno di sole
tu non lo sai come vorrei
saper guardare indietro
senza fare sul serio, senza fare sul serio
come vorrei distrarmi e ridere
C’è chi si sente in pericolo
c’è chi si sente un eroe
chi invecchiando è più acido
chi come il vino migliora
Lento può passare il tempo
ma se perdi tempo
poi ti scappa il tempo
l’attimo
Lento come il movimento
che se fai distratto
perdi il tuo momento
perdi l’attimo
prendi l’attimo
Tu non lo sai come vorrei
ridurre tutto ad un giorno di sole
tu non lo sai come vorrei
saper guardare indietro
senza fare sul serio, senza fare sul serio
come vorrei distrarmi e ridere.

Malika Ayane (Senza fare sul serio - Album: Naïf - Anno: 2015)